Calcio

Calcio: Paolo Rossi, un campione che nella sua normalità ha regalato un sogno

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Rossi: un cognome qualunque, facile da ricordare. C’è bisogno di qualcosa per dare un po’ di sapore per non essere dimenticati. Paolo Rossi, all’età di 64 anni, se ne è andato per un male incurabile e dopo il genio del calcio Diego Armando Maradona, un altro campione del rettangolo verde ci ha lasciato. Una fine resa nota nel cuore della notte, simile a uno dei suoi scatti sul filo del fuorigioco, alle spalle della linea difensiva, raccogliendo un pallone e trasformandolo in oro. Una carriera breve ma intensa quella di Pablito, iniziata e finita come fosse un viaggio incessante sulle montagne russe, tra discese ardite e risalite improvvise. Lo avevamo dimenticato tra i tanti signor Rossi della nostra povera Italia, afflitta dalla paura del Covid-19.

Era esile, cresciuto nel mito di Kurt Amrin. Il suo stile non era quello del leggiadro attaccante svedese del Milan, ma era veloce, intelligente e feroce in area di rigore. A Vicenza arrivarono i primi gol in successione in Serie B e in Serie A, vivendo un sogno coi colori biancorossi e contendo lo scudetto alla Juventus. Già la Juve, che seppe credere in lui nel momento più difficile, quello del calcioscommesse. Lui ripagò la fiducia con due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni.

Una fiducia che seppe concedergli anche Enzo Bearzot e che lui contraccambiò dopo un inizio di Mondiale in Spagna balbettante. L’Italia crebbe come il suo campione, raccogliendo risultati strepitosi e abbagliando il mondo con la sua praticità. La tripletta contro il Brasile, la doppietta contro la Polonia e la realizzazione contro la Germania le perle di Pablito. Sei marcature valse il titolo di capocannoniere per entrare nella storia e nella leggenda “pallonara”. In quell’estate, rappresentò il sogno di una stagione in cui il calcio, più che essere scontro fisico e bel gesto atletico, si presentava come epopea. E così, lo si vuole ricordare nella celebre esultanza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini: “Non ci riprendono più“.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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