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Ciclismo
Ciclismo, Antonio Tiberi: “Le parole di Nibali mi onorano. Punto sulle corse a tappe. Evenepoel…”
Tra i giovani neo professionisti italiani che tra poco più di un mese esordiranno nella massima categoria, svetta soprattutto il nome di Antonio Tiberi. Il diciannovenne laziale, salito alla ribalta nel 2019 con la sua bellissima e trionfante vittoria al Campionato del Mondo Juniores a cronometro dello Yorkshire, spicca anche per le sue grandissime doti da scalatore che ha già ben dimostrato, nonostante la sua giovane età, nelle brevi corse a tappe affrontate finora.
Un mix eccellente che fa di lui uno dei talenti azzurri da preservare il più possibile, che già l’anno prossimo potrà iniziare a dare del filo da torcere nel mondo dei big assieme alla Trek-Segafredo che lo ha ingaggiato per due annate, e dove affiancherà quello che è, e che sarà ancor di più tra qualche tempo, il suo mentore per eccellenza: Vincenzo Nibali. Il tutto con la speranza, nel futuro a venire, di poter vedere in Antonio uno dei nuovi fari dell’Italia per le corse a tappe e non solo. In occasione del suo imminente passaggio tra i professionisti, Tiberi ha rilasciato un’intervista esclusiva ad OA Sport, in cui ha parlato di quello che è stato il suo 2020 e delle ambizioni personali e di crescita per i suoi primi passi nel mondo dei grandi.
Ti aspettavi qualcosa in più da questo 2020?
“Tutto sommato è andata bene. Sono abbastanza soddisfatto perchè, pur avendo corso poco per via della pandemia in atto, sono riuscito ad ottenere dei bei risultati tra cui una gara internazionale. E per esser stata la prima e unica annata tra i dilettanti, posso dire che è andata bene. Poi ho potuto disputare anche diverse corse con i professionisti sia con la Nazionale che l’ultima con la maglia della Trek-Segafredo, e quindi ho fatto anche delle belle esperienze. In alcune corse dei professionisti mi sono sentito abbastanza a livello per gareggiare assieme a loro e questo mi ha dato un po’ di morale per poter affrontare il 2021. A parer mio è stata una stagione positiva”.
Quindi, nonostante la stagione Under 23 breve e complessa a causa della pandemia, ti senti pronto per il grande passo tra i professionisti?
“Sì, è stata breve e complessa, però mi ha dato un po’ di sicurezza in più, perchè anche il fatto di gareggiare assieme a ragazzi più grandi mi ha fatto capire che alla fine mi trovavo abbastanza bene. Comunque, vedendo le gare dei professionisti che ho affrontato finora, si vede che il loro livello è tutta un’altra cosa. Ma ho soltanto 19 anni, quindi crescendo, e facendo le cose per bene, secondo me potrò riuscire a fare qualcosa di buono”.
Hai vinto un Mondiale Juniores a cronometro, ma anche la salita è il tuo punto di forza. Possiamo dire che le corse a tappe potrebbero essere un tuo obiettivo futuro?
“Questo sì. Molto probabilmente, o almeno lo spero. Il mio obiettivo personale sono proprio le corse a tappe, perchè appunto vado bene a cronometro e la salita mi piace. In teoria, mi trovo bene per questo tipo di gare. Ho anche avuto l’occasione di testarmi al Giro d’Italia Under 23. Ovviamente tra i professionisti sarà tutta un’altra storia, ma già dal prossimo anno avrò le mie occasioni per mettermi alla prova partendo dalle brevi corse a tappe, come ad esempio il Giro di Svizzera o il Tour of Utah”.
Oltre alle grandi gare a tappe, quale corsa ti piacerebbe vincere?
“La Parigi-Roubaix, visto e considerato che mi piace molto il pavè; o comunque sia Classiche in questo stile. Anche in base a qualche piccola esperienza che ho già affrontato, mi sento di dire che potrei andare abbastanza bene”.
Manca davvero poco al tuo debutto con la Trek-Segafredo. Che sensazioni stai provando?
“Man mano che si avvicina la stagione sto iniziando a metabolizzare la cosa e a rendermi conto che è tutto quanto vero. Anche perchè sin da bambino, quando ho iniziato a correre in bici, il mio obiettivo era questo. Era un sogno, anche qualcosa di impossibile. Poi pian piano, passando di categoria in categoria, ho visto che i risultati continuavano ad esserci, finché appunto, sono riuscito a realizzare questo sogno”.
Tempo fa Vincenzo Nibali, dopo aver pedalato con te, disse che, secondo lui, hai stoffa. Che ne pensi del suo giudizio?
“Sentirsi dire queste parole da un campione come lui che sarà il mio capitano, che conosco già di persona, e che stimo tantissimo, è semplicemente un onore e un piacere. Spero di realizzare tutto quello che ha detto”.
Se ti dico Pogacar, Bernal, Evenepoel, sono nomi che ti spaventano o in futuro pensi di poter battagliare con loro?
“Sono nomi che mi ritroverò a fronteggiare. E sicuramente mi spaventano, vedendo tutto quello che hanno ottenuto finora in questi due anni. Tralasciando poi il fatto che ho già gareggiato contro Evenepoel e ho visto palesemente le sue doti. Lui va parecchio forte. Sono dei ragazzi che daranno un po’ ‘fastidio’ negli anni a venire. Ma spero un giorno di poter battagliare assieme a loro”.
Dove e come inizierà il tuo 2021? Quali saranno i tuoi obiettivi?
“Abbiamo già un training camp programmato in Spagna che dovremmo affrontare dall’8 al 24 gennaio. Dopodiché, con ogni probabilità, inizierò la stagione dall’Etoile de Bessèges. Poi tra le ipotesi c’è l’UAE Tour o altre gare più brevi in Francia. Io preferirei l’UAE. Per quanto riguarda l’obiettivo stagionale, molto probabilmente sarà il Giro di Svizzera, quindi una breve corsa a tappe. Poi man mano si vedrà un po’ in base alla condizione del momento”.
Foto: Press Office Team Colpack Ballan