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Ciclismo, Davide Cassani: “Se avrò fiducia resto, altrimenti me ne vado. Nibali sarà ancora più ‘cattivo’ nel 2021”

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Il 2020 sta per salutarci. Un anno molto difficile per tutti: la pandemia Covid-19 ha cambiato le nostre abitudini e si spera ora con il vaccino che il trend possa davvero cambiare. Una stagione complicata per lo sport, con eventi cancellati o cambiati nella loro programmazione solita. E’ il caso del ciclismo che ha proposto un calendario molto particolare, compresso e non facile da affrontare dai corridori, costretti a fare delle scelte dolorose per rendere al meglio nelle competizioni.

Da questo punto di vista, il movimento italiano può sorridere soprattutto per le prestazioni di Filippo Ganna, che in pista e su strada ha fatto vedere cose eccezionali: il titolo mondiale nelle inseguimento a Berlino (febbraio), stabilendo nelle qualificazioni il record del mondo di 4’01″934 (il precedente primato, 4’02″647, fissato in Coppa del mondo nel novembre 2019, già gli apparteneva); bronzo nella prova a squadre; oro iridato anche nella prova a cronometro su strada a Imola; quattro sigilli nel Giro d’Italia, tre dei quali nelle gare contro il tempo. Note liete, non accompagnate però dalle prestazioni di alto livello dei ciclisti azzurri per obiettivi di classifica generale nelle grandi corse a tappe oppure in quelle di un giorno.

A tracciare un bilancio da questo punto di vista è stato il CT della Nazionale Davide Cassani. In primis il tecnico italiano si è concentrato sul difficile momento vissuto da tutti nel quale il ruolo del ciclismo è stato importante: “E’ stato il primo sport a fermarsi e il primo a ripartire con protocolli sanitari così stretti che sono stati presi a esempio. Abbiamo fatto vedere che, pur in un momenti difficili, si può fare attività sportiva nel pieno rispetto delle regole“, le sue considerazioni (fonte: La Gazzetta dello Sport).

Un movimento come detto che ha ottenuto grandi risultati soprattutto su pista e in cui la stella di Ganna ha abbagliato: “Ha vinto la voglia di fare squadra, c’è stato uno spirito di gruppo eccezionale, da soli non si va da nessuna parte. Il merito è di CT come Villa e Savoldi, di De Candido, Amadori e Celestino. Se la squadra funziona, si può vincere. Io lavoro a tempo pieno, ma è anche cambiata la mentalità della base. Penso al Giro Under23, che ha contribuito ad alzare il livello del dilettantismo“.

Per quanto concerne le criticità, la mancanza di una squadra WorldTour in Italia è un aspetto rilevante, ma Cassani ha fiducia: “Ho la speranza che entro tre anni ci saranno manager e imprenditori che investiranno di nuovo nelle squadre di vertice. Il momento è unico: il boom delle biciclette, le e-bike, la mobilità in bici, il mercato cresce“. Entrando negli aspetti agonistici, il 2020 di Vincenzo Nibali non è stato da incorniciare e il CT ha sottolineato: “Lui è ancora un animale da competizione: è il primo a non essere contento del 2020 e me lo aspetto più cattivo. Sa che ci sono le Olimpiadi“.

2021 olimpico, ma anche di elezioni: il 21 febbraio Renato Di Rocco non si ripresenterà e ci sono quattro candidati (Cordiano Dagnoni, Daniela Isetti, Silvio Martinello e Fabio Perego). Il pensiero di Cassani è chiaro: “Io sono stato una guida tecnica, mi ha scelto Di Rocco e gliene sarò sempre grato. Sono tranquillissimo e sereno: chiedo fiducia, se me la daranno andrò avanti, altrimenti vado via. Non sono mai stato il servitore di nessuno, non ero un fenomeno da corridore, anzi ero anche abbastanza brocco, ma ho capito che tutti possono essere utili, anche i brocchi. Non mi schiero assolutamente e ho ottimo rapporti con tutti: con Martinello mai uno screzio in Rai“.

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Foto: LaPresse

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