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Combinata nordica femminile, chi sono le atlete più forti e quali possibilità ha l’Italia? Andiamo alla scoperta della Coppa del Mondo

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Nella giornata di lunedì, la Fis ha annunciato che la prima, storica, gara di Coppa del Mondo di combinata nordica femminile andrà in scena venerdì 18 dicembre a Ramsau am Dachstein (Austria). Il programma originale prevedeva che la disciplina vedesse la luce già questo weekend a Lillehammer (Norvegia), ma la cancellazione dell’appuntamento in terra scandinava ha costretto l’organo di governo internazionale a trovare un’alternativa. Grazie ai buoni uffici della Ösv, la potente federazione austriaca, Ramsau ha acconsentito ad aggiungere una prova riservata alle ragazze alla già prevista tappa maschile. Dunque, via al circuito “rosa”, di cui ci apprestiamo a scoprire i connotati. Bisogna partire da un presupposto fondamentale, ovvero che la disciplina è ancora in fase embrionale. Dunque, soprattutto agli albori della Coppa del Mondo, si vedrà un po’ di tutto all’interno del campo partenti.

Per quanto si è visto negli ultimi due inverni, la donna da battere risponde al nome di Tara Geraghty-Moats, la quale sta affrontando la sua “quarta vita” agonistica. Dopo aver praticato il salto con gli sci in gioventù, l’americana ha preso la singolare decisione di imbracciare la carabina e di darsi al biathlon, dove ha partecipato a svariate edizioni dei Mondiali giovanili e disputato anche gare di livello cadetto (Ibu Cup). Conclusa l’esperienza, ha optato per tornare al primo amore, diventando una saltatrice di buon livello, tanto da ottenere svariati piazzamenti in zona punti in Coppa del Mondo, compreso un prestigioso nono posto. Infine, dal 2018 la statunitense ha scelto di unire salto e sci stretti, dandosi, appunto, alla combinata nordica, dove ha assunto i connotati della dominatrice. La ventisettenne stars&stripes ha infatti vinto la bellezza di 15 delle 20 gare di Continental Cup andate in scena negli ultimi due anni,

Dunque, Geraghty-Moats è senza dubbio il punto di riferimento assoluto, ma viene da chiedersi quanto a lungo potrà durare la sua egemonia. Infatti lei, classe 1993, è già una donna nel fiore degli anni, la quale si è catapultata in una disciplina popolata principalmente da teenager, destinate quindi a maturare e crescere di inverno in inverno. Fra di esse, le più promettenti provengono da Norvegia, Germania, Austria e Giappone. La nazione scandinava può contare principalmente su Gyda Westwold Hansen e Marte Leinan Lund; i tedeschi puntano soprattutto su Jenny Nowak e Maria Gerboth, mentre gli austriaci ripongono grande fiducia in Lisa Hirner e Sigrun Kleinrath; infine il Paese del Sol Levante ha ottime speranze con Anju Nakamura e Ayane Miyazaki. Abbiamo citato una serie di ragazze venute al mondo tra il 2000 e il 2004, dotate quindi di ampio margine di crescita per ovvie ragioni anagrafiche. Attenzione a non sottovalutare la Russia, che magari farà leva su atlete più navigate (la caposquadra Stefaniya Nadymova è praticamente coetanea di Geraghty-Moats), ma può comunque rivelarsi molto competitiva.

Non manca all’appello neppure l’Italia, pronta a dare battaglia e a farsi valere. La squadra azzurra si presenta con una formazione a tre punte, la più esperta delle quali è Veronica Gianmoena. Classe 1995, ha un passato come saltatrice. Convertitasi alla combinata nordica dal 2017, la trentina va ritenuta una delle atlete di riferimento a livello mondiale, in quanto può far leva sulle sue qualità sul trampolino. In linea teorica, dovrebbe poter far breccia regolarmente nella top-ten, proponendosi eventualmente come un’outsider da zona podio.
Anche nel Bel Paese – come nelle già citate Norvegia, Germania, Austria e Giappone – non mancano le ragazzine d’assalto, capitanate da Annika Sieff e Daniela Dejori, nate rispettivamente nel 2003 e nel 2002. Nelle manifestazioni giovanili si sono dimostrate tre le nuove leve più promettenti in assoluto e sono potenzialmente combinatiste complete, in grado verosimilmente di conquistare piazzamenti di prestigio sin dagli albori del circuito.
L’Italia può inoltre contare su diverse atlete nate dal 2005 in poi, delle quali è ancora prematuro parlare, in quanto troppo giovani per poter fare qualsiasi valutazione in merito alle loro future possibilità agonistiche. Di sicuro si può dire che in campo azzurro la combinata nordica femminile è viva e, già nell’inverno 2020-21 potrebbe proporsi a un buon livello di competitività a livello internazionale.

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