Combinata nordica
Combinata nordica, un calendario frammentato. Troppe pause tra una gara e l’altra: sistema da rivedere
L’edizione 2020-21 della Coppa del Mondo di combinata nordica è cominciata esattamente un mese fa, venerdì 27 novembre, a Kuusamo (Finlandia). Da quel momento a oggi, la disciplina ha mandato in scena gare di primo livello solamente in due weekend su cinque. Passi per quello corrente, aderente al Natale e quindi di festa pressoché ovunque, ma anche i prossimi due saranno assolutamente privi di competizioni. Gli atleti, infatti, torneranno in gara solamente il prossimo 15 gennaio in Val di Fiemme! In altre parole, la combinata nordica occuperà solo due fine settimana dei sette disponibili tra fine novembre e la prima decade di gennaio. Si tratta di una situazione disdicevole, perché impedisce di fidelizzare il pubblico, sempre più relegato al mero “zoccolo duro” di grandi appassionati.
Chiaramente, le problematiche relative al Covid-19 hanno contribuito in maniera decisiva a creare questa aridità di competizioni. Le tappe di Lillehammer e Otepää sono state cancellate a causa di differenti dinamiche legate alla pandemia attualmente in corso. L’appuntamento norvegese era programmato a inizio dicembre, mentre quello estone avrebbe dovuto andare in scena subito dopo Capodanno. Al riguardo, il problema serio è rappresentato dal fatto che la Fis sia stata incapace di trovare alternative alle prove stralciate dal calendario. L’assenza di recuperi non è però una condizione relativa all’inverno in corso, ma si trascina da anni. Nella combinata nordica, quando una tappa viene cancellata, quasi sempre salta definitivamente senza trovare una differente collocazione.
Nel 2015-16 si visse una situazione molto simile a quella attuale, ma all’epoca fu il meteo a risultare determinante, soprattutto per via dell’assenza di neve in gran parte dell’Europa. Tuttavia anche negli inverni seguenti la rinuncia di una località alla propria tappa ne ha praticamente sempre decretato l’annullamento. Sotto questo aspetto è impressionante notare come il salto con gli sci viva una realtà completamente diversa, in quanto ci sono comitati organizzatori pronti a fare la fila pur di accaparrarsi un appuntamento cancellato, come testimoniato da quanto accaduto nel momento in cui la trasferta sino-nipponica è stata stralciata dal calendario. Addirittura c’è chi non vede l’ora di ospitare due tappe nella stessa stagione (citofonare Zakopane e Wisla per informazioni al riguardo). Ovviamente questo dipende dal fatto che il salto con gli sci maschile gode di un appeal mediatico decisamente superiore a quello di molte altre discipline di area Fis. La combinata nordica, invece, non può vantare lo stesso peso in termini di ascolti televisivi e introiti legati alle sponsorizzazioni.
Cionondimeno, allargando lo sguardo ad altre federazioni internazionali, viene da chiedersi come sia possibile che si riescano a organizzare double header in ogni dove tranne che in ambito Fis. Per esempio l’Ibsf, l’ente governativo di bob e skeleton, è stato in grado di imbastire una serie di tappe doppie. Nel biathlon, invece, l’Ibu è capace di recuperare prontamente le tappe cancellate del circuito cadetto! Ebbene, questo tema consiglia di fermarsi a riflettere. Perché si possano trovare alternative a competizioni letteralmente di Serie B e prive di copertura televisiva, quando invece nella combinata nordica (o nel salto con gli sci femminile) è impresa pressoché insormontabile rimpiazzare appuntamenti di Coppa del Mondo trasmessi in diretta a livello paneuropeo? Qualcuno dirà che nel biathlon ci sono comitati organizzatori disposti a ospitare l’Ibu Cup per guadagnare punti nei confronti della federazione internazionale, o perché non possono ambire al circuito maggiore. Vero, ma lo stesso discorso non dovrebbe valere a maggior ragione anche per le gare di primo livello della combinata nordica? Ci sono località che non hanno altre possibilità oltre a questa disciplina per comparire nella geografia internazionale degli sport nordici.
Dunque, perché si fatica così tanto a recuperare gli appuntamenti cancellati? La copertura televisiva è garantita e su determinati mercati, quelli che contano davvero, l’audience è comunque buona. Peraltro la logistica legata alla Coppa del Mondo di combinata nordica non è certo più impegnativa di quella dell’Ibu Cup. L’impressione è che il problema non stia tanto nell’appeal della disciplina in sé, quanto nel fatto che la Fis non riesca a promuoverla adeguatamente proprio con i comitati organizzatori. D’altronde, se non si fidelizza il pubblico (e il pubblico non si fidelizza se gareggia una volta ogni tre settimane) si innesca un circolo vizioso. L’incapacità di generare fedeltà tra gli spettatori porta a una riduzione dell’interesse attorno alla combinata nordica, la quale genera scarso interesse da parte dei comitati organizzatori, che da’ vita quindi a scarsa fidelizzazione e così via, all’infinito. Affinché questa spirale possa essere interrotta è necessaria un’azione in grado di invertire la tendenza. E per invertire la tendenza serve forza.
Che lo voglia o meno, la Fis è la prima a dover promuovere i propri prodotti. Per questa ragione è l’unica a poter difendere gli interessi della combinata nordica. Indi per cui in primavera sarà imperativo sedersi attorno a un tavolo e discutere della materia, altrimenti la disciplina non uscirà mai dalla stagnazione in cui è finita, tanto più che da quest’inverno è nata anche la Coppa del Mondo femminile. Si vuole davvero tenerla in vista tra gli stenti? Se davvero si vuole fare il bene di questo sport, allora sarà necessario trovare le contromisure all’attuale incapacità di imbastire banali recuperi. Se non ci si dovesse riuscire, il pezzo da pagare sarebbe l’inevitabile declino e marginalizzazione della disciplina.
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Foto: La Presse