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Dakar 2021: Italia, da potenza a comparsa. Il compianto Fabrizio Meoni l’ultimo dei grandi

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 7.646 km totali, 4.767 km di prove speciali e 12 tappe (prologo escluso). Signore e signori, questa è la Dakar 2021 giunta alla sua 43esima edizione, la seconda consecutiva in Arabia Saudita. Un percorso nel quale il coraggio, la voglia di vincere e la determinazione dei concorrenti faranno la differenza a Wadi Ad-Dawasir, sfruttando la vastità dell’Empy Quarter, il più vasto deserto di sabbia al mondo. Nel rally raid più famoso del pianeta si comincerà il 3 gennaio con la prima tappa e i colpi di scena non mancheranno fino all’ultimo istante dell’ultima stage del 15 gennaio.

L’Italia con i suoi pochi rappresentanti non ha grandi possibilità di ambire alla vittoria. Il gruppo più nutrito al via di questa Dakar 2021 è quello che si sfiderà nella categoria riservata alle moto dove saranno nove. La maggior parte di loro parteciperà nella modalità Original by Motul, cioè quella che non prevede alcun tipo di assistenza tecnica per tutta la durata della corsa. Ad affrontare il deserto saudita ci saranno Tiziano Interno, Cesare Zacchetti, Francesco Catanese, Lorenzo Piolini, Giovanni Stigliano, Angelo Pedemonte, David Cominardi, Mauro Gerini e soprattutto l’esperto Franco Picco, che all’età di 65 anni ha deciso di tornare dopo cinque anni a prendere parte alla Dakar (la sua ultima partecipazione risale all’edizione 2016 nella categoria quad). Da questo punto di vista, per i nostri colori, la gara non ha più lo stesso sapore che aveva un tempo quando anche il Bel Paese spiccava tra le dune desertiche, ancor prima che la grande carovana decidesse di trasferirsi altrove e affrontare nuovi territori, diversi da quelli tradizionali dell’Africa.

Guardando al passato quindi è inevitabile constatare che il successo nelle categorie che partecipano al rally raid manca dal lontano 2002, quando fu il mai dimenticato Fabrizio Meoni, in sella alla KTM, ad aggiudicarsi la “Maratona del deserto“. Il pilota toscano, che tante emozioni ci aveva regalato, fu purtroppo vittima di un incidente nel 2005, in quella che avrebbe dovuto essere la sua ultima partecipazione in questa gara. Nell’undicesima tappa che portava i concorrenti da Atar a Kiffa, in Mauritania, Meoni cadde alle 10.15 al km 184, procurandosi la rottura di due vertebre cervicali che gli costò la vita.

Un eroe delle due ruote il 47enne nativo di Castiglion Fiorentino che aveva vissuto il rapporto con la Dakar in maniera contrastante: la corsa tanta amata e nello stesso tempo tanto odiata. Per anni infatti il rally era stato stregato per lui. I domini nelle competizioni in Tunisia e in Egitto gli erano valsi il nomignolo di “Piccolo Principe“, ma mancava sempre la ciliegina sulla torta. Ecco che nel 2001, a 44 anni, il centauro nostrano seppe sfatare il tabù e da principe divenne re. Successo che poi fu bissato l’anno successivo, l’ultimo per l’appunto in cui un italiano ha terminato da vincitore.

Altri tempi, altre strade ed altri interessi. Vivremo questa Dakar, quasi certamente, ancora una volta scomodando la figura di Meoni, ultima capace di imporsi e di far breccia nel cuore degli appassionati grazie alle sue innati doti nella navigazione, tra i pericoli e le insidie di questa “Odissea motoristica”.

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Foto: LaPresse

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