Ciclismo
Davide Cassani: “Spero che Fabio Aru ritrovi le motivazioni. Ganna farà anche la prova in linea a Tokyo”
Va in archivio un 2020 travagliato per il ciclismo. Il calendario è stato rivoluzionato a causa della pandemia e tutte le corse raggruppate in poco più di tre mesi. Nel corso delle premiazioni del “Beat Yesterday” di Garmin, con Davide Cassani, ct della Nazionale italiana, abbiamo tracciato un bilancio dell’annata, proiettandoci poi su un 2021 che, nella speranza di tutti, culminerà con le Olimpiadi di Tokyo.
L’oro europeo di Giacomo Nizzolo, il primo storico titolo mondiale a cronometro conquistato da Filippo Ganna: una stagione nel complesso positiva per i colori azzurri.
“E’ stata un’annata positiva, perché su quattro prove ne abbiamo vinte due. Abbiamo vinto l’Europeo con Nizzolo, al termine di una corsa bellissima, condotta in modo esemplare dai nostri azzurri. Poi la medaglia d’oro di Filippo Ganna nella prova a cronometro dei Mondiali, dopo aver vinto qualche mese prima quello dell’inseguimento individuale su pista, con tanto di record del mondo. Non siamo riusciti a fare granché nella prova in linea, ma è stato un anno molto particolare: quelli che arrivavano dal Tour avevano una condizione decisamente migliore rispetto a tutti gli altri e poi, per colpa del Covid, non abbiamo potuto schierare Ciccone, così come Formolo a causa di una caduta al Tour. Damiano Caruso è arrivato decimo, che non è tanto, ma su un percorso del genere battere Van Aert ed Alaphilippe era molto complicato“.
Resta il problema delle corse a tappe. Quest’anno sono passati professionisti corridori come Conca, Colleoni, Piccolo e Tiberi, senza dimenticare un Giulio Ciccone in rampa di lancio. Possiamo sperare di tornare protagonisti nei grandi giri nell’arco di qualche anno?
“Abbiamo perso una generazione di scalatori e corridori da corse a tappe. Per 4-5 anni in Italia non c’erano corse a tappe ed il nostro calendario non era all’altezza. Da 3 anni c’è il Giro d’Italia Under23, nasceranno anche altre corse a tappe; le Continental, che qualche anno fa non c’erano, adesso permettono ai ragazzi di fare esperienza e correre delle gare a tappe. Quindi sono convinto che nei prossimi anni torneremo ad avere corridori da grandi giri. Poi non è semplice, perché il ciclismo è sempre più globalizzato. Una nazione come la Francia non vince un Tour dal 1985, una Vuelta dal 1995 ed un Giro d’Italia dal 1989. Noi quest’anno ci siamo trovati in una situazione difficile. Al Tour non siamo stati competitivi, anche se poi Damiano Caruso è arrivato decimo, e al Giro ci siamo affidati al solito Nibali ed a Pozzovivo. E’ naturale, servono forze nuove. C’è Ciccone e abbiamo dei ragazzi che secondo me saranno competitivi in una grande corsa a tappe, ci vuole un po’ di tempo“.
Davide, lei crede ancora che Fabio Aru possa tornare quello di un tempo?
“Me lo auguro tanto, perché Fabio Aru ha dimostrato in passato di essere un campione. Ha vinto una Vuelta, è arrivato due volte sul podio al Giro d’Italia ed ha anche indossato la maglia gialla al Tour de France. In effetti negli ultimi tre anni ha avuto dei problemi che non gli hanno permesso di essere all’altezza. Mi auguro che questa nuova squadra possa dargli stimoli, voglia e determinazione necessari. Io spero che possa tornare ad alti livelli“.
Purtroppo il ciclismo italiano ha incassato la pessima notizia relativa alla miocardite di Diego Ulissi.
“Una brutta notizia, perché, se andiamo a vedere il ranking mondiale, Diego Ulissi è il primo degli italiani. Questa miocardite è una cosa seria, perché dovrà stare fermo a tempo indeterminato. Io mi auguro che possa tornare alle corse, però è veramente una tegola. L’importante è che stia bene, io ho parlato con Diego e da un punto di vista problemi non ce ne sono. Però un conto è condurre una vita normale, un altro fare il professionista. Una brutta tegola per Diego e per il nostro ciclismo“.
Un 2021 tra Olimpiadi, Europei e Mondiali. Servirà una Nazionale allargata, perché i percorsi saranno differenti tra loro.
“L’Europeo, che dovrebbe essere a Trento, sarà un percorso mediamente facile. Non è per velocisti puri, ma per corridori come Trentin, Nizzolo e Colbrelli. Così come il Mondiale, che ancora devo visionare: non appena ci sarà la possibilità, andrò in Belgio per vedere il percorso. Lì ci saranno anche strappi in pavé, dunque sarà per corridori da Giro delle Fiandre. Le Olimpiadi invece avranno un percorso per scalatori. Poi ci sono anche le cronometro. Ganna dovrebbe disputare sia la cronometro sia il quartetto su pista. A gennaio partiremo per la Vuelta San Juan in Argentina, che per il momento è stata confermata, con Ganna e Marco Villa (ct della pista) ed altri pistard. Lì inizieremo una preparazione verso le Olimpiadi. E’ una stagione da studiare bene, il problema ad oggi è che alcuni eventi potrebbero saltare. Le Olimpiadi sembra che siano state confermate, comunque vada. E’ abbastanza complicato fare dei programmi, ma noi cercheremo di farli“.
La prova in linea delle Olimpiadi potrebbe sottrarre energie preziose a Filippo Ganna in vista della cronometro? E su pista verrà preso in considerazione anche per la madison?
“Nella prova su strada potranno partire cinque italiani. Da questi cinque ne potrò prendere due per fare la cronometro. Dunque Ganna è obbligato a fare la prova in linea da regolamento. Mi ricordo Tom Dumoulin a Rio 2016: fece 2 km nella gara in linea e poi si ritirò per puntare tutto sulla cronometro. Ganna farà quindi sicuramente la prova in linea in supporto ai compagni di squadra. Non credo che possa fare la madison. Lui è fortissimo nell’inseguimento individuale ed a squadre, ma la madison è qualcosa di diverso, sono più adatti corridori alla Consonni o Viviani. Però già fare cronometro ed inseguimento a squadre non è cosa da poco“.
VIDEO: L’INTERVISTA A DAVIDE CASSANI
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federico.militello@oasport.it
Foto: Lapresse