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F1, ultima gara del lungo calvario della Ferrari. 2020 da incubo, obiettivo 2021. Ma la Mercedes sembra troppo distante

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Il Mondiale di Formula Uno 2020 regala finalmente una buona notizia alla Ferrari: la stagione sta finalmente volgendo la termine. Sembra brutale dirlo, ma è effettivamente così. L’annata della massima categoria del motorsport per la scuderia di Maranello si è trasformata in un lungo ed inesorabile calvario per colpa di una monoposto che, sostanzialmente, si è rivelata sin dall’avvio totalmente sbagliata a livello progettuale. Messa in archivio la doppietta di Sakhir, dunque, è tempo di pensare al gran finale di Abu Dhabi, una delle piste sulle quali il team emiliano ha faticato maggiormente da quando vi si corre. In poche parole, è quasi scontato che il 2020 volgerà al termine senza un pilota del Cavallino Rampante sul gradino più alto del podio di una gara.

Si conclude, dunque, un campionato nel quale la Ferrari ha clamorosamente realizzato un buco nell’acqua. Non solo ha perso il confronto diretto con la Mercedes, ma è stata superata anche da tante (troppe) rivali. Se, infatti, fino ad un anno fa, il discorso per Charles Leclerc era con le prime della classe, per larghi tratti di questa annata, i due piloti di Maranello hanno dovuto lottare con scuderie che, fino a pochi mesi fa, erano distanti anni luce. Non possono passare sottotraccia le figuracce (perchè tali sono state) di Spa e Monza, quando era già un mezzo miracolo sbarcare nella Q3 o vedere la zona punti la domenica.

Come detto, quindi, il primo spunto positivo di questo 2020 arriva dal fatto che va a concludersi. Diciassette gare che hanno portato il morale ampiamente sotto i tacchi di tutto il team, dai piloti fino a Mattia Binotto. A questo punto, quindi, si potrebbe dire che il futuro vada in discesa per la Ferrari? Sarà sufficiente strappare il progetto attuale, fare l’opposto ed il gioco è fatto, no? Ecco, la risposta è proprio “no”. I motivi sono ben noti. Molte parti della macchina attuale non potranno essere rivoluzionati in vista del 2021, con l’unica chance di rivedere la Power Unit. Per tutto il resto il “congelamento” consentirà ben poco a tecnici ed ingegneri di Maranello.

In sostanza la SF1000 sarà ritoccata, ma non rivoltata come un calzino come sarebbe necessario. La Ferrari sa che non dovrà sbagliare il motore come successo in questa annata, e già da quel punto le cose dovrebbero migliorare. Il propulsore attuale, infatti, era stato concepito per una monoposto differente e l’accordo con la FIA dello scorso inverno ha stravolto tutto, rendendo la vettura pressoché ferma in rettilineo. Su quel fronte si potrà agire e tornare ad avere un motore potente consentirebbe a Charles Leclerc e Carlos Sainz di non vedere più così vicino il fondo del gruppo.

Per quel che riguarda aerodinamica e ogni componente della macchina, invece, gli accorgimenti saranno ben pochi, ma qualche chance rimane “in canna” al team tinto di rosso. Tra il BoP (Balance of Performance) ed i tokens non ancora spesi, si potrà lavorare in maniera massiva sui dettagli. Dettagli, come detto, non rivoluzioni, quelle arriveranno nel 2022. Per il momento a Maranello dovranno compiere una impresa notevole nel rimettere in corsa la vettura con il Cavallino Rampante. La Mercedes, ovviamente, è e rimarrà imprendibile (a meno di clamorosi autogol del team di Brackley) ma, quantomeno, tornare ad avvicinarsi al podio con continuità sarà il primo obiettivo per le Rosse. Per il momento salutiamo questo Mondiale 2020 di Formula Uno con l’ultimo atto di Abu Dhabi, quindi tuffiamoci in un 2021 che dovrà, obbligatoriamente, vedere la Ferrari tornare al proprio livello, altrimenti i processi saranno pesantissimi e inevitabili.

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