Ciclismo

L’aggressore di Andrea Vendrame si è costituito. Che pena rischia? Il ciclista presenterà denuncia per aggressione

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In appena mezza giornata è stato identificato il pirata della strada che ha sferrato un pugno al ciclista professionista Andrea Vendrame, colpito vigliaccamente durante un allenamento nella zona di Conegliano. Il 26enne veneto ha fotografato la targa della macchina e, grazie anche al fondamentale intervento di un testimone oculare che ha raccontato ai Carabinieri quanto ha visto, si è arrivati all’identificazione dell’automobilistica. Quest’ultimo si è presentato spontaneamente in caserma proprio ieri sera.

Andrea Vendame è supportato dall’avvocato Federico Balconi, uno dei promotori dell’associazione no-profit Zerosbatti, nata per dare tutela legale a chi va in bici. Il legale ha spiegato la situazione a tuttobiciweb: “Andrea, rispettando alla lettera le indicazioni del decalogo di Zerosbatti, è stato svelto a registrare un breve filmino, che immortala l’auto impegnata nell’inversione a U e prova che l’automobilista stava scappando. In questi casi è meglio non agire, rivolgersi agli avvocati e alle forze dell’ordine. Per chi si trova in strada ricordo che la testimonianza è un dovere civico e civile, quando si assiste a comportamenti come quello di cui è stato vittima Andrea bisogna dimostrarsi responsabile e mettersi a disposizione come ha fatto il testimone di questa vicenda. Anche perché oggi succede a me, domani può capitare a te”.

Già definiti i prossimi passi: “Presenteremo una denuncia per aggressione, percosse e lesioni. Non c’è prezzo che ripaghi un trauma. Il risarcimento dipende dai danni fisici che verranno stabiliti dal medico legale. Per fortuna, in questo caso non si tratta di danni fisici permanenti (la prognosi a oggi è di 10 giorni, ndr) ma andrà quantificato anche il danno morale. Andrea è un professionista, di certo è stata turbata la sua preparazione e, per quanto accaduto, chi può dire che d’ora in poi non avrà paura ad andare in bici?”.

Cosa rischia l’automobilista? “Rimanendo nell’ambito delle lesioni fino a 3 anni con la condizionale, se poi patteggerà anche meno. Dipenderà dal rinvio a giudizio e dalle decisioni del giudice di pace. Andrea è rimasto in piedi perché è un professionista, fosse successo a una persona con meno abilità nella conduzione della bici parleremmo di lesioni gravissime, quindi di una pena ben più pesante, visto che l’automobilista è scappato senza prestare soccorso. Il quesito che inseriremo nella querela è: il conducente voleva farlo finire a terra? Non siamo dei forcaioli, ma vogliamo il massimo della pena perché la violenza contro i ciclisti è inammissibile“.

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Foto: Lapresse

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