Nuoto
Nuoto, Assoluti Riccione 2020. IL PAGELLONE (prima giornata). Pilato e Ceccon: il futuro è oggi
BENEDETTA PILATO 9: Riscrive la storia della rana italiana a 16 anni ancora da compiere ma ragionando e comportandosi come una 25enne scafata. Lo stupore, l’ammirazione, l’orgoglio ormai sono di default quando scende in vasca. Arriva a Riccione dopo un mese e mezzo di ISL a Budapest e, come nulla fosse, sbriciola il primato italiano dei 100 rana e si prende la qualificazione per Tokyo. Parla di ansia ma è un antistress per tutti gli appassionati. Meravigliosa!
THOMAS CECCON 9: Idem come sopra. Ha impiegato un po’ di tempo a uscire dal guscio ma è ancora giovanissimo e nei 100 dorso ha mostrato tutte le sue potenzialità. Già, potenzialità perchè il 52″8 che è nuovo record italiano potrebbe essere solo una tappa di passaggio nel percorso che porta a Tokyo, tanti sono i particolari in cui può migliorare e dunque attraverso i quali limare centesimi o addirittura decimi. E’ sbocciato e chi aveva dubbi si dovrà ricredere!
SIMONE SABBIONI 7.5: In cinque anni la salute lo avrà sorretto si e no per una dozzina di mesi, sparsi qua e là. Il Covid a metà ottobre sembrava una mazzata da cui sarebbe stato difficile recuperare e invece il dorsista romagnolo, nel giorno in cui Ceccon lo spodesta dal trono del record tricolore, disputa forse il suo miglior 100 dorso degli ultimi anni, sfiorando il record italiano fatto segnare sempre nella piscina di casa per qualificarsi a Rio. Se questa è la strada la speranza è che la sfortuna non ci metta altri zampini.
MARTINA CARRARO 7.5: A due decimi dal suo personale che gli fruttò 16 mesi fa il bronzo mondiale a Gwangju. Non male come prima uscita in vasca lunga della stagione. La condizione c’è, peccato per quei nove centesimi che la separano dalla qualificazione olimpica che invece dovrà conquistare contro la rivale di sempre, Arianna Castiglioni, a marzo. Il risultato di Pilato mette in ombra tutto il resto ma Carraro c’è e vuole continuare a lottare.
ARIANNA CASTIGLIONI 6: Era la terza incomoda, si sapeva ma quello che un tempo era il crono buono per vincere i titoli tricolori, oggi non basta più. Non ha disputato una brutta gara, sia chiaro ma le altre vanno forte, molto forte e serve un cambio di marcia ulteriore da qui a marzo per andarsi a prendere il posto nella squadra per Tokyo 2021.
SILVIA SCALIA 7: Sul 50 dorso è una sicurezza. Non si migliora ma tocca nettamente per prima confermandosi la più forte italiana della specialità. Vedremo come riuscirà a cavarsela nella distanza olimpica. La possibilità per un pass per Tokyo 2021 c’è.
MATTEO CIAMPI 7.5: Vince i 400 dove mancavano i due finalisti di Gwangju e sfiora il personale. Una iniezione di fiducia in vista della battaglia dei 200 e soprattutto della staffetta dove dovrà sudare sette camicie per entrare fra i sei convocati in vista di Tokyo.
LORENZO GALOSSI 7.5: Nel giorno dei giovani, un quattordicenne molto interessante che già si era messo in mostra ai campionati italiani di categoria conquista il suo primo podio tricolore tirando giù 3 secondi al suo primato personale. Basta già così per capire che ne sentiremo parlare, eccome.
FEDERICA PELLEGRINI 6.5: Il sorriso a fine gara dice tutto. Va bene la classe ma senza lavoro pesante i miracoli non si fanno ma l’ultimo (forse) miracolo fa bene a tenerlo per l’anno che verrà. Per ora basta tornare a respirare l’aria della gara.
NICOLO’ MARTINENGHI 6.5: E’ lui il primo a non essere contento della sua prova. La prima vasca è super, poi sbaglia la virata, si incarta e sente piombare sulle spalle tutta la fatica di due mesi insoliti. Arriva comunque un 59″3 che fino a un anno fa avrebbe attirato applausi ma stavolta no, non si accontenta e anche questo è un segnale inequivocabile di crescita.
MATTEO RIVOLTA 7: La ISL gli ha fatto bene. Non è un tempo esagerato, sia chiaro. Ma la fiducia è tornata e l’olimpiade non è poi così lontana.
PIERO CODIA 5: Lontano dai fasti di Glasgow. Sembra entrato in un vortice in cui tutto sembra non andare bene ma ci ha abituato anche a repentine rinascite e la speranza, da qui a marzo, è che ritrovi condizione e fiducia perchè di lui l’Italia ha assolutamente bisogno.
SILVIA DI PIETRO 7: Torna a portare a casa un titolo assoluto a Riccione, il percorso di risalita non è ancora concluso ma è a buon punto e a marzo l’impressione è che si rivedrà la Di Pietro pre-infortuni. Nei 50 farfalla è la numero uno indiscussa.
ALESSANDRO BORI 7: In silenzio, quasi in sordina, si prende un titolo prestigioso come quello dei 50 stile libero tirando giù quasi mezzo secondo dal personale. Cresce molto in fretta e si conferma papabile per un posto nella staffetta veloce.
ALESSANDRO MIRESSI 5.5: Un piccolo campanello d’allarme per i 100. La gara più veloce non è casa sua ma qualcosa di meglio ci si aspettava da uno dei papabili per il minimo olimpico nella sessione invernale. Nella speranza che la doppia vasca si sistemi tutto.
MARTINA RITA CARAMIGNOLI 7: Lei c’è, sempre. Pur senza la rivale e concittadina Simona Quadarella si inventa un 1500 di assalto e fa segnare anche un buon tempo alla faccia del Covid che l’ha colpita a Livigno. La finale olimpica è tutt’altro che un miraggio.
GIULIA SALIN 5: La si attendeva protagonista dopo le buone prove di Roma ma resta lontanissima dai suoi migliori tempi, specchio di una condizione che non sembra sorreggerla. Va aspettata ma questa è una piccola delusione.
Foto Diego Gasperoni