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Nuoto, Benedetta Pilato e il…benedetto rinvio di Tokyo 2020!

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Trasformare una situazione critica in qualcosa di bello. Benedetta Pilato, classe 2005, l’ha fatto e lo vorrà continuare a fare. Nella piscina dello Stadio del Nuoto a Riccone l’azzurra ha risposto presente e con autorevolezza all’appuntamento più importante del 2020: andare alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 nei 100 rana e vivere un sogno.

L’ha fatto Benny, concentrando le proprie attenzioni solo su se stessa, fregandosene delle nostre chiacchiere e dell’assillo di questa gara. Sì, perché dopo aver vinto l’argento mondiale a Gwangju (Corea del Sud) dei 50 rana donne, alla 15enne pugliese si chiedeva più della doppia vasca che del suo stare bene.

Un’attenzione ossessiva che il rinvio dei Giochi per il Coronavirus è riuscita a digerire col tempo. A marzo 2020, probabilmente, non sarebbe riuscita a centrare questo obiettivo, se tutto fosse stato come avrebbe dovuto essere, lei che a fine 2019 nuotava 1’09″20 nei campionati invernali. Pilato, infatti, dalle sofferenze della quarantena, ha saputo trarre forza e una volta tornata in acqua, la ragazza che concepiva il nuoto come un puro divertimento, ha iniziato a metterci altri ingredienti.

Un’atleta professionista, così l’aveva definita in un’intervista a OA Sport Vito D’Onghia (il suo allenatore). Un altro spirito e un’altra consapevolezza che le hanno permesso di crescere in breve tempo, giovandosi di tutte le competizioni a cui ha preso parte. L’ultima, in ordine di tempo, è stata l’International Swimming League. Nella Duna Arena di Budapest (Ungheria), Benedetta ha sfornato prestazioni sensazionali, che l’hanno portata a migliorare più volte i record italiani dei 50 e dei 100 rana (28″81; 1’03″55).

Un’esperienza, in un team di alto profilo e con campioni di primissimo livello (Energy Standard), che ha fatto capire a Pilato di poterci stare alla grande in questa piscina e di mostrare gli artigli quando servono. Il tempo-limite della FIN per Tokyo era impegnativo, ma l’1’06″4 è stato sbriciolato dall’1’06″02 (togliendo un secondo al proprio personale) che l’ha fatta volare in Giappone e l’ha portata in una nuova dimensione (quarto crono all-time a livello europeo e miglior prestazione al mondo nella stagione 2020-2021 e seconda solo all’americana Lilly King, se rapportata all’annata precedente).

Ecco che parlare di un Covid che ha aiutato può apparire paradossale, ma è nelle difficoltà che si vede chi vale e chi no e sicuramente lei che ha dalla sua la gioventù (classe 2005) e la voglia di arrivare, non può che ambire a vette proibite ai “comuni mortali”.

Foto: LaPresse

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