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Nuoto
Nuoto, la rincorsa olimpica degli azzurri: una squadra piena di speranze, giusto mix tra giovani ed esperti
Come esce il nuoto azzurro dallo strano 2020 dei rinvii e come si appresta ad entrare nel 2021 che, fino a prova contraria, sarà anno olimpico? La prima risposta che viene da dare è “tutto sommato bene”. Tanti atleti di punta hanno dovuto fare i conti con il contagio da Covid, ultima delle quali Elena Di Liddo, ma alla fine gran parte di loro non sembra aver risentito più di tanto di stop più o meno lunghi.
Il movimento azzurro del nuoto è reduce da un Mondiale di altissimo spessore: tre ori, due argenti, tre bronzi nelle gare in piscina, 24 posti in finale, numeri mai visti prima e l’anno 2020 per molti degli atleti di punta del movimento italiano doveva essere quello centrale della carriera, ma solo un’atleta ha annunciato in anticipo la sua intenzione di fermarsi dopo Tokyo 2020, Federica Pellegrini, mentre per tutti i nuotatori d’elite Tokyo non sarà un capolinea probabilmente neppure nel 2021. Quali possono essere le speranze di medaglia in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020? Le selezione tricolore ha un poker d’assi, protagonista assoluto otto mesi fa a Gwangju: Gabriele Detti (bronzo nei 400 sl), Gregorio Paltrinieri (oro negli 800 sl e bronzo nei 1500 sl), Federica Pellegrini (oro nei 200 stile sl) e Simona Quadarella (oro nei 1500 sl e argento negli 800 sl) rappresentano quelle certezze in vista del 2021. A Riccione il solo Paltrinieri ha ottenuto risultati di alto spessore (nei 1500 avrebbe strappato il pass olimpico), mentre Quadarella e Detti proprio non c’erano e Pellegrini ha interpretato la presenza agli assoluti come una tappa per ritrovare la migliore condizione.
La novità, che ormai novità non è più, è Benedetta Pilato. ormai parlare di prodigio non è più una bestemmia, anche se ha 15 anni, anche se sarà alla sua prima Olimpiade (perché lei ci sarà), anche se la sua gara prediletta sono i 50 e non i 100, unica gara della rana veloce che assegna medaglie ai Giochi. Sarà una marcia di avvicinamento complicata, tortuosa, perchè potrà capitare prima o poi che scenda in vasca e non si migliori, a differenza di quanto fatto finora ma sembra che la campionessa tarantina, argento a Gwangju nei 50 rana, abbia anche la capacità di resettare in fretta e ripartire più forte di prima nella gara successiva. programmata per vincere. Martina Carraro (bronzo a Gwangju nei 100 rana) e Arianna Castiglioni (finalista dei 100 rana ai mondiali e bronzo europeo in carica) si giocheranno l’altro posto per Tokyo, solo sfiorato da Carraro nei 100 rana a Riccione.
Sempre in campo femminile Pellegrini e Quadarella restano le leader della Nazionale. La veneta, a Gwangju, ancora una volta ha sorpreso tutti e si è portata a casa la quarta medaglia d’oro iridata in carriera nei 200 sl, nuotando un tempo eccezionale (1’54″22, record italiano in tessuto) che la rilancia proprio per le Olimpiadi. L’azzurra ha un po’ un conto aperto con i Cinque Cerchi e sarebbe ideale per lei chiudere la carriera (anche se l’impressione è che fino a Roma 2022 possa arrivare) con una medaglia al collo, ben consapevole che i guai fisici di Katie Ledecky e l’assenza di altre atlete hanno agevolato da questo punto di vista il riscontro finale in Corea del Sud e che la crescita di qualche giovane come Haughey e Anderson la costringerà ad un super lavoro. Il medesimo ragionamento vale anche per la romana. L’oro delle trenta vasche a Gwangju, con la statunitense ai box, è stato il frutto della definitiva maturazione di un’atleta che ha tolto 8″ circa al proprio personale. Negli 800 sl il confronto diretto con Ledecky non al 100%, poi, è stato da urlo e il coraggio di provarci fa ben sperare. Il 2020 non sarà un anno da ricordare per Simona Quadarella ma tirare il fiato, dopo tre stagioni vissute a mille all’ora, ci poteva anche stare.
Gli uomini (ma sarebbe più corretto dire “i ragazzi”) dei Campionati Assoluti di Riccione sono stati Nicolò Martinenghi e Thomas Ceccon. Il primo, dopo aver fallito l’assalto al personale sui 100, si è rifatto ampiamente sia sui 50 ritoccando il record italiano e sui 200 abbassando sensibilmente il personale in una gara in cui potrebbe iniziare a credere. Già così è da finale olimpica ma ha ulteriori margini di miglioramento in una gara che promette scintille, con la crescita esponenziale del bielorusso Shymanovich che ha appena tolto a Peaty il record del mondo.
Thomas Ceccon è ufficialmente entrato a far parte dei “grandi”, dopo una carriera giovanile lunga perché iniziata molto più presto rispetto agli altri. In prospettiva olimpica nei 100 dorso è ancora lontano dalla zona medaglie ma può limare ancora tanti decimi al suo record, mentre nei 100 stile libero può diventare un pilastro della staffetta. L’impressione è che il suo completamento arriverà definitivamente solo quando si concentrerà anche nei 200 misti.
Ci sono tante altre possibile carte da finale o medaglia per l’Italia in prospettiva Tokyo, con o senza qualificazione olimpica già centrata. Federico Burdisso (quarto al Mondiale con record italiano nei 200 farfalla uomini) ha mostrato doti importanti anche se l’approccio al mattino e ai turni intermedi andrà assolutamente migliorato. Bene anche Marco De Tullio. Da due anni alla corte di Stefano Morini, il fondista classe 2000 a Gwangju ha tolto al suo crono dei 400 sl ben 4″ e al Sette Colli ha piazzato un tempo da urlo sui 200. Una crescita costante che può far pensare che questo ragazzo abbia tutte le carte in regola per contrastare il suo compagno di allenamenti Detti fin dall’anno prossimo e, chissà, entrare nel gioco delle possibili medaglie.
Non finisce qui: Alessandro Miressi (campione europeo dei 100 sl) sembra tornato sui livelli di eccellenza di Glasgow 2018 e nessuno alla sua età fa segnare tempi simili ai suoi, Margherita Panziera, rimasta a pochi centesimi dal podio nei 200 dorso a Gwangju, ha ancora tanto da dare e le potenzialità non mancano di certo, sempre considerando che dovrà affrontare una delle gare più difficili dell’Olimpiade con Smith, McKeown, Seebohm, Masse e Hosszu a caccia di un posto sul podio. Ilaria Cusinato (due volte argento nei 200 e 400 misti agli Europei) ha l’obbligo di ritrovarsi, dopo le burrascose decisioni prese dal punto di vista tecnico nel 2019 e un 2020 di rinascita, infine ci sono due staffette maschili, la 4×100 e la 4×200 stile libero, con grandi margini di crescita e con anche tante possibilità di essere protagoniste a livello assoluto.
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Foto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse