Editoriali

Quest’anno niente Pagellone. Ma per lo sport italiano è un 2020 da 8!

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Cari lettori di OA Sport,

chi ci segue con affetto ormai da tempo, in questo periodo dell’anno attende con trepidazione alcuni appuntamenti fissi. Il calendario sportivo con tutti gli eventi della stagione successiva (lo troverete on-line all’alba del 1° gennaio 2021), gli Oscar ai migliori azzurri (da leggere tra il 24 ed il 26 dicembre), persino le imperscrutabili e divertenti profezie di Olympiadamus, immancabili ogni 31 dicembre.

In questo triste 2020 flagellato dalla pandemia non troverete tuttavia il classico Pagellone che, da tradizione, pubblichiamo tra il 23 ed il 24 dicembre. Il motivo è semplice: anche questa volta abbiamo deciso di non venire meno al motto che caratterizza da ormai quasi 10 anni la nostra linea editoriale, ovvero “tutti gli sport hanno la stessa dignità“. Tante, troppe discipline sono rimaste pressoché inermi ed in attesa di una svolta che non è mai arrivata. Pensiamo ad esempio a karate, tiro con l’arco, skateboard, solo per fare qualche esempio. Tante altre hanno visto svolgersi un numero di eventi davvero irrisorio. In sostanza, avremmo potuto dare dei voti solo ad alcuni sport e, per questo motivo, abbiamo preferito declinare: o tutti o nessuno.

Ciò non toglie che lo sport italiano si è rivelato più forte della pandemia. Non è un caso, non può esserlo: noi italiani, da sempre, otteniamo il meglio nelle situazioni disperate, quando tutto sembra perduto. Il 2020 si è rivelato a tratti quasi straordinario. Di sicuro lo è stato per gli sport invernali. Mai come in questa annata il Bel Paese ha raccolto una messe imponente e prestigiosa di sfere di cristallo. Federica Brignone è diventata la prima italiana della storia ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo generale di sci alpino, un’impresa leggendaria che rimarrà negli annali; Dorothea Wierer è stata assoluta protagonista con due ori mondiali ed il bis in Coppa del Mondo; nello snowboard hanno alzato il trofeo più prestigioso anche Michela Moioli nel cross e l’eterno Roland Fischnaller nel parallelo. Senza contare poi la Coppa del Mondo di team-relay di slittino ed i tanti altri trofei di specialità. L’Italia è una potenza conclamata degli sport invernali, ruolo ritrovato dopo aver toccato il fondo a Sochi 2014 al capolinea di un trentennio di trionfi. Il prossimo passo sarà sfruttare al massimo questa forza d’urto nelle prossime edizioni dei Giochi Olimpici di Pechino 2022 e, soprattutto, quelli casalinghi di Milano-Cortina 2026.

Per quanto riguarda gli sport estivi, abbiamo visto oggettivamente poco, troppo poco. Attendevamo le Olimpiadi, dovremo invece attendere ancora poco più di 7 mesi, nella speranza che l’incubo che accompagna la nostra quotidianità venga gradualmente debellato. Nel ciclismo è stata compressa un’intera stagione in appena tre mesi: le tante sovrapposizioni non hanno giovato a nessuno, ma tant’è. Meglio di niente. Al di là dell’atavica mancanza di un corridore da corse a tappe, l’Italia ha raccolto due trionfi eccezionali: il titolo europeo di Giacomo Nizzolo e lo storico oro mondiale di Filippo Ganna nella cronometro, quest’ultimo ormai indiscusso leader del movimento. Conferme dello stato di salute della pista sono giunte sia dai Mondiali sia dagli Europei: alle prossime Olimpiadi la selezione tricolore potrà giocarsi una medaglia in sei diverse specialità (inseguimenti, omnium e madison), anche se resta il grave vuoto relativo alla velocità. Logicamente il ciclismo italiano ha vissuto anni migliori ed è chiaro che la percezione sarebbe completamente diversa qualora fosse sulla cresta dell’onda un giovane campione da grandi giri. I risultati conseguiti appaiono però importanti e degni di nota, soprattutto in relazione ad una concorrenza internazionale sempre più agguerrita.

Nel calcio la Nazionale di Roberto Mancini ha strappato una fondamentale qualificazione per la Final Four di Nations League, che peraltro si svolgerà il prossimo autunno tra Milano e Torino. Un primo passo verso la definitiva redenzione dopo la ‘Grande Vergogna’ della mancata qualificazione ai Mondiali 2018. Non sono mancati gli ori europei negli sport da combattimento: pensiamo ad Odette Giuffrida nel judo ed a Frank Chamizo nella lotta. Lo stesso canottaggio azzurro si è confermato ai vertici continentali. L’Italia si è espressa ai massimi livelli anche nei motori, dove spicca il titolo mondiale di Enea Bastianini in Moto2, con Franco Morbidelli secondo nella classe regina.

Stanno inoltre sbocciando dei giovanissimi dal talento straordinario in diverse discipline: Jannik Sinner nel tennis, Benedetta Pilato nel nuoto, Alex Vinatzer nello sci alpino, Larissa Iapichino nell’atletica, Jonathan Milan ed Elisa Balsamo nel ciclismo su pista. Tanti indizi che lasciano presagire come l’Italia, potenza dal passato glorioso e dal presente vincente, possa ragionevolmente auspicare un futuro altrettanto radioso, se non migliore. Uno sport italiano che, a nostro avviso, nel 2020 merita un 8. Più forte di tutto, più forte della pandemia. E dal 2021 tornerà anche il Pagellone.

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federico.militello@oasport.it

Foto: Lapresse

 

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