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Rugby, le rivelazioni dell’Italia nel 2020. Da Garbisi a Mori, ecco i nomi per il futuro

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Sta per finire un difficile 2020 e tutti guardiamo con speranza al 2021. Il 2020 dell’Italrugby, invece, è finito già quasi un mese fa e, anche qui, si guarda al 2021 sperando di ritrovare quelle vittorie che mancano da troppo tempo al rugby azzurro. Ma gli ultimi 12 mesi, seppur caratterizzati dall’emergenza Covid-19 e dai lunghi stop, fanno ben sperare. Perché sono diversi i giovani a essersi messi in luce.

Franco Smith, neo tecnico dell’Italrugby, non ha lesinato esordi in queste prime uscite azzurre e, sicuramente, il nome sulla bocca di tutti è quello di Paolo Garbisi. Mediano d’apertura, classe 2000, dopo pochissime apparizioni con la Benetton Treviso è stato lanciato in autunno come numero 10 titolare. Con alcuni bassi, certo, ma tanti alti che ne hanno confermato il valore e hanno fatto sì che Smith lo scegliesse come apertura titolare per tutta l’Autumn Nations Cup. Sarà così anche nel prossimo Sei Nazioni?

Se nel pacchetto di mischia il ct sudafricano ha evitato grossi esperimenti, è dietro che, con Garbisi, si sono viste le facce più nuove. C’è Stephen Varney, mediano di mischia italo-gallese, che ha fatto una breve apparizione sul finire dell’Autumn Nations Cup e su cui si punta molto nel futuro prossimo, anche se servirà vederlo all’opera con più continuità per poterlo giudicare, ma soprattutto ci sono tre nomi da segnarsi.

Il primo è Federico Mori, centro, che in questo autunno ha avuto modo di guadagnarsi un buon minutaggio con la maglia azzurra. Nipote del velocista Fabrizio Mori, dallo zio ha ereditato sicuramente la capacità a involarsi negli spazi aperti, ma aggiungendo una fisicità importante che lo rende sicuramente difficile da placcare. Ha ancora molti limiti tecnici, in particolare in difesa, ma è un giocatore su cui sicuramente Smith punta forte.

C’è, poi, Jacopo Trulla. Convocato forse a sorpresa per i raduni che precedevano gli impegni autunnali, l’estremo classe 2000 del Calvisano ha, invece, conquistato prima un posto in panchina e, poi, contro il Galles (complice anche l’assenza di Matteo Minozzi) un posto da titolare. Come per Mori, anche Trulla ha ancora molti margini di crescita, ha mostrato diversi limiti, ma ha anche fatto vedere che alcune potenzialità le ha e che in futuro potrà sicuramente crescere.

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Foto: Ettore Griffoni – LPS

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