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Salto con gli sci

Salto con gli sci, Giovanni Bresadola dà speranza all’Italia, ma la strada da percorrere è lunga

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Il salto con gli sci si è messo alle spalle l’intensa prima parte di stagione, poiché oltre a quattro tappe di Coppa del Mondo si è disputato anche il recupero dei Mondiali di volo di Planica che avrebbero dovuto andare in scena a marzo. Alla vigilia della Tournée dei 4 trampolini, storico spartiacque dell’inverno, è bene tracciare un bilancio della squadra italiana. Al riguardo, si può affermare che si siano visti segnali incoraggianti e vi possa essere uno spiraglio di speranza in ottica futura. Il movimento azzurro è tornato a marcare punti nel massimo circuito dopo ben due anni di digiuno e, al tempo stesso, si riescono a superare costantemente le qualificazioni. Non sono certo risultati impressionanti, ma rappresentano comunque un passo avanti rispetto al vuoto pneumatico del 2019-20.

In particolare hanno destato interesse le performance di Giovanni Bresadola, 23° in una delle due gare di Coppa del Mondo di Kuusamo e 24° nei Mondiali di volo di Planica. Risultati al di sopra delle aspettative della vigilia, considerando che si parla di un diciannovenne dall’esperienza pressoché nulla nel massimo circuito. Eppure il trentino ha dimostrato di sapersi adattare con sorprendente rapidità alle dinamiche delle competizioni di primo livello, riuscendo a essere costantemente competitivo per superare le qualificazioni. Giovanni ha delle grandi qualità fisico-atletiche che, in prospettiva, potrebbero consentirgli di diventare più forte del fratello maggiore Davide, il quale nell’arco della sua carriera ha saputo entrare con regolarità in zona punti, firmando un paio di exploit di livello assoluto, compreso un piazzamento nella top-ten.

Attenzione però ai facili entusiasmi, perché l’atleta in questione è ancora tutto da costruire. Kuusamo è una location di gara molto particolare e chi ha determinate caratteristiche, ovvero attitudine al volo come il piccolo Bresadola, può ottenere subito risultati esaltanti. Nel Mondiale di Planica, evidentemente preparato al meglio, Giovanni ha confermato di avere qualità da volatore, andando al di sopra delle aspettative della vigilia. Nel weekend di Engelberg, invece, si è visto come ci sia molto lavoro da fare per poter essere competitivo anche in contesti in cui il vento non da’, ma toglie, come avvenuto in Svizzera, dove si è gareggiato con forte aria alle spalle. Insomma, il teenager trentino è un autentico work in progress, in grado di togliersi già adesso delle soddisfazioni di un certo rilievo, ma ancora lontano dall’essere un saltatore a tutto tondo.

Sarà fondamentale accompagnarlo nella maturazione tecnica e caratteriale necessaria per essere all’altezza della situazione in ogni dove. In particolare, l’errore più grande sarebbe quello di ritenere che quanto visto a Kuusamo e Planica possa già essere la normalità. Non mancheranno i passaggi a vuoto e, di tanto in tanto, anche le mancate qualificazioni. In particolare già durante la Tournée non sarà semplice entrare nei 50 atleti impegnati in gara, poiché il livello medio delle quattro competizioni previste da qui all’Epifania sarà elevatissimo. Dopotutto, Germania e Austria potranno beneficiare dei propri contingenti nazionali, alzando l’asticella del campo partenti rispetto alle abitudini. Dunque, avanti, ma con cautela, perché ripetere gli stessi errori di gestione fatti con Alex Insam sarebbe imperdonabile.

A proposito del ventitreenne gardenese, bisogna sottolineare come vi sia stata una crescita di rendimento rispetto al nulla assoluto dello scorso anno, quando persino la qualificazione era diventato un ostacolo insormontabile. Oggi, invece, la partecipazione alla gara è tornato a essere un obiettivo alla portata dell’altoatesino. Cionondimeno, l’impressione è che in questo momento l’habitat naturale di Insam non sia la Coppa del Mondo, bensì la Continental Cup. Il problema è che di gare cadette, sinora, se ne sono viste poche a causa delle problematiche generate dalla pandemia di Covid-19. Quindi timidi segnali di ripresa, anche se la strada per recuperare appieno l’atleta del biennio 2016-2017 è ancora molto lunga.

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FOTO: La Presse

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