Sci Alpino
Sci alpino, le pagelle dell’avvio di stagione dell’Italia: conferme per Bassino, Brignone e Goggia, gigantisti e discesisti deludono
Sotto l’albero di Natale gli sciatori azzurri trovano, tra le altre cose, le pagelle del loro avvio di stagione. L’andamento della squadra italiana in questo primo scorcio di Coppa del Mondo 2020-2021 è davvero dai due volti. Da un lato le donne stanno confermando le ottime cose messe in mostra negli ultimi anni, mentre alcune discipline al maschile stanno deludendo, e non poco. Andiamo, quindi, a scoprire chi si è comportato meglio, e chi peggio, in questi primi mesi di gare.
LE PAGELLE DELL’AVVIO DI STAGIONE DEGLI ATLETI ITALIANI
MARTA BASSINO 8.5: due vittorie (gigante di Soelden e primo di Courchevel) e tante buone prestazioni. La nativa di Borgo San Dalmazzo sta confermando una crescita già ben evidente nella scorsa annata. Tra le porte larghe ormai non sci, danza, dando spettacolo come forse nessun’altra. La classifica generale la vede al terzo posto con 323 punti, a meno 142 da Petra Vlhova. Un avvio davvero di livello che, anzi, poteva essere anche migliore. Qualche passo in avanti si è visto anche nelle prove veloci per un 2020 che si conclude davvero nella maniera migliore.
FEDERICA BRIGNONE 8: in primo luogo merita i complimenti per avere digerito in fretta la “sbornia” della vittoria della Sfera di Cristallo della scorsa stagione. La valdostana è ripartita con il piede giusto ed ora si trova al quarto posto della classifica generale con 308 punti a -157 dalla vetta. Secondo posto nel gigante di Soelden e di Courchevel, quindi terza nel superG della Val d’Isere. Le manca solo l’acuto giusto per la vittoria, per il resto sembra davvero essere nelle stesse condizioni che le hanno permesso di vincere la Coppa del Mondo.
SOFIA GOGGIA 7.5: dopo aver messo in mostra passi in avanti corposi in gigante, quantomeno a sprazzi, la bergamasca ha finalmente potuto dire la sua nelle prove veloci con la vittoria nella discesa della Val’Isere e un secondo posto sulla stessa pista. Il duello con Corinne Suter sarà quanto mai vibrante in questa annata nelle discipline più veloci, ma Sofia Goggia vuole il bersaglio grosso a Cortina e farà di tutto per tornare a mettersi medaglie al collo dopo mesi complicati tra infortuni vari.
DOMINIK PARIS 6: oggettivamente non ha troppo senso sparare giudizi su “Domme”. Il fuoriclasse altoatesino è ancora alle prese con una lunga rincorsa alla migliore condizione dopo il brutto infortunio del gennaio scorso. 11 mesi senza gare si stanno, ovviamente, facendo sentire e le prime uscite di questa stagione non hanno avuto altro scopo di far ritrovare il giusto feeling al nostro portacolori. Occorrerà ancora un po’ di tempo per rivederlo al meglio, con il mirino ben puntato verso i Mondiali di Cortina di febbraio.
GIGANTISTI ITALIANI 4: voto cumulativo per un settore in crisi nera. Nei tre giganti disputati quest’anno nessun podio, ed in Alta Badia compiono addirittura un disastro dietro l’altro. Luca De Aliprandini dovrebbe essere la punta di diamante della squadra ma, per un motivo o per un altro, non riesce mai ad azzeccare la gara giusta o due manche di livello. Alle sue spalle, al netto di un Riccardo Tonetti che ci mette sempre il cuore, ormai è già tanto entrare nei trenta per scendere anche nella seconda manche. Davvero troppo poco.
ALEX VINATZER 8: forse potevamo essere ancor più di manica larga con l’altoatesino, ma ci attendiamo talmente tanto da lui che non vogliamo correre con i tempi. Quarto per un soffio nel primo slalom dell’Alta Badia, terzo a Madonna di Campiglio (unico podio azzurro in questo primo scorcio di annata). Per questioni di centesimi non ha centrato risultati migliori, come il successo sulla Gran Risa. Il talento, come si sapeva, è purissimo. Il classe 1999 è pronto al salto di qualità definitivo. Manca poco, ma allo stesso tempo tanto. Costanza di rendimento durante la gara e durante la stagione. Ecco cosa serve per Vinatzer, per passare al 10.
DISCESISTI ITALIANI 4.5: negli ultimi anni il “totem” Dominik Paris ha coperto le lacune di un settore nel quale il ricambio generazionale, anche per colpa di qualche infortunio di troppo, è ancora del tutto assente. Tranne il diciannovesimo posto di Matteo Marsaglia in Val d’Isere, infatti, non abbiamo visto un piazzamento nei primi 28 di uno sciatore che non si chiamasse Dominik Paris. Le prime due discese hanno confermato quanto visto nelle annate precedenti e, se il trend non verrà invertito, il problema sarà quanto mai lampante.
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Foto: Lapresse