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Sci di fondo: Federico Pellegrino, Coppa del Mondo sprint e una rincorsa dai tratti diversi

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Federico Pellegrino ha nelle sue mani un’occasione non da poco: poter tornare a far sua la Coppa del Mondo sprint a cinque anni da quella stagione 2015-2016 in cui dominò la concorrenza con cinque vittorie. Il tutto è dovuto a una serie di circostanze che lo favoriscono.

Prima di tutto, c’è la questione della Norvegia assente almeno fino al Tour de Ski compreso. Senza il gruppo norvegese, spariscono rivali quali l’Erik Valnes versione Ruka e (soprattutto) Johannes Klaebo, l’uomo che ha rivaleggiato con il poliziotto di Nus, togliendogli almeno un paio di Sfere di Cristallo di specialità nel mezzo di questo duello che sta caratterizzando gli anni. Una volta rientrati, per i protagonisti del caso il distacco sarà piuttosto ampio rispetto a quanto avrà, e ha già, ottenuto Pellegrino in termini di punti.

Ci sono poi da considerare le vittorie del trentenne valdostano. Senza Klaebo, ha fatto man bassa di successi, prima a Davos e poi a Dresda (tenendo a mente la particolare, per così dire, situazione di gara della città tedesca). Ma c’è di più: ha comandato con agilità e autorità, confermando che, a tecnica libera, di rivali non ne ha ad eccezione del suo illustre rivale. Le 14 vittorie in skating stanno lì a dimostrarlo, come se non bastassero le immagini diffuse sugli schermi mondiali.

I veri “nemici”, a puro livello sportivo, di Pellegrino sono due: il ritorno di Klaebo dopo il Tour de Ski, ammesso che le intenzioni della Norvegia siano quelle, e la netta prevalenza di gare a tecnica classica dopo la Val Mustair: ce ne saranno infatti quattro nelle successive cinque. In verità, più che a Klaebo, il Campione del Mondo 2017 dovrebbe più guardare ad Alexander Bolshunov, dato che al momento il russo è distante 40 soli punti.

Si può dunque dire che Federico Pellegrino sia favorito per portare a casa per la seconda volta la Coppa sprint? In questo momento, una simile affermazione desta incertezza. Un quadro più chiaro potremmo averlo non già alla fine del Tour de Ski, ma dopo la sprint di Ulricehamm, in Svezia, che nel frattempo è stata spostata al weekend del 6-7 febbraio in modo tale da rendere più organici gli spostamenti. Indirettamente, è anche un aiuto che a lungo non si era voluto concedere a chi termina il Tour de Ski: un weekend di intervallo prima della ripresa. Adesso i 14 giorni ci sono, proprio quelli che Pellegrino ha più di una volta auspicato per permettere non solo a lui, ma a tanti altri fondisti, di arrivare fino al Cermis.

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Foto: LaPresse

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