Sci di fondo

Sci di fondo: Federico Pellegrino protagonista, De Fabiani se la gioca con i russi. I diversi segnali dal femminile

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Il weekend italiano di Coppa del Mondo di sci di fondo a Davos, inevitabilmente, risente della tripla assenza di norvegesi, svedesi e finlandesi: lo stesso discorso si può applicare a tutti gli altri contingenti nazionali. Sono due in particolare i blocchi nazionali che hanno maggiormente usufruito di questa situazione: al maschile quello della Russia, al femminile quello degli Stati Uniti.

Chi si è però saputo ritagliare un posto di primo piano è Federico Pellegrino: il poliziotto di Nus ha semplicemente dimostrato quello che tutti sanno, e cioè che a tecnica libera, dopo Johannes Klaebo, c’è lui. Quasi 22 mesi sono passati dall’ultimo successo, un intervallo di tempo lunghissimo per lui, nel quale ha però rafforzato il suo status di campione di altissima levatura. Quella che ha offerto nel tris di Davos è stata una dimostrazione di forza pura: nei quarti, in semifinale e in finale non ha semplicemente lasciato scampo a nessuno, controllando e allungando a suo piacimento, sapendo perfettamente di avere una, forse due marce in più rispetto a tutti gli altri.

Gli altri buoni segnali arrivano da Francesco De Fabiani, che, al di là di ogni cosa, pare davvero sulla strada del ritornare su livelli di ottima competitività. In terra svizzera, nella 15 km, l’hanno fermato soltanto i russi: sono stati in quattro a precederlo, ma il fatto che lui sia il primo degli “altri” è più che positivo vero Dresda e un Tour de Ski particolare, visto che la Norvegia non manderà i suoi portacolori, a differenza di Svezia e Finlandia. Qualche soddisfazione, in forma di 18° posto, se l’è tolta anche Giandomenico Salvadori, che aveva un gran bisogno di fiducia e adesso può ottenerne in abbondanza.

Contrastanti i segnali dal settore femminile: se Lucia Scardoni è andata molto vicina a ottenere la finale (alla fine è stata classificata ottava), la prova sui 10 km ha visto sia Francesca Franchi che Anna Comarella finire a metà della zona punti. Se per l’una è il miglior risultato in Coppa del Mondo, per l’altra qualche occasione in cui è andata meglio si è avuta in passato. In merito alla gara della nativa di Pieve di Cadore, però, va detto che si è trovata per qualche chilometro non lontana dalla top ten, ed è proprio da lì che si potrà costruire ancora di più in vista non tanto di Dresda (che non prevede gare sulla distanza) quanto del Tour de Ski.

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Foto: LaPresse

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