Sci di fondo

“Sogno Francesco De Fabiani sul podio del Tour de Ski e Lucia Scardoni su quello della sprint della Val di Fiemme” ‘L’ululato del Bubo’ con Fulvio Valbusa

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La Coppa del Mondo di sci di fondo si appresta ad affrontare il primo highlight stagionale, ovvero il Tour de Ski. La XV edizione della prova multi stage per antonomasia si annuncia però priva di tanti protagonisti annunciati, in quanto la Norvegia ha deciso di disertare l’appuntamento, ritenendo troppo elevato il rischio di contrarre il Covid-19 durante gli spostamenti verso le località di gara, nonché durante i trasferimenti tra le stesse. La proposta norge di disputare l’intera manifestazione nello stesso luogo, allo scopo di creare una bolla, è stata rifiutata dalla Fis. Di conseguenza avremo un Tour de Ski zoppo, poiché verranno meno i principali temi d’interesse. Allo scopo di trovare motivi per seguire comunque l’evento, sentiamo qual è la visione del campione olimpico di Torino 2006 Fulvio Valbusa nella quinta puntata de “L’ululato del Bubo”.

Bubo, cominciamo dal settore maschile. C’è qualcosa da dire in merito, oppure il vincitore è già scritto?
“Sappiamo benissimo qual è il peso specifico dei norvegesi, quindi senza di loro Alexander Bolshunov è strafavorito, sia perché è il vincitore dello scorso anno, sia perché a Davos e Dresda ha dimostrato di essere un gradino al di sopra della concorrenza che si troverà ad affrontare. Peccato non vedere Sergey Ustiugov, altrimenti anche senza i vichinghi avremmo potuto assistere a un gran duello in un Tour de Ski all’insegna della Russia. Invece non sarà così e, se permetti, fatico a dare a Bolshunov la nomea di ‘uomo da battere’, nel senso che forse nessuno ha la possibilità di batterlo! Diciamo che per tutti gli altri sarà ‘l’uomo da cui non farsi dare troppi minuti’ ”.

Dai, non fare così! Altrimenti viene il latte alle ginocchia in partenza… Però è difficile darti torto, soprattutto se Bolshunov dovesse stare bene. Quantomeno possiamo dire che ci sarà lotta per gli altri due gradini del podio?
“Sì, la partita per il secondo e il terzo posto è aperta. Sempre in casa Russia occhio ad Andrey Melnichenko, perché è in forma e ha già dimostrato di sapere andare forte sul Cermis. Un altro da seguire sarà Iivo Niskanen, in quanto senza norvegesi è conscio di avere una grande occasione di fronte a sé. Personalmente non darei per spacciato in partenza neppure Dario Cologna. È vero, sinora è stato in ombra e ormai la carta d’identità non è più dalla sua parte, però è una vecchia volpe e non mi stupirei di vederlo improvvisamente in lotta per le posizioni che contano. Infine, c’è qualcun altro a cui vogliamo tanto bene che potrebbe sognare qualcosa di grosso”.

Se non lo vuoi dire tu, lo dico io. Parli ovviamente di Francesco De Fabiani, che si è classificato nono due anni fa. All’epoca però c’era una pletora di norvegesi, i quali non saranno della partita nei prossimi giorni. Cosa possiamo aspettarci da lui? Qual è il suo obiettivo? Parlare di podio è azzardato? Forse è più realistico mirare a un piazzamento tra i primi sei?
“L’hai detto tu, due anni fa Francesco è arrivato nella top-ten, ma aveva davanti cinque norvegesi. Diciamo che l’obiettivo deve essere migliorare quel nono posto, d’altronde l’assenza della Norvegia genera una grande occasione che sarebbe un vero peccato non sfruttare. Per lui sarà importante partire con il piede giusto nelle tappe svizzere. Sappiamo cosa serve a Francesco per andare forte, ovvero cominciare bene e poi avere una costante riconferma. Se dovesse galvanizzarsi, allora si potrebbe davvero sognare”.

Cosa significa sognare?
“Ma insomma, vuoi proprio farmelo dire! E va bene, se De Fabiani dovesse disputare un Tour de Ski davvero da sogno, allora potrebbe salire sul podio. In ogni caso, non sarà affatto facile chiudere tra i primi tre. Io spero possa trovarsi nel gruppo di chi si gioca le posizioni subito a ridosso di Bolshunov, tutto qua. Poi vedremo cosa succederà”.

Cosa mi dici di Federico Pellegrino?
“È una garanzia e farà il suo. È il favorito per vincere in Val Müstair, dove si gareggerà a skating. Inoltre me lo aspetto sul podio anche nella sprint in alternato della Val di Fiemme. Senza norvegesi sono convinto che in tecnica classica, a parte Bolshunov, possa giocarsela con tutti i presenti”.

Ci saranno anche altri cinque italiani. Qual è il tuo commento sulle convocazioni e quali sono le tue aspettative su Giandomenico Salvadori, Davide Graz, Mirco Bertolina, Michael Hellweger e Paolo Ventura?
“Le scelte mi sono piaciute e spero che tutti possano portare a termine il Tour de Ski. Per come la vedo io, se inizi la manifestazione allora la devi finire, a meno di malanni. I ritiri strategici non mi piacciono e secondo me si tratta di un’autentica mancanza di rispetto nei confronti dell’evento. Peraltro, senza norvegesi c’è veramente la possibilità di ottenere un bel piazzamento sul Cermis. Quindi la parola d’ordine sarà stringere i denti, tenere duro e arrivare in fondo. Riguardo gli azzurri, spero che riescano a gasarsi e ottenere qualche bel risultato in grado di dare morale e nuova consapevolezza nei propri mezzi. Se così dovesse essere, potrebbe instaurarsi un circolo virtuoso costruito sulla fiducia e l’autostima grazie al quale sarà possibile crescere nelle gare successive al Tour de Ski”

Passiamo alle donne. La Norvegia ha vinto le ultime sette edizioni, ma sappiamo bene che quest’anno le cose andranno diversamente. La XV edizione comincia con premesse anomale, nel senso che a differenza del recente passato si annuncia maggiore incertezza in campo femminile. Chi è la favorita, se ce n’è una?
“Effettivamente senza Therese Johaug, che poteva permettersi di dare un minuto e mezzo a tutte sul Cermis, mi aspetto grande lotta. Sul mio personalissimo cartellino la favorita è Natalia Nepryaeva, perché è arrivata seconda nelle ultime due edizioni e perché deve rispondere sul campo alle critiche ricevute in patria per un inizio di stagione ritenuto sottotono. Attenzione però, perché appena dietro alla russa vedo altre quattro serie pretendenti al successo finale. Due sono americane, ovvero Jessie Diggins e Rosie Brennan. Le altre due, invece, svedesi, cioè Frida Karlsson ed Ebba Andersson. Al riguardo, occhio alle scandinave, perché arriveranno al Tour de Ski con un percorso diverso rispetto alle altre tre e potrebbero avere più energie da spendere”.

Capitolo Italia, le punte saranno Lucia Scardoni e Greta Laurent. Fari puntati sulle sprint, come d’abitudine.
“Mi espongo e dico che mi aspetto un podio da Lucia Scardoni. Almeno ci spero, perché le possibilità sono molto concrete. Non si tratta di metterle pressione addosso, ma è una constatazione che mi sento di fare sulla base di quanto visto nella sprint di Dresda, durante la quale Lucia ha avuto il giusto atteggiamento. Proprio per questo mi viene da sperare bene in vista della sprint della Val di Fiemme. Il tracciato le si addice particolarmente e la tecnica è la sua preferita. Spero davvero che possa esprimersi al meglio in quel contesto, in quanto se dovesse riuscirci sarebbe sicuramente da top-three. Riguardo Greta Laurent, deve dimostrare di poter arrivare oltre le qualifiche. Sappiamo che il potenziale c’è, si tratta solo di concretizzarlo. Il mio augurio è di vederla in una finale”.

Invece quali sono i tuoi pensieri su Anna Comarella, Elisa Brocard, Francesca Franchi, Ilaria Debertolis e Martina Di Centa?
“Mi limito a dire che spero di vederle tutte in cima al Cermis, perché può servire sia alle veterane che alle giovani. Portando a termine il Tour de Ski, i risultati possono arrivare. La fortuna bisogna sapersela cercare e lo si fa buttando il cuore oltre l’ostacolo. Correndo con coraggio e perseveranza, si può essere premiate”.

ULULATO DEL BUBO – PUNTATE PRECEDENTI

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Foto: Davide Glatz

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