Ciclismo
Stipendio Fabio Aru: quanto guadagna alla Qhubeka-Assos? Salario ridimensionato, ma i bonus…
Qualche giorno fa Fabio Aru ha firmato un contratto con la Qhubeka-Assos per la stagione 2021. Si tratterà di una vera e propria ultima spiaggia per il Cavaliere dei Quattro Mori, desideroso di ritrovare quelle sensazioni ormai smarrite da troppo tempo. Di fatto il 30enne nativo di San Gavino Monreale ha ottenuto i migliori risultati della carriera con la maglia dell’Astana, dove veniva coccolato quasi come un figlio dal ds Giuseppe Martinelli. Con la compagine kazaka vinse una Vuelta ed ottenne due podi al Giro d’Italia, nonché una quinta piazza al Tour de France 2017, quando vestì anche la maglia gialla. La carriera di Aru sembra essersi arrestata proprio quell’anno, perché il successivo triennio con la UAE Emirates non ha portato alcun risultato degno di nota, se non ritiri, problemi fisici, operazioni e delusioni in serie.
Con la squadra degli Emirati, inutile girarci attorno, il feeling non è mai nato. Ben presto le due parti si sono stancate l’una dell’altra. Il rapporto, tuttavia, si è trascinato per un lunghissimo triennio a causa di un ricchissimo contratto. All’inizio del 2018 Aru poteva venire considerato a buon diritto come uno dei migliori cinque interpreti al mondo per le corse a tappe, peraltro nel pieno della maturità agonistica. Fu dunque un ingaggio faraonico a convincerlo a lasciare l’Astana ed ancora in questo 2020 è stato il quinto ciclista più pagato al mondo, avendo incassato 2,6 milioni di euro. Meglio di lui solo Peter Sagan (5 milioni), Chris Froome (4,5), Geraint Thomas (3,5) ed Egan Bernal (2,7). Vincenzo Nibali, in questa speciale classifica dei Paperoni del ciclismo, occupa la nona piazza con 2,1 milioni.
Dopo un triennio avaro di risultati, non c’era di certo la fila alla porta di Fabio Aru, il quale si è anche proposto senza successo con l’Astana. Non è un caso che il corridore italiano sia stato uno degli ultimi a firmare un contratto in vista della prossima stagione. La scelta è ricaduta su una squadra salvatasi in extremis dal fallimento: dopo l’addio dello sponsor principale, si è infatti rivelato decisivo l’intervento della multinazionale svizzera Assos. Il sardo è stato corteggiatissimo anche dalle Professional italiane, in particolare Bardiani e Vini Zabù Ktm. Il vincitore della Vuelta 2015 ha optato però per una formazione del World Tour per un motivo molto semplice: ciò gli assicura la partecipazione a tutte le principali competizioni del calendario internazionale. In una Professional, al contrario, il programma delle corse stagionali sarebbe stato soggetto ad inviti e wild-card da parte degli organizzatori. Inoltre Aru troverà nella nuova squadra un grande veterano come Domenico Pozzovivo, corridore con cui è difficile non andare d’accordo e che potrebbe fungere come una sorta di fratello maggiore.
Ad oggi non esiste alcuna ufficialità riguardo allo stipendio che percepirà Fabio Aru nel 2021: nel ciclismo, a differenza del calcio, vige sovente un grande riserbo sull’argomento. E’ possibile tuttavia effettuare delle stime. E’ indubbio un ridimensionamento nettissimo rispetto ai tempi della UAE Emirates. Tradotto: non vi sono dubbi che l’ingaggio sia passato da sette a sei cifre. Per i corridori del World Tour è previsto un salario annuale minimo di circa 40000 euro, ma chiaramente i numeri salgono a seguito della contrattazione tra i team ed i corridori. E’ chiaro che un ciclista dal palmares dell’italiano non può accontentarsi dello stipendio minimo, tuttavia è altrettanto vero che viene da ben tre stagioni avare di sussulti.
Ad OA Sport risulta che lo stipendio annuale di Fabio Aru con la Qhubeka-Assos potrebbe aggirarsi tra i 100000 ed i 120000 euro. Dovrebbero essere stati previsti inoltre dei bonus contrattuali in base ai piazzamenti che, se ottenuti, a quel punto farebbero lievitare di molto il compenso. Il concetto è semplice: Aru dovrà inizialmente ‘accontentarsi’ di poco, avendo tuttavia l’occasione di rimpinguare in maniera decisa i guadagni a suon di risultati. Pare che le proposte di Bardiani e Vini Zabù Ktm fossero più allettanti rispetto a quella della compagine sudafricana che, come detto, sino a qualche settimana fa non sapeva neppure se sarebbe stata ancora in gara nel 2021 e dunque non in grado di offrire la luna.
Fabio Aru, ad ogni modo, ha ripetuto più volte di non badare all’aspetto venale: “Non penso ai soldi, cerco un progetto“. La Qhubeka-Assos, in questo senso, potrebbe rappresentare la scelta giusta, soprattutto perché gli consentirà di poter prendere parte a tutte le corse del World Tour. In fondo a 30 anni non è di certo vecchio, anzi. Tornasse quello di un tempo, avrebbe ancora almeno cinque stagioni buone dinanzi a sé. Sarà la strada ad emettere l’inappellabile verdetto da cui, inevitabilmente, deriverà anche il conto in banca.
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