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Tennis: Russia squalificata per due anni, Rublev e Vesnina guardano alle Olimpiadi da ‘indipendenti’

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Solo uno sconto per la Russia sportiva. Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha accolto parzialmente il ricorso della Rusada, l’agenzia antidoping nazionale, riducendo così la squalifica che venne inflitta dalla Wada lo scorso anno per le accuse di doping di stato: sono dunque diventati due gli anni di ban dalle competizioni internazionali. Cambia poco però per le prossime edizioni delle Olimpiadi di Tokyo e quelle invernali del 2022 a Pechino: la Russia non potrà partecipare a questi eventi come Nazione, con inno e bandiera non ammessi. Ma gli atleti potranno partecipare, a patto di presentarsi come ‘indipendenti’, vale a dire neutrali, e dimostrando di non aver avuto alcun coinvolgimento nel complesso sistema dopante nazionale.

Alcuni atleti si stanno già informando sulle procedure per potersi presentare a Tokyo 2021 sotto la bandiera a cinque cerchi del CIO. Uno dei movimenti più attivi sotto punto di vista è quello tennistico, con Andrey Rublev ed Elena Vesnina a fare da apripista. Il numero 8 al mondo, uno dei tennisti più in forma di tutto il 2020, ha già manifestato il suo interesse a partecipare al torneo olimpico come neutrale, mentre la Vesnina, ferma da fine 2018 dopo essere diventata mamma, non vuole perdere l’opportunità di difendere la sua medaglia d’oro conquistata a Rio 2016 nel doppio assieme ad Ekaterina Makarova, con cui in carriera ha vinto tre prove dello Slam. Assieme a loro anche Karen Khachanov è pronto a presentarsi da indipendente.

Restano invece un pochino più in disparte Daniil Medvedev: il numero uno del Paese e ultimo vincitore delle ATP Finals non ha ancora dato segnali da questo punto di vista, ma sarebbe davvero sorprendente una sua totale chiusura alla partecipazione al torneo olimpico. Che negli ultimi vent’anni ha portato ben tre medaglie d’oro con Yevgeny Kafelnikov a Sydney 2000, Elena Dementieva a Pechino 2008 e la coppia Vesnina/Makarova a Rio 2016.

I tennisti che vorranno partecipare non dovrebbero trovare troppi ostacoli sulla loro strada che va verso il Giappone. ATP e WTA, i massimi circuiti mondiali, hanno affidato da anni i controlli antidoping al Tennis Anti-Doping Programme (TADP), certificato dalla WADA, quindi gli stessi russi sono già da anni nelle mani dell’agenzia che ha accusato il loro Paese. Resta però ancora un punto interrogativo che riguarda i tornei: la sanzione della WADA in teoria bloccherebbe la Russia dall’organizzazione di tornei internazionali di ogni tipologia sportiva.

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Foto: Lapresse

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