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America’s Cup, budget ed equipaggio i segreti di Ineos. E Luna Rossa ora spera nell’estate…
Cominciamo dallo spettacolo. Sublime, intenso, di quelli che ti tengono incollato davanti allo schermo. Questi Ac75 volanti non deludono, mettono a dura prova le coronarie di chi guarda e forse anche di chi naviga.
C’è chi non li ama, qualcuno addirittura li detesta, perché non si cambiano le vele, non si issano gli spinnaker, non ci si può immaginare al timone, ma il tasso di adrenalina che sta trasmettendo la Prada Cup ha pochi eguali nella storia della Coppa America: siamo a un livello di agonismo fuori dal comune.
La regata che ha segnato il passaggio diretto alla finale di Prada Cup di Ineos Team Uk ha visto cambiare la leadership nove volte, un continuo inseguirsi e raggiungersi tra Luna Rossa e gli inglesi. Una regata aperta fino all’ultimo incrocio a pochi minuti dalla fine, quando l’equipaggio italiano ha tentato la carta della protesta, della richiesta di penalità agli inglesi, ma i giudici, gli umpires, hanno alzato bandiera verde. Luna Rossa ha alzato bandiera bianca. In tutta la regata ci sono stati ben tre richieste di penalità da parte degli italiani, sempre respinte e questo non è piaciuto.
Da quando sono iniziati i round robin la barca del Circolo vela Sicilia ha perso contro Ineos tre regate su tre, ma in mare c’è sempre stata battaglia e spesso la prua nera con la riga rossa è stata davanti, mai una regata di Ac75 è stata così combattuta come questa, Sir Ben Ainslie l’ha definita la più bella regata cui abbia mai partecipato.
Ovvio che ci fossero molti vantaggi a vincere oggi e tornare in mare domani per tentare di andare dritti alla finale Prada Cup, invece quella corsia preferenziale l’ha presa la barca inglese e dal venerdì si torna in regata contro American Magic che avrà la carica della tigre ferita. Domani, anche perché c’è una previsione di vento ancora più intenso dei 18-20 nodi di oggi, Luna Rossa e Ineos hanno deciso di lasciar perdere la regata di allenamento a puro beneficio delle televisioni. La Coppa America non è per cuori deboli.
Quando in una regata ci sono continui sorpassi e contro sorpassi vuol dire che c’è equilibrio, ma allora perché Luna Rossa ha perso ancora? Francesco Bruni ha riconosciuto che due virate sbagliate in momenti cruciali hanno condizionato il risultato finale, ma che sulla tattica non hanno nulla di cui rimproverarsi e che l’organizzazione dell’equipaggio non è in discussione, pur riconoscendo che gli inglesi hanno una gestione a bordo vantaggiosa. Se lavori da tre anni per avere due timonieri, convinto della tua scelta, non puoi più modificare l’assetto quando sei mani e piedi dentro la competizione. Una volta i velisti italiani erano di seconda fascia; proprio grazie alle sfide alla Coppa America, da Azzurra a Italia, al Moro, a Mascalzone Latino e Luna Rossa, oggi siamo al top, in barca e a terra. Luna Rossa, tolto James Spithill che è australiano e ha vinto due volte la Coppa America, può contare su un equipaggio tutto italiano. Qualcosa di cui essere orgogliosi.
Gli inglesi sono stati maestri nell’arte della vela da quando esiste, eppure da 170 anni non riescono a riprendersi quella vecchia brocca e in 36 edizioni hanno di gran lunga la maggioranza assoluta delle sfide, ricordiamolo sempre da perdenti. Questa volta, grazie ai milioni di sterline di Jim Ratcliffe, il re della chimica, secondo uomo più ricco del Regno Unito, ci credono. Dopo il disastro di dicembre sono sbocciati, ma i giochi non sono fatti. Non c’è dubbio che la forza sia nell’equipaggio: nei colossi che girano le manovelle dei winch con avambracci che fanno provincia sempre in magliettina e calzoncini, ma soprattutto nell’afterguard, quelli che prendono le decisioni.
Ben Ainslie e Gil Scott hanno vinto cinque medaglie d’oro olimpiche in cinque edizioni dal 2000 al 2016, l’Italia tre in tutta la sua storia olimpica. Quindi qualcosa in più devono averlo nell’arte di andar per mare tra le boe, ma in uno sport dove è difficilissimo fare pronostici perché al vento non si comanda mai dare nulla per scontato. Ora sotto nella semifinale, magari sperando in condizioni meteo più amichevoli, perché vogliamo vedere la barca nera danzare quando il vento è più gentile, l’hanno studiata per quello, per l’estate di alta pressione. Quando si passa il turno al meglio delle sette regate, una dietro l’altra tutto il passato viene resettato. La storia lo insegna.
Stefano Vegliani