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America’s Cup, Luna Rossa favorita per la Prada Cup? Colmato il gap con vento sostenuto. E le volanti…
Alla conferenza Stampa dopo la regata Ben Ainslie, il timoniere e skipper di Ineos Team Uk, aveva tutte le ragioni per sfoggiare un sorriso come non si vedeva da tempo. Le due vittorie nella giornata inaugurale della Prada Cup hanno confermato che fare pronostici è difficile e che fino all’ultimo ci sarà incertezza. In tre settimane un somaro è diventato uno straordinario purosangue. La barca inglese, che qualche sprovveduto aveva dato per cadavere, è risorta. Come ha detto alla viglia lo skipper hanno cambiato tutto quello che era possibile: albero, elevator, timone, vele e soprattutto i foil che si sono fatti notare per una punta a becco d’aquila.
https://www.oasport.it/2021/01/live-prada-cup-in-diretta-luna-rossa-sfida-american-magic-ineos-per-lallungo/
Come ha detto Ben Ainslie a James Spithill alla conferenza stampa: “Tu sai che può succedere, che raddrizzare una situazione negativa non è impossibile”, ricordando quando, con Spithill al timone e Anslie alla tattica, nel 2013 il catamarano di Oracle rimontò da 1 a 8 a 9 a 8.
Questo vale ovviamente anche per American Magic che è stata letteralmente strapazzata dagli inglesi. La cosa che ha colpito di più degli americani è stato un passo indietro nella capacità di manovrare. Perché puoi anche perdere la partenza ma poi cercare di continuare a combattere, cosa che Dean Barker (il timoniere che nel 2013 era stato sopraffatto a san Francisco) e il suo equipaggio non sono mai sembrati in grado di fare.
In vento dato all’inizio della giornata tra 10 e 15 nodi ha poi avuto un’oscillazione tra 12 e 16, sicuramente sono condizioni che gli inglesi prediligono. Ma la briscola che Ineos, con il suo equipaggio stellare che conta una invedibile dose di medaglie olimpiche, ha messo sul tavolo sono state le partenze che hanno in entrambe le regate annientato gli avversari.
Mentre American Magic ha dato l’impressione di non voler ingaggiare un duello serrato lasciando agli avversari di difendere il lato destro del campo di regata, Luna Rossa è andata all’attacco, ma è rimasta penalizzata, come ha spiegato Spithill in conferenza, da un piccolo salto di vento che ha ritardato il passaggio della linea quel poco da lasciare la barca italiana nei rifiuti del vento inglese.
Che la partenza sia un momento cruciale della regata è una delle chiavi del Match Race, è così da sempre se si parte di bolina. Ecco che anche con le barche iper-tecnologiche e avveniristiche torna in ballo il fattore umano. Ben Ainslie era certo che bisognasse stare sulla destra del campo, perché il percorso C, uno di quelli più vicini alla città, è condizionato dalla conformazione della costa e perché prima che delle informazioni del meteorologo era andato a provare la bolina, proprio come si fa nelle classi olimpiche per decidere se conviene partire vicino alla barca giuria o alla boa.
Luna Rossa ha perso come American Magic dagli inglesi, tutto si è risolto in partenza, come detto, complice un salto di vento, ma poi la barca nera con la sottile linea rossa ha combattuto, senza perdersi d’animo, a un certo punto dai microfoni di bordo si è sentito un “dai ragazzi che ci siamo” di Pietro Sibello, ma poi la possibilità di ribaltare la situazione non si è verificata. Il bordeggio era obbligato e gli inglesi non hanno mai lasciato la porta socchiusa per poter provare veramente a entrare. Nonostante qualche sbavatura in manovra il distacco è sempre stato sotto i 30 secondi, ma soprattutto le analisi sulle prestazioni dei due AC75 molto simili.
Tommaso Chieffi, uno dei veterani italiani di Coppa America, da Italia, al Moro a Oracle, insomma uno che sa leggere bel al di là del risultato in mare, ha detto: “Secondo me il favorito a vincere la Prada Cup resta Luna Rossa, sono superiori con vento leggero e hanno dimostrato di aver colmato il distacco anche con vento forte come oggi”.
Luna Rossa come previsto si è presentata con le volanti armate come tutti gli altri, ma a quanto pare non è stato un grosso handicap in termini di performance, magari può avere avuto un peso in quelle incertezze in manovra. Terminata la regata comunque l’equipaggio italiano ha avuto un lungo debriefing in mare, tanto che la conferenza stampa è cominciata con mezz’ora di ritardo perché Luna Rossa non era rientrata in porto. In quel quei lunghi minuti probabilmente è stato affrontato anche il tema della protesta che il team italiano ha presentato contro Ineos: la randa degli inglesi ha una bugna per tesare la base della randa che è vietata dal regolamento di classe. La giuria ha dato ragione alla protesta, ma non ha penalizzato gli inglesi perché chi aveva misurato la vela, l’aveva stazzata si dice in termine tecnico, non aveva posto obiezioni, però non potranno più avere quel buco nella randa. Insomma ecco la risposta alla protesta che per ora sta impedendo a Luna Rossa di navigare senza volanti. Ma su questo non c’è ancora un verdetto definitivo. Gli animi sono caldi: fa parte della storia. Nel 1983, quando Australia Due teneva la chiglia nascosta dietro pesanti teloni per non mostrare le sua alette, gli americani fecero una fila di proteste sia per contestare l’uso dei teloni e poi per cercare di far dichiarare illegale la famosa chiglia con le ali, persero le proteste e anche la Coppa. Nel 1992, durante la finale della Louis Vuitton Cup, il Moro di Venezia riuscì a dimostrare che i neozelandesi usavano il bompresso in modo non conforme. Non solo riuscirono ad avere ragione, ma gli attacchi che Raoul Gardini in persona portava in tutte le conferenze stampa, accusando gli avversari di essere degli imbroglioni, li mandò nel pallone e servì per vincere quella finale in rimonta. Qui oramai si litiga su tutto, non solo su una questione tecnica come quella dell’ultima protesta, ma anche sulla dimensione degli adesivi degli sponsor. Battaglia in mare, ma anche a terra. Ne vedremo delle belle.
Stefano Vegliani
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Foto: Luna Rossa Press