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America’s Cup, Luna Rossa migliora l’aerodinamica senza volanti. E spunta il nuovo timone…

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Volanti sì, volanti no! A prescindere dal fatto che oggi tiene banco la scuffia spettacolare di Emirates Team New Zealand durante la regata di allenamento contro gli inglesi di Ineos Team Uk, negli ultimi giorni si è parlato molto dell’interpretazione numero 72 sull’uso delle volanti, o paterazzi (in inglese backstays) da parte di Luna Rossa Prada Pirelli. Le volanti sono i cavi che sorreggono l’albero a poppa e che servono a seconda della tensione a modificare l’inclinazione dell’albero e la forma della randa, ma sia nelle regate delle World Series di metà gennaio che nei tanti video di allenamento la barca italiana spesso ha navigato senza. Unica tra tutte le 4 barche. Perché questa decisione? Per migliorare l’aerodinamica: quando navighi a tre o addirittura quattro volte la velocità del vento tutto quello che fa resistenza può rallentare. Si è visto per esempio che Luna Rossa ha montato una sorta di cupolino per tenere i grinder nascosti. I neozelandesi per lo stesso motivo hanno un bordo molto alto.

Naturalmente non avere le volanti vuol dire condizionare altri particolari della navigazione e il taglio delle vele, insomma non è certo una cosa improvvisata, ma studiata attentamente sia con i sofisticati sistemi di previsione delle performance al computer, che al simulatore.
Ovviamente l’idea degli italiani non è passata inosservata e siccome storicamente la Coppa America non si combatte solo in mare, ma anche a terra, è arrivata una richiesta ufficiale al comitato sulla possibilità o meno di togliere le volanti. “E’ ovvio che chi ha chiesto di chiarire la possibilità di togliere le volanti lo ha fatto per cercare di obbligarci ad usarle. Ma per ora siamo in grado di non usarle se rispettiamo certe condizioni”, ci ha detto Max Sirena. In pratica le volanti non si possono staccare dell’albero, ma fino a prova contraria quando navighi possono anche non essere in tensione. La famosa vela doppia, la soft wing, permette di nascondere le volanti al suo interno. Ora bisognerà vedere se qualcuno proverà a contestare (nella vela si può presentare una protesta) ancora Luna Rossa. Chi ha seguito il Moro di Venezia nel 1992 forse ricorda che nella finale Louis Vuitton Cup gli italiani si scatenarono contro il modo in cui i neozelandesi usavano il bompresso, riuscirono ad avere ragione e soprattutto misero in difficoltà gli avversari che dovettero modificare il modo di manovrare.

L’equipaggio di Luna Rossa è pronto ad ogni soluzione, tanto è vero che nelle regate di prova della notte tra domenica e lunedì hanno usato le volanti come gli altri. Una giornata di vento forte, non lontano dal limite massimo dove James Spithill e Francesco Bruni hanno bruciato in entrambe le partenze American Magic. Italiani e americani non hanno completato la regata e hanno dimostrato velocità simili. Ricordiamo che a dicembre Luna Rossa con vento forte si era dimostrata in difficoltà. Nelle due regate tra INEOS e Emirates Team new Zealand, al di là della scuffia, i padroni di casa hanno sempre perso la partenza, tanto che il New Zealand Herald, il più importante quotidiano locale, ha parlato di giornata disastrosa per il defender.

Questa notte in programma altre regate di prova, che servono soprattutto al comitato di regata per mettere a punto il sistema di posizionamento delle boe e le riprese tv. Poi mercoledì i tre challenger dovranno dichiarare la configurazione delle barche: scegliere foil e timone da usare nel primo round robin. Tutto dipende dalle previsioni meteo. Nei giorni scorsi è apparso un nuovo timone per Luna Rossa, con un piccolo bulbo. Chissà se verrà già usato. La Coppa America affascina perché è piena di misteri e di soprese.

Stefano Vegliani

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