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ATP Cup 2021, il girone e le avversarie dell’Italia. Austria con Thiem e Novak, la Francia porta Monfils e Paire
Com’è noto, l’Italia disputerà l’ATP Cup 2021, giunta alla sua seconda edizione, nel girone di Austria e Francia, l’unico completamente europeo dei quattro formati dalle 12 nazioni al via quest’anno. Andiamo a scorrere in rassegna gli avversari di Matteo Berrettini, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Andrea Vavassori.
AUSTRIA
Senza girarci troppo intorno, è Dominic Thiem il perno del team austriaco, il cui capitano è peraltro suo padre Wolfgang. Già protagonista nel 2020, nelle tre partite aveva rimediato una sola vittoria, con l’argentino Diego Schwartzman, e due sconfitte, con il croato Borna Coric e il polacco Hubert Hurkacz. Nulla di più diverso dal prosieguo dell’anno, in cui ha rischiato di battere Novak Djokovic in finale agli Australian Open e poi il suo primo Slam l’ha vinto, agli US Open, sfiorando poi anche il successo alle ATP Finals. Insieme a Dennis Novak, di cui si parlerà tra poco, ha svolto la preparazione ad Adelaide, nell’altra (e sottoposta a tante polemiche) bolla messa in piedi in loco. Storicamente non è mai partito con il piede sull’acceleratore al primo torneo stagionale, anche se quest’anno molti ragionamenti usuali, per note circostanze, saltano. Con Matteo Berrettini ha spesso ingaggiato duelli equilibrati, ed è per questo che il pronostico non pende particolarmente dall’una o dall’altra parte nel loro caso.
Novak è l’uomo che Fabio Fognini punta a battere, anche dimenticandosi del precedente del 2015 a Kitzbühel, perché appartenente a un’era geologica precedente per l’austriaco. Entrato a inizio 2020 tra i primi 100, l’uomo nato nella stessa Wiener Neustadt di Thiem è stato uno dei signori delle qualificazioni nella scorsa annata, dato che raramente le ha fallite. In ATP Cup, nel 2020, ha sconfitto l’argentino Guido Pella, e nel finale di stagione ha potuto vantare Benoit Paire tra le sue vittime, il che indica come non vada sottovalutato in alcun modo. E alla stessa maniera non è da prendere sottogamba l’altra coppia di giocatori, in chiave doppio: Philipp Oswald non è mai stato tra i big, e nemmeno ha mai raggiunto finali Slam, ma di successi ATP nella specialità ne può vantare dieci, soprattutto con il bielorusso Max Mirnyi (oggi allenatore di Kei Nishikori e per questo capitano del Giappone), mentre Tristan-Samuel Weissborn è stato nei 100 nel 2017, anche se ora vi naviga di poco fuori. Certo, non è Julian Knowle, Olivier Marach o Jurgen Melzer, tutti grandissimi protagonisti con Slam vinti, ma non è nemmeno il prototipo dell’anello debole.
FRANCIA
Per Gael Monfils c’è da riscattare una bruttissima seconda parte di 2020, quella successiva al lockdown: quattro partite (a Roma, Amburgo, Roland Garros e Vienna), altrettante sconfitte (l’ultima con annesso ritiro). A 34 anni, il numero 11 del mondo, cui Berrettini negò la semifinale agli US Open 2019, ha forse alcune delle ultime occasioni per riuscire a mettere a segno qualche colpo di rilievo, in una carriera che lo ha visto arrivare in semifinale al Roland Garros (2008) e agli US Open (2016). Il parigino, per sparare le cartucce che gli rimangono, si è affidato a Günter Bresnik, l’ex allenatore di Thiem, ma anche di Boris Becker ed Henri Leconte tra gli altri. Non ci sarà lui, però, a Melbourne, dove sarà affiancato da Richard Ruckelshausen, anche lui austriaco, che farà le veci di capitano del team francese.
Lo scontro che in tanti aspettano, però, è quello tra Fognini e Benoit Paire. Quest’ultimo, lo scorso anno, si è fatto notare in modo negativo in Italia a causa del comportamento men che piacevole al primo turno degli Internazionali d’Italia contro Jannik Sinner, causato a suo dire da una programmazione che non aveva tenuto conto dei problemi che aveva avuto negli Stati Uniti a causa del Covid-19. Il suo ranking di numero 28 del mondo è stato per certi versi “salvato” sia dal lockdown che dalla finale raggiunta a inizio 2020 in quel di Auckland, dopo la quale non ha più vinto più di un match in un torneo. Quel che va osservato della Francia, però, è il doppio. Ne fanno parte Nicolas Mahut, ex numero 1 del mondo di specialità e vincitore di tutti gli Slam in un’occasione, oltre che giocatore cui piacerebbe ritornare ai tempi dell’Australia d’erba (e del Kooyong), ed Edouard Roger-Vasselin, che dopo una carriera da singolarista di discreto livello ha frequentato con sempre più successo il doppio, vincendo un Roland Garros e arrivando due volte in finale a Wimbledon, l’ultima delle quali in coppia proprio con Mahut.
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Foto: LaPresse