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Australian Open, Djokovic chiede parità di trattamento tra i giocatori, Wawrinka punge il serbo. Le autorità australiane: “Nessuna concessione”
Una situazione critica in Australia, in merito all’organizzazione degli Australian Open 2021 (8-21 febbraio). La gestione dei casi positivi e l’isolamento dei giocatori, impossibilitati ad allenarsi, sta facendo discutere non poco e le polemiche non mancano.
Riavvolgendo il nastro, il n.1 del mondo Novak Djokovic si è fatto portavoce dei disagi dei tennisti, scrivendo una lettera al direttore del torneo Craig Tiley con una serie di richieste per la tutela dei principali attori sul campo da gioco. La conta degli atleti bloccati è salita a 72 e ciò, legato ai 14 giorni di isolamento, piace poco.
Tuttavia, il serbo è stato egli stesso oggetto di critica visti i privilegi di cui gode risiedendo ad Adelaide, con un trattamento diverso da chi è a Melbourne a detta di altri giocatori. Il balcanico, Rafael Nadal, Jannik Sinner e Serena Williams sono tra quelli a godere di uno “status diverso” e a questo proposito lo svizzero Stan Wawrinka, relativamente alle dichiarazioni del campione nativo di Belgrado, ha pubblicato un tweet emblematico: “E lo dici da Adelaide!“. Un post che evidenzia quanto, a detta dell’elvetico, dietro l’agire di Nole ci sia una motivazione “politica”.
Di fatto, come pubblicato dal sito Puntodebreak.com, le richieste formulate da Djokovic erano state le seguenti:
- Attrezzature per fitness e allenamento in tutte le camere.
- Cibo decente, all’altezza del livello del torneo e delle esigenze di atleti d’élite.
- Riduzione dei giorni di isolamento per i 47 giocatori isolati, effettuando più tamponi che confermino che sono negativi.
- Autorizzazione a visitare il proprio allenatore o preparatore fisico, purché entrambi abbiano superato i test con risultato negativo.
- Nel caso in cui la proposta precedente abbia il via libera, che sistemazione del giocatore e del suo allenatore sullo stesso piano dell’hotel
- Spostare, per quanto possibile, quanti più giocatori possibile in case private dotate di un campo per allenarsi.
- Gli organizzatori si sono impegnati a dare tutto il sostegno possibile in questa direzione. Ma appare chiaro, vista la posizione delle autorità dello stato di Victoria, che non si andrà oltre la fornitura di macchinari o attrezzi per l’allenamento all’interno delle stanze.
Tuttavia, da parte delle autorità australiane è arrivato un secco “No“. “Non metteremo a rischio la sicurezza della comunità“, le parole del commissario per la gestione dell’emergenza Covid nello stato di Victoria, Emma Cassar. “Le regole si applicano agli atleti come a tutti gli altri, non ci sono trattamenti speciali perché il virus non fa differenza“, ha detto Daniel Andrews, il premier dello stato di Victoria, come riportato dalla tv australiana Fox. Al di là di tutto il confronto dialettico sta in piedi per due aspetti fondamentali:
- Il differente trattamento tra la bolla di Adelaide e quella di Melbourne.
- Il cambiamento delle regole in corsa.
Questi aspetti portano a credere che da parte di Tennis Australia ci siano stati degli evidenti errori di comunicazione, in un contesto di sicuro poco incline alla flessibilità.
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Foto: LaPresse