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Biathlon
Biathlon, i probabili convocati dell’Italia per i Mondiali di Pokljuka. Si andrà con 5 uomini e 6 donne?
La tappa di Coppa del Mondo di Anterselva è stata l’ultima prima dei Mondiali di Pokljuka, programmati dal 10 al 21 di febbraio. Di conseguenza, per le varie squadre nazionali è giunto il momento di tirare le somme in vista dell’appuntamento iridato, allo scopo di capire chi saranno i convocati per le competizioni che assegneranno le medaglie. Andiamo, dunque, ad analizzare la situazione in casa Italia, cercando di capire quali potranno essere le mosse in vista dell’evento clou della stagione 2020-21.
Innanzitutto è bene ricordare i posti a disposizione della squadra azzurra, in quanto le regole impongono che i contingenti di ogni Paese siano determinati in base alla posizione occupata nella Coppa per Nazioni della stagione precedente, nonché in base ai risultati dei singoli nell’ultima edizione dei Mondiali. Pertanto, alla luce delle premesse appena esposte, l’Italia potrà iscrivere alla manifestazione iridata di Pokljuka un massimo di 7 atleti per sesso. Per quanto riguarda le competizioni vere e proprie, la squadra azzurra avrà invece a disposizione 4 pettorali in ogni gara maschile, mentre fra le donne potrà beneficiare di una quota extra in tutti i format a eccezione della mass start. Ciò significa che nella sprint, nel susseguente inseguimento e nell’individuale, potranno essere schierate 5 atlete. Tale dinamica è figlia del fatto che Dorothea Wierer sia la campionessa in carica del pursuit e della 15 km.
Venendo alla stretta attualità, tra gli uomini le gerarchie sembrano ben definite. Di fatto, l’Italia sta portando avanti con decisione un quintetto composto da Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini, Tommaso Giacomel e Didier Bionaz. I due trentunenni altoatesini sono da tempo le colonne portanti della squadra, il ventinovenne valtellinese sta disputando un inverno molto consistente, mentre entrambi i giovanissimi esponenti della classe 2000 sono già entrati più volte in zona punti nonostante siano alla loro prima stagione completa nel massimo circuito. Dunque, la presenza di questi cinque a Pokljuka appare scontata. Si vedrà se si deciderà di aggregare un sesto uomo, magari come riserva in caso d’emergenza (di questi tempi non si sa mai). Se così dovesse essere, i principali indiziati per essere aggiunti alla compagnia sono Patrick Braunhofer e Daniele Cappellari. Il primo è già stato utilizzato in Coppa del Mondo a dicembre nell’attesa che Giacomel recuperasse appieno dal Covid-19, mentre il secondo sinora è stato impiegato esclusivamente in ambito cadetto.
Nel settore femminile, invece, la situazione è ben diversa. L’impressione è che le uniche intoccabili siano Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi. La trentenne altoatesina deve essere considerata ancora in corsa per la conquista della Sfera di cristallo, mentre l’ormai ventiseienne veneta di scuola friulana, seppur lontana dai livelli di un biennio orsono, si è attestata costantemente tra le prime trenta. Alle loro spalle c’è un autentico abisso prestazionale, come dimostrato dal fatto che la sola Federica Sanfilippo sia fin qui riuscita a fare capolino in zona punti. Per quanto appannata, la trentenne della Val Ridanna resta indiscutibilmente la numero tre del movimento e quindi sembra pressoché certa della convocazione. Invece nessuna tra Irene Lardschneider, Nicole Gontier e Michela Carrara è ancora riuscita a lasciare il segno in alcun modo. Proprio considerando la dinamica rappresentata dall’avere a disposizione un pettorale extra in quasi ogni gara, non sorprenderebbe la decisione di convocare in blocco anche la gardenese e le due valdostane.
Si sceglierà poi al momento chi prenderà parte in ogni format. Peraltro, storicamente è politica azzurra effettuare una rotazione fra le seconde linee. Al tempo stesso, non mancherà l’interesse attorno alla composizione dei quartetti per le staffette monosesso, dove l’Italia non parte con i favori del pronostico, ma con una prestazione perfetta e un po’ di fortuna può sicuramente ambire ad arpionare una medaglia.
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Foto: La Presse