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Ciclismo, Dylan Groenewegen: “Ho ricevuto gravi minacce. La Polizia mi ha messo sotto protezione”

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Dylan Groenewegen ha confessato di aver ricevuto la protezione da parte della Polizia, dopo aver subito diverse minacce e lettere minatorie al suo ritorno dal Giro di Polonia. Da lì infatti, dopo la caduta infernale di Fabio Jakobsen in occasione della volata di Katowice, per via di una bruttissima scorrettezza da parte dello stesso Groenewegen, è iniziato un doppio calvario: tra Jakobsen rimasto appeso al filo della vita in giorni infiniti di angoscia e speranza, e Groenewegen minacciato su ogni fronte.

In un’intervista rilasciata alla rivista olandese Helden, il velocista olandese, condannato lo scorso novembre dall’UCI a nove mesi di stop, ha raccontato dettagli davvero raccapriccianti di quello che lui e la sua compagna hanno subito nei mesi scorsi: “Ricevevamo minacce così concrete e gravi che alla fine abbiamo chiamato la Polizia pochi giorni dopo l’incidente – ha rivelato il corridore della Jumbo-VismaI giorni e le settimane seguenti hanno sorvegliato la nostra porta. Non potevamo più uscire spontaneamente di casa. Se volevo uscire un attimo, c’era un ufficiale al mio fianco in modo che non potesse succedermi nulla”.

Ciò che lascia ancor più increduli sono le minacce dirette al bambino che Dylan e la sua compagna Nine aspettavano, il piccolo Mayson, nato lo scorso 2 gennaio: “Abbiamo ricevuto lettere scritte a mano nella posta, in cui è stato aggiunto persino un cappio con cui avremmo potuto appendere il bambino che stavamo aspettando – ha proseguito Groenewegen – Quando ho letto quel messaggio e ho visto quel pezzo di corda, sono rimasto terrorizzato. Questo è stato il fattore decisivo. Non poteva andare avanti così. La Polizia è intervenuta subito dopo aver visto quelle lettere”.

Dylan si è anche preso una lunga pausa dai social network dopo tutto l’odio ricevuto anche su internet; ma ovviamente, quando le minacce hanno raggiunto la sua casa, ledendo profondamente anche i suoi affetti, l’impatto sul suo stato mentale è stato ancor più grande: “All’inizio provi davvero uno shock. Certo che ti colpisce. Cosa è successo? Com’è possibile? In che mondo malato viviamo? Ti passano per la testa le cose più pazze. In quel periodo, doversi alzare la mattina, è stata una vera sfida”.

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Foto: Lapresse

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