Ciclismo
Ciclismo, Primoz Roglic e la beffa del Tour 2020: “Quando hai fatto tutto il possibile, devi accettarlo”
In un’intervista rilasciata al quotidiano francese L’Equipe, Primoz Roglic è tornato a parlare dell’amara sconfitta subita all’ultimo Tour de France contro il suo connazionale Tadej Pogačar. Lo sloveno ha definito la cronometro finale della Planche des Belles Filles come un colpo “brutale, devastante”, ma insistendo anche sul fatto che si è scrollato di dosso tutta la delusione, e che ha voglia di affrontare una nuova stagione e soprattutto un’altra Grande Boucle.
“Se guardo indietro al Tour, mentre il secondo posto all’epoca è stato frustrante, adesso è comunque un ottimo risultato – ha dichiarato il due volte vincitore della Vuelta a España – Ho detto ai miei compagni di squadra che la nostra vittoria è stata quella di aver mostrato quanto eravamo forti come squadra, la nostra forza combinata e il modo in cui abbiamo controllato la gara. Era quello che volevamo fare prima dell’inizio ed è quello che siamo riusciti a mettere in atto. Ovviamente non ho vinto, ma a volte si vince, a volte si perde. Quando hai fatto tutto il possibile, devi accettarlo”.
Il leader dei Jumbo-Visma sembra avere solo un rimpianto per quelle tre settimane: “Avrei dovuto guadagnare pochi secondi in diversi momenti della gara. Ma non sarebbe mai stato sufficiente guadagnare quasi due minuti su Pogačar. Preferisco ricordare che ho lottato per ogni metro di corsa”.
Lo sloveno poi, si è anche soffermato sul valore e la strabiliante vittoria di Pogacar: “È stato sorprendente. Fino ad allora non aveva mai dimostrato che potesse essere possibile, fino al momento in cui mi ha battuto a cronometro. In alcune fasi, in precedenza, era al limite, sul punto di lasciarsi andare. Nessuno si sarebbe mai potuto immaginare di averlo ancora in lotta per la maglia gialla”.
Inoltre ha anche parlato del famoso casco giallo da cronometro indossato in quell’occasione, chiaramente non molto aerodinamico e pure scomodo: “Avrei preferito correre con il vecchio modello, l’ho detto prima della gara, però mi era stato assicurato che questo era più aerodinamico. Ma mi è costato solo pochi secondi. Se non fossi caduto duramente il Delfinato, se non mi fossi infortunato prima del Tour, avrei potuto vincere. Ma cosa posso fare? Non posso cambiare niente”.
A Primoz interessa molto di più prepararsi per un obiettivo ben preciso, piuttosto che focalizzarsi sull’idea di poter vincere o meno la gara più importante della vita: “Voglio essere il numero uno, ma in verità quello che mi piace di più è la preparazione di tutto. Come raggiungo i miei limiti? Come spingo i miei compagni di squadra, il mio staff? In realtà è molto dannoso avere solo la vittoria come obiettivo. Se sei secondo, hai finito, non trovi più la forza per ricominciare tutto da capo. Ti impedisce di goderti la preparazione. Io sarò super felice se la prossima stagione potrò migliorare dello 0,5% “.
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Foto: Lapresse