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Ciclismo, Richie Porte: “Sarò un corridore di supporto. La Ineos Grenadiers cambierà il modo di affrontare i grandi giri”

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Le porte della Ineos Grenadiers sono sempre state aperte per Richie Porte. Il tasmaniano è finalmente tornato a casa, al momento per un solo anno, laddove dal 2012 al 2015 ha vissuto la sua esplosione definiva mostrando al mondo le sue grandi doti da scalatore mischiate a quelle da cronoman. Successivamente in BMC e in Trek-Segafredo ha sempre tentennato e contemporaneamente è stato circondato dalla sfortuna sino al Tour de France dello scorso anno dove, dopo anni di attesa, è riuscito a salire sul podio di un grande giro prendendosi il terzo posto della Grande Boucle.

“Ho firmato questo contratto con la Ineos per essere un corridore di supporto agli altri, ma penso allo stesso tempo che se posso tornare a una gran condizione ed essere là davanti – ha dichiarato Porte in un’intervista rilasciata a CyclingnewsOra il mio grande obiettivo non è andare a fare il capitano in un grande giro, ma penso che se posso arrivarci in una buona forma posso giocare un ruolo tattico, o qualsiasi cosa di cui avrà bisogno la squadra. Penso che la Ineos cambierà il proprio modo di correre nelle grandi corse a tappe. Quando affronti squadre come la Jumbo-Visma o un corridore come Tadej Pogacar, non puoi giocarti la vecchia carta del team più forte in corsa e batterli. Devi colpirli di rimbalzo”.

Richie si è anche soffermato sul suo rapporto col general manager della Ineos Dave Brailsford: “Quando ho lasciato la squadra nel 2015 ero in buoni rapporti con Dave, che mi ha anche detto che se mai avessi voluto tornare le porte sarebbero state aperte; e non è sempre così quando lasci una squadra. Non sono mai stato più felice di quando ero in Ineos, e loro sapevano che avevo bisogno di andare altrove per un paio d’anni. Ora sto finalmente tornando, non potrei essere più felice. Penso che sia arrivato il momento giusto. Il supporto che posso offrire ai miei colleghi non è secondo a nessuno”.

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Foto: Lapresse

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