Ciclismo

Ciclismo, Stefano Oldani: “Gilbert mi vuole con sé alla Milano-Sanremo. Al Giro mi sono fatto conoscere”

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Il 2020 è stato un anno particolare per tutti, specialmente per i neo professionisti che si sono ritrovati di fronte ad una primissima annata ancor più complicata di ciò che si potevano aspettare. Tra di loro rientra anche un giovane e promettente azzurro come Stefano Oldani, che però, nonostante tremila peripezie, ha fatto prevalere la sua grandissima voglia di testarsi sul campo, far bagaglio di ogni singola esperienza, cercando di chiudere la stagione in crescita.

La sua fortuna è stata il Giro d’Italia. La Corsa Rosa è stata propedeutica per il ventitreenne milanese della Lotto Soudal, che in quelle tre settimane è riuscito a scoprire se stesso e a gettare le basi per il suo futuro. Da quest’anno si cambia musica, si alza l’asticella degli impegni e delle ambizioni partendo da una primavera ciclistica ricca di forti responsabilità. Il tutto accanto ad un campione del calibro di Philippe Gilbert che lo ha fortemente voluto con sé in questa prima parte di stagione. Un onore immenso per il giovane Oldani, che si è raccontato ad OA Sport in un’intervista esclusiva in cui ha parlato proprio di questo rapporto speciale che si è creato tra lui e il campione del mondo di Valkenburg 2012, il suo grande mentore in questa nuova stagione da vivere appieno per scoprire molto altro di se stesso. 

Come hai vissuto il tuo primo anno da professionista? Nonostante un 2020 davvero particolare. 

“Hai detto bene, è stato un anno un po’ particolare. Mi aspettavo una stagione diversa, normale, come sempre… Ancor prima del lockdown di marzo-aprile avevo già fatto delle corse raccogliendo un buon quinto posto al Challenge Mallorca; quindi speravo di poter continuare su quella strada e fare qualcosa di buono. E invece, alla fine, si è interrotto tutto. Dopo un periodo abbastanza strano, ne è seguito un altro con il ritorno alle gare. Ad esempio io sono rientrato alla Strade Bianche ed è stato abbastanza traumatico con un altissimo livello di World Tour, e una condizione meteorologica estrema, con un caldo impressionante. Dopodiché sono rimasto in riserva per la Milano-Sanremo, e proprio in quel periodo sono stato in contatto con un sospetto caso di positività al Covid-19. Così sono dovuto rientrare a casa, saltare il Giro di Lombardia, fare tutti i test; poi, fortunatamente, sono risultato negativo. Così mi sono presentato al Campionato Italiano non troppo in forma. Pian piano ho ritrovato la condizione, alla Tirreno-Adriatico ho sofferto, ma poi, alla fine, al Giro d’Italia sono andato bene e mi sono tolto lo sfizio di due top ten. Insomma, ho chiuso l’annata in maniera positiva”.

Che sensazioni hai provato in occasione del tuo debutto al Giro?

“A inizio anno la squadra mi aveva detto che non avrei disputato i tre grandi giri, o perlomeno che avrei potuto fare la Vuelta. Invece alla fine, avendo corso poco, per poter rinfoltire il calendario di gare, ed evitare più spostamenti possibili, hanno deciso di farmi fare il Giro. È stata un’esperienza bellissima, emozionante, un bagaglio di esperienza che mi porterò dietro in questa stagione e che mi ha fatto crescere tanto”.

Hai affrontato un 2020 da unico italiano della Lotto Soudal (mentre quest’anno è arrivato Filippo Conca). Cos’ha significato per te?

“Mi sono sentito onorato, perchè comunque sia sono arrivato dopo tanti anni di assenza degli azzurri nella Lotto Soudal. Gli ultimi sono stati Stefano Zanini e Dario David Cioni. Ma contemporaneamente è stata dura, specialmente all’inizio perchè era da tempo che non parlavo l’inglese ed ero fuori allenamento. Facevo fatica a spiegarmi, a capire tutto quanto; quindi, a livello mentale, è stata davvero dura. Ad esempio, adesso Conca ha trovato un punto di riferimento con me. Però, alla fine, la squadra è stata molto disponibile, mi ha fatto collaborare in tutto, è stato comunque piacevole; e sono migliorato molto con l’inglese, che oggi come oggi è fondamentale”.

Chi è il tuo punto di riferimento in squadra?

“Direi Philippe Gilbert. Ho avuto la fortuna di poterlo affiancare alla Strade Bianche. Lì ci siamo conosciuti meglio ed è nato un bel rapporto. Ci sentiamo molto spesso. Tra l’altro adesso, in teoria, dovrei fare la Milano-Sanremo, perchè lui stesso ha voluto che la facessi anch’io. Per me è semplicemente un onore. Vedere un campione come lui che viene a chiedere di un neo professionista è sicuramente un orgoglio”.

La tua prima stagione da professionista ti ha fatto acquisire più sicurezza e certezza in qualche tipo di gara? Ti ha fatto focalizzare sulla tipologia di atleta che sei?

“Ti dico la verità, quello che mi ha fatto crescere più di tutti è stato il Giro, nel senso che mi ha fatto acquisire più consapevolezza sul fatto che sono veloce; ma allo stesso tempo sono sempre rimasto dell’idea che io non sono un velocista. Non è il mio quello che ho fatto al Giro. I due piazzamenti ottenuti allo sprint sono arrivati perchè, a dirla tutta, ero arrivato non al top della condizione, con qualche chilo di troppo; e sulle salite brevi, dove solitamente me la cavo, non riuscivo a resistere. Alla fine il mio obiettivo era quello di fare un bel bagaglio di esperienza, correre il Giro, finirlo e non farlo in incognito. Volevo farmi vedere e penso di esserci riuscito al meglio”.

Qual è la corsa dei tuoi sogni?

“La Milano-Sanremo. Poi parte dalla mia città, è la Classicissima… sì, è lei”.

Come si strutturerà la tua stagione? Quali saranno i tuoi obiettivi?

“Salvo problemi dell’ultima ora, inizierò la stagione questo weekend con il GP la Marseillaise, seguita dall’Etoile de Bessèges, Tour de la Provence e poi mi sposterò in Belgio per disputare la Kuurne-Bruxelles-Kuurne e la Omloop Het Nieuwsblad. Dopodiché farò la Parigi-Nizza proprio con Philippe Gilbert. Insomma, seguirò il suo programma visto che mi ha chiesto di poter correre il più possibile assieme e lavorare al meglio con lui; soprattutto per fare una bella Milano-Sanremo. Quindi la mia prima parte di stagione si focalizzerà su questo obiettivo. Non ho grandi ambizioni personali. In caso contrario cercherò di coglierle al volo. Dopo la Sanremo vedremo un po’ la condizione del momento per poter pensare a qualcosa di più personale. Al momento c’è in programma la possibilità di fare altre Classiche in Belgio, poi l’Amstel Gold Race, Freccia del Brabante, Giro dei Paesi Baschi e il Giro d’Italia”.

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Foto: Photo Face Peeters – press office Lotto Soudal

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