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Rally
Dakar 2021, Stephane Peterhansel firma una nuova impresa, Kevin Benavides trionfa tra le moto
A Jeddah si è chiusa la 43ma edizione della Dakar, la seconda della storia interamente disputata in Arabia Saudita. Le ampie zone sabbiose ed i sentieri rocciosi sono stati il teatro perfetto per una corsa che ha regalato emozioni dal primo all’ultimo chilometro. L’incertezza ha regnato tra le auto e le moto, decise solamente nell’ultima decisiva stage, la Yanbu-Jeddah.
Nelle due ruote sono stati infiniti i cambi di leadership nel corso delle due settimane di gara. Ogni giorno abbiamo assistito a dei colpi di scena che hanno ribaltato le sorti della corsa. La navigazione nel deserto ha reso come sempre imprevedibile una manifestazione che ha premiato Kevin Benavides.
Il lunghissimo itinerario ha mietuto parecchie vittime illustri come l’australiano Toby Price (KTM) ed il cileno Jose Ignacio Cornejo Florimo (Honda), caduti e ritiratisi rispettivamente durante l’ottava e la decima tappa. L’argentino Kevin Benavides (Honda), infortunato al naso durante la prima settimana, ha preso le redini della manifestazione solamente dopo la decima tappa.
L’americano Ricky Brabec (Honda), unico rivale di Benavides alla vigilia delle ultime due tappe, ha ceduto dei minuti preziosi nella penultima tappa spalancando la porta a tutti gli effetti al team-mate sudamericano. Kevin ha completato la 43ma edizione della Dakar in 47H18’14” con 04’56” di vantaggio su Ricky Brabec e 15’57” sul britannico Sam Sunderland.
Durante la giornata di ieri, l’ultima in programma, è giunta la notizia della morte del centauro francese Pierre Cherpin, scomparso in seguito alle gravi lesioni riportate dopo una caduta nel corso della settima tappa.
Che duello tra le auto. Dal primo all’ultimo giorno Mini e Toyota si sono spartite la corona lungo l’intero percorso. L’esperto francese Stephane Peterhansel (X-Raid Mini JCW team) si è conteso il titolo con l’arabo Nasser Al-Attiyah (Toyota).
Il transalpino ha inserito nella propria ricchissima bacheca la 14ma Dakar, l’ottava nella realtà riservata alle auto. L’esperto portacolori della Mini ha iniziato a dettare il passo dalla seconda frazione e non ha più ceduto la prima prima piazza.
Al-Attiyah ha iniziato ad impensierire il numero 302 del gruppo dalla terza frazione, recuperando minuti preziosi con il passare delle tappe. A pesare sul risultato finale sono i 12 minuti persi dall’alfiere di casa Toyota nella stage inaugurale.
La costanza ha premiato Peterhansel che non ha mai lasciato nulla agli avversari. Al-Attiyah ha provato in tutti i modi a recuperare sul pluricampione francese che, nelle ultime tre frazioni, ha saputo gestire il vantaggio e respingere tutti gli attacchi del nativo del Qatar.
Chi è mancato all’appello è stato lo spagnolo Carlos Sainz. Il campione 2020, anch’egli iscritto con una Mini, ha commesso un clamoroso errore nella navigazione durante la prima settimana, un’imperfezione che ha pagato a caro prezzo. L’iberico è rimasto agganciato alla top 3, ma dal terzo giorno ha perso ogni opportunità di contendersi il successo finale. Sainz ha chiuso con 01H00’57” di ritardo dal team-mate.
Sono stati quattro i protagonisti per quanto riguarda i quad. Il francese Alexandre Giroud (Giroud Racing), gli argentini Nicolás Cavigliasso (Drag’On Rally Team) e Manuel Andújar (7240 Team) ed il cileno Giovanni Enrico (Enrico Racing) si sono spartiti l’evento. Come nelle moto, la classifica è cambiata più volte nel corso delle 12 interessantissime giornate.
La prova sembrava sorridere a Nicolás Cavigliasso, primo alla vigilia del giorno di riposo di Ha Il. Il campione 2019 ha perso ogni sogno di gloria il 10 gennaio in occasione della competizione ‘Marathon’, speciale prova in cui solo i piloti possono operare sui veicoli in caso di problemi. Cavigliasso ha dovuto fronteggiare una noia meccanica sul proprio quad, un problema che lo ha costretto al ritiro.
Da quel momento, la prova è passata nelle mani del connazionale Manuel Andújar. Quest’ultimo ha dovuto gestire nelle ultime cinque prove la disperata rimonta di Alexandre Giroud, attardato nella prima settimana in seguito ad alcuni errori di navigazione. Il transalpino sì è dovuto però ritirare al termine della decima tappa, anch’egli tradito da un problema tecnico.
Giovanni Enrico, staccato di 33’44”, completa al secondo posto la manifestazione davanti all’americano Pablo Copetti (MX DEVESA BY BERTA), primo nelle ultime due frazioni.
Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilgiz Akhmetzianov, numero 507 vincono la classifica riservata ai camion. L’equipaggio KAZAN-MASTER ha dominato la scena dalla prima all’ultima giornata ed ha regalato alla Russia il quinto sigillo consecutivo in questa speciale graduatoria.
Il terzetto numero 507 ha accumulato oltre 40 minuti sulla concorrenza e da metà corsa aveva in pugno la Dakar 2021. Dopo aver passato indenne le due competizioni ‘Marathon’, Dmitry Sotnikov ha tagliato il traguardo di Jeddah con 39’38” di vantaggio su Anton Shibalov, numero 501, ed 01H14’35” su Airat Mardeev, numero 509. I tre russi di KAZAN-MASTER hanno mostrato una superiorità che ha piegato la concorrenza, in netta difficoltà soprattutto nei primi sette giorni.
L’unica eccezione è stata data dal ceco Martin Macik, numero 503 (BIG SHOCK RACING), autore di alcune ottime performance nel finale che gli hanno permesso di rincorrere il terzo gradino del podio fino al traguardo di Jeddah.
Dopo due settimane di gare, si chiude una delle corse più affascinanti e faticose al mondo. Appuntamento al 2022 per una nuova sfida nel deserto.
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Foto: LM-LPS/DPPI/Julien Delfosse