Formula 1
F1, Sophia Floersch: “Le donne nel Circus sono considerate solo per il marketing, non ci può essere pari opportunità”
Considerazioni abbastanza importanti quelle della tedesca Sophia Floersch, impegnata nel 2020 nel Campionato FIA di F3. La ragazza, pilota e amante del Motorsport, balzò agli onori della cronaca nel 2018 per un pauroso incidente nel corso del GP di Macao, valido per il campionato europeo di F3: la sua monoposto prese il volo, dopo aver colpito un altro pilota, sollevandosi di ben tre metri da terra e schiantandosi contro le barriere di protezione ad una velocità di 276 km/h. Riportò una frattura alle vertebre e, dopo un intervento durato 11 ore, è riuscita a riprendersi lentamente.
Ebbene, Sophia in un’intervista concessa alla Bild ha parlato della condizione femminile in F1 e nel Motorsport e, secondo la sua esperienza, le donne sono solo uno strumento per fare marketing: “In passato c’erano alcune donne supportate dai team di F1, ma erano lì per sorridere alle telecamere e per far ridere la gente. Sarebbe molto importante per il Circus offrire alle donne pari opportunità di partecipazione, ma fino a quando si considererà solo il marketing, non accadrà nulla. Devono esserci persone che percepiscano le donne come piloti alla pari, e non solo come uno strumento di marketing“.
In merito a questo tema, è stata proposta una nuova categoria, chiamata W-Series, dove la W sta per Women, in cui appunto correranno solo donne, che avrebbe dovuto avere il campionato nel 2020 (la seconda edizione), ma poi a causa del Covid il tutto è stato posticipato nel 2021. Per partecipare, non si dovrà versare una somma ingente, ma si verrà selezionate tramite test. I sedili disponibili saranno circa 18-20; le gare saranno 6, tutte in Europa e dureranno 30 minuti. Gli organizzatori hanno ribadito che la W Series è stata creata per permettere alle ragazze di migliorare le loro capacità, per far si che un confronto futuro con gli uomini non presenti disparità. Sulla base delle considerazioni di Floersch l’esistenza di una categoria del genere può davvero consentire alle donne di fare quel salto di qualità piuttosto che il confronto diretto e con cognizione di causa con i colleghi?
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Foto: LaPresse