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Biathlon
“Tarjei Bø può valere quanto Johannes. Chi critica Giacomel è meglio che si dia al punto croce!” ‘Bersaglio Mobile’ con Renè Laurent Vuillermoz
Anche le tappe tedesche della Coppa del Mondo di biathlon sono andate in archivio. Il massimo circuito, anziché trasferirsi a Ruhpolding come d’abitudine, è rimasto per due settimane a Oberhof. Complessivamente, viene da dire che il secondo appuntamento andato in scena in Turingia ha, bene o male, confermato i valori espressi dal primo. Dorothea Wierer ha conquistato un bel podio nella sprint, il primo su queste nevi, e ha sfiorato il successo nella mass start, alfine masticando amaro. Tra gli uomini Lukas Hofer ha sempre flirtato con la top-three, mentre i fratelli Bø si sono spartiti le vittorie. Andiamo dunque ad analizzare quanto successo nella sesta puntata di “Bersaglio Mobile”, la rubrica di approfondimento tenuta in compagnia dell’ex azzurro René Laurent Vuillermoz, guardando anche a quali possono essere le prospettive per la tappa italiana di Anterselva, in programma nei prossimi giorni.
René, partiamo da Wierer. Personalmente questa settimana ho visto la miglior Dorothea della stagione. Non solo nella sprint, ma soprattutto nella mass start, corsa in maniera aggressiva per quattro giri prima del crollo nel finale. Non mi riferisco al doppio errore all’ultimo poligono, bensì alla tornata conclusiva. Segnali di ripresa, sicuramente, ma manca ancora qualcosa e si è verificato uno strano epilogo della partenza in linea. Quali sono i tuoi pensieri in merito?
“Da spettatore, ti posso dire che è sempre complicato dare un giudizio su quanto accaduto, anche per chi ha corso. Quindi, posso solo avanzare delle ipotesi sulla base della mia esperienza di atleta. Le difficoltà nell’ultimo giro possono essere state figlie di un crollo fisico, oppure di problemi di materiali. Tenderei a scartare la seconda ipotesi, perché le condizioni non mi parevano particolari. Resta il fatto che Oberhof è un posto strano e la pista è difficile. Poi, non dimentichiamoci che quest’anno vi si è corso per due settimane di fila e questo potrebbe avere inciso, soprattutto dopo la pausa. Può anche succedere che la stanchezza esca tutta di colpo. Poi sai, se Dorothea a Oberhof non ha mai vinto e ha sempre fatto fatica, una ragione ci sarà. Sono curioso di vederla ad Anterselva, dove invece ha sempre fatto benissimo. L’individuale di giovedì può essere la sua gara, perché è un format in cui ci si può gestire fisicamente e al poligono, peraltro su un tracciato amico”.
Capitolo corsa alla Coppa del Mondo. Oberhof II emette un verdetto di qualche tipo in merito alle possibilità dell’azzurra, oppure rimanda tutto?
“Bene o male in questa settimana c’è stato un pareggio fra tutte e quattro. Sì, Eckhoff e Wierer hanno guadagnato qualcosina su Røiseland, ma si tratta di una manciata di punti, che vanno e vengono in ogni tappa. Io rimango dell’idea che, alla lunga, possa venire fuori Öberg. Comunque le scandinave sono tutte molto vicine, ma non do’ ancora per spacciata Dorothea, nonostante sia più distante dalle tre nordiche”.
Capitolo Lisa Vittozzi, rischiamo di essere ripetitivi, ma la situazione sembra essersi stabilizzata. Ogni qual volta sembra poter salire di colpi o fare il botto, cozza contro una barriera invisibile e ricade giù. Dobbiamo metterci il cuore in pace? Il suo livello per quest’anno è quello di galleggiare tra l’ottava e la venticinquesima piazza?
“A questo punto spero che per Lisa sia una stagione di transizione, nella quale alternerà alti e bassi cercando di trovare una soluzione ai suoi problemi, il che vorrà dire trovare la chiave di volta per risolverli in estate e tornare la Lisa Vittozzi di due inverni orsono nel 2021-22. So che è brutto da dire, ma temo che per quest’anno ci si debba rassegnare. Mi auguro, però, che possa trovare qualche exploit di livello assoluto sparando bene, magari nella giornata in cui ci saranno le medaglie in palio. In quel caso, potrebbe arrivare una svolta psicologica determinante per il suo futuro”.
Passiamo al settore maschile. Johannes Bø si conferma “primus inter pares”, nel senso che ribadisce di essere il più forte, ma non ha più il margine del passato. Azzardo un paragone, a me sembra la Magdalena Neuner del 2011-12, quella che faceva la differenza nelle sprint, ma faticava nelle gare su quattro poligoni. È chiaro che le dinamiche di queste due supremazie sui generum sono completamente diverse, però non trovi curioso questo fatto?
“Guarda, resto dell’idea che Johannes abbia svolto una preparazione più easy del solito. Non credo che si sia allenato come gli altri anni e sono convinto che sia stato il ritiro di Martin Fourcade a spingerlo a effettuare qualche modifica. Non so se abbia semplicemente lavorato di meno, oppure se non ha ancora metabolizzato qualche esperimento sul piano atletico. Di certo c’è che non è il Bø degli ultimi anni. Sono curioso di vederlo ai Mondiali, per capire se salirà di colpi, oppure se manterrà più o meno questo livello, che comunque è ottimo perché il pettorale giallo ce l’ha lui e se non fosse per Lægreid, avrebbe più di 100 punti di vantaggio sul secondo!”.
A proposito di Bø, ce ne sarebbe anche un altro! Tarjei domenica ha disputato una gara fantastica. Non lo si vedeva così pimpante da tempo e sicuramente questo fatto va rimarcato, perché ritornare su un livello che sembrava perduto alla veneranda età di 32 anni suonati non è certo banale.
“Adesso la sparo grossa. Secondo me, Tarjei Bø non vale meno di suo fratello e non vale meno di Martin Fourcade. Io sono convinto che sia stato sfortunatissimo nel patire seri problemi di salute tra il 2011 e il 2012. Nulla mi toglie dalla testa che quei malanni molto pesanti Io abbiano frenato nella sua ascesa e abbiano condizionato in negativo la sua carriera. Non dimentichiamoci che è coetaneo di Martin Fourcade, ma ha vinto la Coppa del Mondo prima di lui! A me Tarjei è sempre piaciuto tantissimo, sia per come scia, sia per la sua attitudine. Ho fatto in tempo a condividere la pista con lui e l’ho visto in azione. Posso dire solo bene di questo personaggio e sono contentissimo per ogni suo successo”.
Passiamo all’Italia. Passami la battuta, ma Lukas Hofer sembra avere la stessa polarità del podio. Sono il medesimo polo di due magneti diversi, perché se li avvicini, si respingono. Scherzi a parte, ha disputato un’altra tappa di altissimo livello.
“Lukas sta facendo fuoco e fiamme! Non focalizziamoci sul fatto che non sia ancora riuscito a entrare fra i primi tre. Lo so anche io che il podio è il podio, ma nelle ultime quattro gare è arrivato quarto, quinto, sesto e quarto! Ti faccio io una domanda adesso, quanti atleti hanno raccolto più punti di Hofer nelle due tappe di Oberhof?”
Ti direi solo i fratelli Bø e Lægreid.
“Ecco, appunto. Stiamo parlando di un rendimento mostruoso. L’importante è essere sempre lì e lui ci sta riuscendo”.
Ti voglio fare una domanda molto tecnica. Hofer ha cambiato sci e da quest’anno usa Fischer anziché Rossignol. Pensi che il passaggio dalla marca francese a quella austriaca l’abbia aiutato? Se sì, perché?
“Sicuramente passare a Fischer gli ha fatto bene ed è questa la ragione che gli consente di essere più competitivo negli ultimi giri rispetto al recente passato. I Rossignol sono sci molto veloci e al tempo stesso molto stabili, ma per rendere al meglio richiedono un grande sforzo fisico e sono particolarmente esigenti. Diciamo che sono adatti ad atleti esplosivi, dotati di molta forza. Lukas ne ha tanta, ma al tempo stesso non è più un ragazzino. Secondo me, con il passare degli anni, ha perso un po’ di esplosività, come è normale che sia. Rispetto ai Rossignol, i Fischer sono ugualmente veloci, seppur meno stabili. Però, al tempo stesso, sono decisamente più facili da portare al limite e meno esigenti sul piano fisico. Quindi, proprio per questa ragione, penso che Hofer abbia beneficiato del cambiamento di materiali, banalmente perché usa meno energie nelle tornate iniziali ed è più brillante in quella conclusiva”.
Allarghiamo il discorso a tutti gli altri azzurri. Hai dei pensieri da esporre?
“Allora, innanzitutto mi è stato riferito che sui social network qualcuno ha criticato Tommaso Giacomel per la sua frazione. Sai cosa ti dico? Meglio che questa gente si metta a guardare le gare di punto-croce! Giacomel sarà anche scoppiato, nell’ultimo giro avrà anche perso tutto quello che si vuole, ma la sua frazione rappresenta un numero clamoroso! Bisogna ricordarsi che è un 2000, proprio come Bionaz. E sono sicuro che magari qualcuno avrà iniziato a criticare anche lui, perché non è allo stesso livello di dicembre. Non scherziamo, su. Questi ragazzi non possono essere messi in discussione e bisogna insistere con loro, senza esitazioni. Infine vorrei dire due parole su Thomas Bormolini, che ha dimostrato di aver effettuato un ulteriore salto in avanti rispetto al passato. Nell’ultimo giro della staffetta ha realizzato un tempo in linea con quello di Hofer. Non sono noccioline! Chapeau, e speriamo che continui su questo livello”.
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Foto: La Presse