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Vela
Prada Cup, Ineos non penalizzata? Marco Mercuriali (Luna Rossa): “I giudici mi hanno spiegato”
Non si è ancora placata l’eco della straordinaria regata di sabato scorso tra Luna Rossa ed Ineos UK. Una contesa in cui Britannia ha avuto la meglio, qualificandosi direttamente per la finale di Prada Cup. Ad Auckland (Nuova Zelanda) è andato in scena un duello rusticano, con tanto di ultimo incrocio da brividi. Il Team Prada Pirelli ha reclamato una penalità che i giudici non hanno concesso. Secondo molti addetti ai lavori, l’imbarcazione italiana è stata in qualche modo defraudata.
La giuria, da regolamento, non rende pubbliche le motivazioni dei propri verdetti. OA Sport, tuttavia, vi rivela in esclusiva cosa ha portato gli arbitri a rigettare il reclamo della flotta finanziata dal patron Patrizio Bertelli. Ce lo ha spiegato Marco Mercuriali nel corso di Sail2u, la trasmissione condotta sui nostri canali social da Stefano Vegliani. Il rules coach di Luna Rossa, ovvero colui che tesse i rapporti diretti con la giuria, è entrato nel dettaglio di una decisione controversa: “Nel nostro sport è normale avere conversazioni con gli arbitri per farsi spiegare quanto successo. Eravamo vicini all’arrivo, le barche molto ravvicinate: il momento decisivo della regata. Luna Rossa era in una posizione di forza, arrivava mure a dritta: in caso di incrocio, Ineos avrebbe dovuto lasciare spazio alla barca italiana. Le imbarcazioni viaggiavano a 40 nodi abbondanti, che non è un incrocio che si vede tutti i giorni. Nell’ultima fase dell’incrocio Luna Rossa inizia a guadagnare sugli inglesi e comincia a chiudergli la strada. Però questo non era sufficiente per far loro cambiare rotta, quindi Luna Rossa ha anche poggiato. A questo punto valgono due regole. La prima è quella della mure a dritta, che impariamo a scuola vela: chi arriva mure a dritta, ha la precedenza. Un’altra regola dice che quando hai la precedenza e modifichi la rotta, devi lasciare all’altro la possibilità di tenersi discosto. Secondo gli arbitri, quando Luna Rossa, continuando a poggiare, seppur poco, ha chiuso definitivamente la strada agli inglesi, la zona ipotetica di collisione veniva sulla loro poppa. Per cui, data la caratteristica delle barche ed il tempo che mancava all’eventuale contatto, la logica migliore per gli inglesi di tenersi discosti era quella di andare diritto, non di strambare. Quindi praticamente i giudici hanno ritenuto che noi con la poggiata abbiamo sì creato una posizione di precedenza ma al tempo stesso abbiamo anche protetto Ineos. Secondo la logica della geometria, il modo migliore per tenersi discosti da Luna Rossa era quello di andare diritti, per questo i giudici hanno dato la bandiera verde“.
Mercuriali ha poi spiegato come vengono prese le decisioni durante una regata: “In cabina gli arbitri hanno la possibilità di poter effettuare subito una piccola moviola. Possono tornare indietro di 5-10 secondi e rivedere subito un incidente. In altre competizioni può capitare che un arbitro non veda bene, invece in Coppa America non succede. Gli arbitri sono cinque: tre piazzati nella postazione elettronica e due sui gommoni in mare. Dentro la postazione elettronica un arbitro parla per una barca e uno per un’altra. Non è che fanno la telecronaca, ma chiamano le regole essenziali. ‘Mure a dritta’, ‘ingaggio in zona’, etc. Il terzo arbitro ascolta. Se tutto è lineare, si arriva ad una decisione. Altrimenti il terzo arbitro può guardare la moviola oppure esprimere il proprio parere. I due in mare sono collegati via radio, ma la decisione finale spetta sempre ai tre nella cabina elettronica“.
Le discussioni tra i team e gli arbitri sono frequenti, anche al termine di un match race: “Con i giudici puoi richiedere di andare a parlare anche in maniera abbastanza informale. Le regole qui sono state elaborate da Team New Zealand e Luna Rossa in collaborazione con il capo arbitro. Non è solo un discutere del perché è stata comminata una penalità oppure no, ma anche capire come migliorare una regola se c’è qualcosa che non va. In passato il regolamento era ancora più complicato e si è cercato di snellirlo negli ultimi anni. Inoltre si tratta di barche completamente nuove, quindi andava privilegiata la sicurezza. Le regole che abbiamo calibrato sembra che funzionino bene e non comportano rischi per gli equipaggi“.
Ineos ha superato Luna Rossa all’interno nel corso della virata della prima bolina. Una manovra azzardata, che ha fatto discutere: “Noi ci siamo ritrovati, per un problema di manovra, a virare un po’ in ritardo: questo ha dato loro un po’ di spazio. Questa manovra la fai quando sai che arrivi in zona prima degli inglesi. Lui (Ben Ainslie, ndr) però ha visto che siamo andati un po’ più larghi del normale, si è infilato e, per essere precisi, poco prima che stabilisse un ingaggio con noi, è riuscito ad entrare prima lui. Quindi il problema è che noi abbiamo sbagliato la manovra. Bastano 10 metri in più, apri troppo la porta e lui si infila”.
Nonostante un round robin nel complesso con più ombre che luci, il morale resta alto in casa Luna Rossa: “L’atmosfera è sempre positiva, soprattutto nei momenti difficili. Anche perché questa è la regola del match race, che è una regata spietata. Qui arrivare secondo non conta niente. Sappiamo che può capitare di vincere o perdere per un metro. In passato abbiamo visto delle serie finire 4-0 o 5-0, ma non erano tutte uguali. Alcune erano inappellabili e con distacchi abissali, altre volte invece una barca ha sempre perso, ma di un metro. E’ importante essere esperti e sentire la regata, altrimenti non vinci“.
Luna Rossa non rinnega la scelta dei due timonieri (Francesco Bruni e James Spithill): “Sono tutte valutazioni fatte in anticipo. Qui ci sono solo quattro team, ognuno vuole vincere. Da qualche parte devi spingere, non puoi permetterti di essere conservativo. Sono rimasto sorpreso di come queste barche nuove siano molto vicine in termini di velocità: mi aspettavo delle differenze più marcate. A novembre gli americani hanno avuto problemi vari tra tuffi e decolli, l’opinione generale era che avessero completamente sbagliato barca. In realtà avevano dei problemi di controllo che sono riusciti a risolvere. Pensiamo cosa si diceva degli inglesi non più tardi delle regate di dicembre…Da fuori è difficile capire le dinamiche di un team“.
Il team Prada Pirelli affronterà ora in semifinale un’agguerrita American Magic. Mercuriali invita a non abbassare la guardia per nessun motivo: “L’errore più grosso che possiamo fare adesso è pensare che gli americani saranno in difficoltà. Li conosco. Loro torneranno, ce la faranno. Quando superi un momento del genere sei più forte e loro arriveranno fortissimi. Pensare che saranno deboli sarebbe l’errore più grande e infatti non lo stiamo facendo. Massimo rispetto per gli americani e per il lavoro che stanno facendo. Ora inizia il vero match race. Il round robin va bene perché all’inizio è giusto che tutti incontrino tutti. Quando hai un avversario unico, devi spingere la barca solo in una direzione. O vinci o perdi, è uno scontro diretto, completamente diverso da un girone“.
Ma come funzionano le penalità nella Coppa America di vela? Mercuriali analizza le differenze rispetto al passato: “La penalità in passato consisteva nel girare su se stessi per 270° circa. Se tu prendevi una penalità, potevi scontarla quando volevi. Per cui o lo facevi ad un incrocio oppure provavi ad allungare ed a farla prima dell’arrivo. Con queste barche invece la penalità non funziona bene, perché farla come in passato equivarrebbe quasi ad una squalifica, trattandosi di regate molto brevi. In pratica ora, in caso di penalità, devi perdere 50 metri rispetto all’avversario. Se sei nel corpo a corpo, devi passare indietro di 50 metri, se sei dal lato opposto basta che perdi 50 metri rispetto a te stesso. In tv non si capisce molto, si fa fatica a comprendere se si è sbagliata una manovra o si sta scontando una penalità. Non è stata ancora trovata una penalità efficace per queste barche. Una volta era più semplice, ma oggi non solo non è possibile, ma anche pericoloso con vento forte“.
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Foto: Luna Rossa Press