Prada Cup, Mauro Pelaschier: “Luna Rossa deve migliorare la gestione. AC75? Bolidi in un catino!”

Mauro Pelaschier è un’icona della vela italiana. Si tratta dello storico timoniere di Azzurra, la prima barca che fece scoprire ed amare la Coppa America di vela agli italiani nel 1983. Quella magica avventura si concluse in semifinale. La speranza è che possa salire di almeno un gradino Luna Rossa, che nella notte affronterà American Magic proprio nelle semifinali della Prada Cup 2021 al meglio delle sette regate: la vincente affronterà nell’atto conclusivo i britannici di Ineos Team UK.

Pelaschier resta un grande amante della Coppa America e non si perde una regata. Un velista dall’esperienza sconfinata, che ha fatto la storia di questo sport nel Bel Paese. Con lui abbiamo analizzato i temi di questa appassionante Prada Cup.

Mauro, le piacciono questi AC75?
“Moderatamente. Le barche di sicuro sono molto interessanti, questa è una prima generazione e ci sarà sicuramente uno sviluppo. Vedremo in futuro sfide ancora più appassionanti.  Il concetto filosofico di base è che una barca super veloce è costretta a regatare in un catino troppo stretto. Ciò impedisce scelte importanti per guadagnare o consolidare terreno. Non capisco perché cercare questa velocità assoluta e poi dover gareggiare in un campo di regata così angusto“.

Mauro Pelaschier

La Coppa America è sempre più un affare da super ricchi. L’Italia deve ringraziare un grande appassionato come Patrizio Bertelli. Ma in futuro, con i budget richiesti, si rischia che il nostro Paese si dimentichi di questa competizione e non vi prenda più parte?
“Può essere. Patrizio Bertelli ha una passione sfrenata per la vela. Tifiamo tutti per lui, è uno degli ultimi imprenditori ed armatori che hanno voglia di investire nella vela. Io sono un suo grande sostenitore. Sicuramente è uno sport da ricchi, prevede dei budget impressionanti e la Coppa America ha sempre dimostrato questo in tutta la sua storia“.

American Magic può tornare competitiva sin da subito dopo aver rischiato di affondare?
“Se strutturalmente è stato fatto un lavoro adeguato, può essere competitiva. Da vedere se tutte le strutture sono integre come all’inizio. Il buco è stato riparato, ma solo il mare ci darà le risposte“.

Luna Rossa ha progettato la barca per eccellere con brezza leggera. Sino ad ora, tuttavia, abbiamo sempre assistito a regate con vento medio-forte: una scelta progettuale sbagliata?
“Sono scelte che un team fa in base ai numeri ed alle stagioni. Non dimentichiamoci del grande salto che hanno fatto gli inglesi con una piccola modifica: da cialtroni sono diventati fenomeni. La tecnologia è fondamentale. Io ho visto Luna Rossa competitiva contro gli inglesi. Un po’ meno con vento sostenuto, ma comunque sempre competitiva. Sono state piccole scelte strategiche a dare esito negativo. Adesso deve assolutamente battere gli americani, che con vento forte erano molto competitivi.
Io ho visto che nelle partenze Luna Rossa è sempre partita davanti. La gestione della regata non è stata precisa, ma ci avranno lavorato e li vedo competitivi. La semifinale con American Magic dipenderà dalla prestazione e dal vento. Se c’è vento forte i margini di errore sono più elevati e tutto diventa molto più aperto. La cosa bella è che le barche sono così vicine che può succedere di tutto“.

Secondo lei, in questo momento, chi vorrebbero ritrovarsi di fronte i neozelandesi nelle regate dell’America’s Cup?
“Gli inglesi hanno regatato molto bene finora, ma ai neozelandesi non gliene frega niente, loro devono solo vincere e difendere la Coppa: per loro l’avversario è irrilevante. Ad oggi chiunque può andare in finale. Loro aspettano, ma non hanno preferenze. Al momento è difficile capire chi sarà il più forte a marzo, non hanno dati sufficienti. Siamo ancora nelle fasi iniziali della Prada Cup“.

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Foto in evidenza: Luna Rossa Press

Foto interna: Olycom