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Qualificazioni Australian Open 2021: gli italiani al via. Lorenzo Musetti guida la carica al tabellone principale

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Il tennis è ormai prossimo a vivere una situazione del tutto particolare, con le qualificazioni degli Australian Open che non si giocheranno a Melbourne a causa delle restrizioni imposte dalla quarantena severissima per chi deve entrare in Australia per il primo Slam dell’anno. Con gli uomini a Doha e le donne a Dubai tra il 10 e il 13 gennaio, andiamo a conoscere coloro che difenderanno i colori dell’Italia cercando un posto tra i 128 di Melbourne Park.

UOMINI

LORENZO MUSETTI
Anche l’ATP, nei suoi articoli, lo indica, assieme allo spagnolo Carlos Alcaraz, come il giovane da tenere d’occhio nel 2021. Per la verità, Musetti ha già fatto vedere cose importanti a livello più alto, con l’exploit a Roma e la semifinale in Sardegna, oltre a un rendimento che, nella seconda metà del 2020, è stato da primi 100 abbondanti. Già lo scorso anno il diciottenne toscano ha sfiorato la qualificazione, perdendo al turno decisivo con l’olandese Tallon Griekspoor. Sarà testa di serie, e questo può aiutarlo parecchio.

FEDERICO GAIO
A 28 anni, il faentino ha iniziato a vivere un momento tra i più belli della sua carriera, vincendo a inizio 2020 il Challenger di Bangkok 2 con vittime importanti (l’uzbeko Denis Istomin, il ceco Jiri Vesely e l’olandese Robin Haase). Anche se il periodo successivo al lockdown non gli è stato di grande aiuto, si presenta con l’obiettivo di far bene nel 2021, sapendo di avere le armi anche per lottare sul cemento e, perché no, tentare di arrivare al terzo Slam disputato in carriera.

PAOLO LORENZI
L’immortale di Siena di resa non ne vuole sentir parlare. A 39 anni, l’uomo tra i più bravi a rendere oltre i propri limiti nell’intera storia del tennis italiano comincia un’altra stagione secondo il suo unico marchio di fabbrica: lottare, sempre. I tempi migliori ormai sono passati, e la seconda metà del 2020 è lì a dimostrarlo in pieno, ma da Lorenzi è sempre lecito aspettarsi di tutto.

LORENZO GIUSTINO
Per il napoletano il 2020 è stato decisamente un anno da ricordare. A inizio anno è arrivato l’ingresso in tabellone a Melbourne da lucky loser, perdendo dal canadese Milos Raonic, poi il momento più bello della sua carriera: i cinque set in due giorni con il francese Corentin Moutet al Roland Garros, per una vittoria in più di sei ore che rimarrà negli annali del nostro tennis. Il vero dubbio riguarda la recente serie negativa nei Challenger.

ALESSANDRO GIANNESSI
Il rapporto dello spezzino con l’Australia non è mai stato particolarmente buono: al massimo è giunto al secondo turno di qualificazione nel 2014. In pochi si aspettano da lui la qualificazione, ma per lui i momenti chiave saranno altri, quelli sull’amata terra rossa (anche se, paradossalmente, lo Slam l’ha giocato a New York e non a Parigi, a livello di main draw).

THOMAS FABBIANO
La sua è una situazione piuttosto particolare. Il trentunenne di Grottaglie, infatti, una volta terminato il lockdown ha deciso di non scendere più in campo nel 2020 allo scopo di ricaricare le batterie, non sentendosi in grado di competere in quel momento. E dire che gli Slam gli hanno spesso regalato soddisfazioni nel ruolo di killer dei big (Stefanos Tsitsipas a Wimbledon e Dominic Thiem agli US Open ne sanno qualcosa). L’ultimo match disputato risale alle qualificazioni di Dubai, con il sudafricano Lloyd Harris.

ROBERTO MARCORA
Finale di 2020 a metà tra buon rendimento e sfortuna per il trentunenne di Busto Arsizio. Da una parte ci sono stati il ritiro nel secondo turno del tabellone cadetto al Foro Italico contro Moutet e la rinuncia a giocare il terzo per entrare in main draw al Roland Garros con il francese Benjamin Bonzi, dall’altra buone sono risultate le prestazioni a livello Challenger, con una certa costanza e parecchi problemi creati a Musetti su quelle superfici veloci predilette dall’attuale numero 180 del ranking ATP.

MATTEO VIOLA
Oggi è numero 220 del mondo, ma il veneto nel 2013 è andato vicino alla top 100, e proprio nello Slam australiano vanta l’unica qualificazione a questi livelli, ottenuta nel 2012 (perdendo poi con il colombiano Santiago Giraldo, ma tenendosi stretta tra le altre una vittoria con un giovane Dusan Lajovic). L’anno scorso ha rischiato di tornare in tabellone principale, perdendo solo dal cileno Alejandro Tabilo al terzo turno delle qualificazioni; nel resto dell’anno solo un paio di quarti Challenger.

GIAN MARCO MORONI
Dopo un validissimo 2019, il 2020 del romano non è risultato particolarmente incisivo, con tre semifinali Challenger e quel piccolo passo in più che è spesso mancato, come a Roma con Tommy Robredo, dopo essersi portato avanti di un set contro l’esperto ex numero 5 del mondo spagnolo. Per lui si tratta della quarta esperienza a livello di qualificazioni Slam in carriera dopo US Open 2018, Australian Open 2019 e Roland Garros 2020.

DONNE

SARA ERRANI
Il 2020 dell’ex finalista del Roland Garros è stato un anno di ripresa. I segnali si sono visti tutti a Palermo, per poi proseguire nella cavalcata del Roland Garros, dalle qualificazioni a un secondo turno drammatico con l’olandese Kiki Bertens. Ma, al di là di quel match point mancato, anche il resto dell’annata è stato buono, con valide prestazioni a livello ITF negli Stati Uniti (due quarti di finale e lo scalpo di Caty McNally, una delle migliori della nuova generazione). I margini per rivederla in tabellone principale ci sono tutti.

ELISABETTA COCCIARETTO
Che il lockdown abbia di fatto tolto alla marchigiana un momento in cui il flusso dei risultati era estremamente positivo non è in dubbio. Altrettanto vero è che, dopo i quarti a Palermo e la finale al 125K di Praga, non è più riuscita a confermare quel trend di buon livello, anche se al Roland Garros è stata piuttosto sfortunata: l’avversaria che l’ha sconfitta al secondo turno delle qualificazioni, la danese Clara Tauson, è tra le 2002 più promettenti in assoluto. Melbourne, però, porta un bel ricordo: il tabellone cadetto passato nel 2020 e l’esperienza della Rod Laver Arena con la tedesca Angelique Kerber. Che su quel campo ha vinto una finale con Serena Williams.

GIULIA GATTO-MONTICONE
Il 2020 della torinese, al netto dello stop generale, è stato ambivalente: da una parte le due qualificazioni sfiorate agli Australian Open e al Roland Garros, dall’altra parecchie occasioni in cui si è affacciata ai tabelloni principali senza riuscire ad entrarci a livello WTA. A 33 anni quella in arrivo può essere una delle ultime stagioni di rilievo per lei, portatrice di un tennis che, nel suo, si lascia ben guardare.

MARTINA DI GIUSEPPE
La romana, dopo l’exploit del 2019 con la semifinale a Bucarest partendo dalle qualificazioni, nel 2020 non si è ripetuta, accumulando più di una difficoltà: 4-11 il suo record nell’annata appena conclusa. Un po’ meglio dopo il lockdown rispetto ai primi mesi, ma dal 2021 le attese sono altre. Uno degli obiettivi è di andare oltre il secondo turno nelle qualificazioni Slam, cosa che non le è mai accaduta.

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Foto: LaPresse

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