Seguici su

Senza categoria

Tennis: presentate le ATP Finals 2021 a Torino. Angelo Binaghi: “Abbiamo scalato l’Everest. Vogliamo organizzare una grande edizione”

Pubblicato

il

E’ terminata da pochi minuti la conferenza stampa di presentazione delle ATP Finals di Torino, che nel prossimo novembre segneranno la prima volta assoluta del torneo tra i migliori otto del panorama mondiale del tennis maschile. Sono intervenute cariche di alta importanza ad ogni livello, sia nel mondo del tennis che in quello istituzionale, all’interno del Grattacielo Intesa San Paolo, inaugurato nel 2015 e costruito su progetto di Renzo Piano.

Primo a prendere la parola il presidente della FIT, Angelo Binaghi: “Congiunzione astrale, sono accadute tante cose insieme che nessuno avrebbe pensato mai potessero accadere. Abbiamo scalato l’Everest, facendo gli alpinisti per caso. Le ATP Finals sono il torneo più importante che uno possa pensare di organizzare. Il nostro gruppo dirigente era stato abituato a porsi obiettivi sempre più prestigiosi. In questo contesto io credo che gli Internazionali d’Italia abbiano rappresentato la scalata del Monte Bianco, il suo successo internazionale è stato riconosciuto più volte. Dalla vetta del Monte Bianco abbiamo pensato fosse giusto guardare oltre il nostro recinto. Un nostro dirigente periferico ci ha avvisato che stava partendo la gara per organizzare le ATP Finals, e abbiamo deciso di provarci. Ma avevo avvertito: saremmo arrivati al campo base. Riusciamo a capire cosa serve e che mezzi servono per scalare vette come l’Everest, e come ci si deve organizzare. Abbiamo pagato 25.000 dollari per partecipare alla gara. Nel frattempo il gruppo aumentava. Ci siamo accorti che in mezzo a noi c’era una giovane donna, molto entusiasta e determinata, che improvvisamente ha iniziato a teorizzare che non dovessimo fermarci al campo base, ma che fosse doveroso arrivare alla cima. Abbiamo deciso di salire ancora un po’, ma quando stavamo per andare a casa è arrivato un uomo che si chiama Giancarlo, dal varesotto, che ci ha dato tutti i mezzi e le risorse per scalare l’Everest e siamo arrivati all’ultimo campo base. A quel punto ci abbiamo dovuto mettere del nostro, perché a quel punto è più facile fare l’ultimo pezzo che tornare indietro. Abbiamo deciso di farlo. Siamo arrivati sul tetto del mondo in sei mesi, dal novembre 2018 ad aprile 2019. Con grande sorpresa ci siamo accorti che il gruppo era diventato grande: giapponesi, arabi, inglesi. Decine di migliaia di persone correvano ad acquistare il biglietto per questo spettacolo. Siamo arrivati sull’Everest, ma non avevamo nessuna intenzione di farlo.

Segue Andrea Gaudenzi, attuale presidente dell’ATP: “Io l’anno scorso ero dietro le quinte. La credibilità data da anni dagli Internazionali ha contato. Vogliamo avere un evento con grande risposta del pubblico, anche la crescita dei giocatori italiani è un elemento importante. E’ stata una combinazione di tante cose. Abbiamo uno standard molto alto messo da Londra in questi 12 anni, ma siamo fiduciosi che l’Italia, Torino e la Regione Piemonte potranno fare un ottimo lavoro. Io non ci sono mai neanche andato vicino a giocare le finali, ma nel mio piccolo posso farlo da presidente. Sono ancora più felice, da italiano, che questo evento sia in Italia. Sono sicuro che faremo bene, vogliamo far vedere al mondo il nostro bel Paese e una città come Torino. Una storia lunga, il torneo è passato un po’ per tutto il mondo, ma sono molto entusiasta. Il periodo non è facile, iniziamo un anno di Covid, ma noi stiamo lavorando con ottimismo“.

Di nuovo Binaghi: “Impatto sul tennis italiano straordinario, ha cambiato il contesto nel quale operiamo. Continuiamo a tenere i piedi per terra. Il primo obiettivo è di organizzare una grande edizione delle ATP Finals fin dal 2021. Crediamo questo sia l’obiettivo più facilmente raggiungibile, abbiamo una squadra straordinaria. Ringrazio il Ministro, il Comune, la Regione, Sport e Salute. La prevendita sta andando benissimo, obiettivo acquisito. Vogliamo poi trasformare i 15.000 spettatori in tifosi, ambiamo a rendere i giocatori italiani protagonisti di questa grande manifestazione. Non chiedetemi se ci saranno nel 2021, sarà difficilissimo, ma credo che vedremo fino al 2025 dei giocatori italiani giocare le Finals. Come terzo obiettivo dobbiamo essere riconoscenti alle istituzioni locali per quello che hanno fatto. Vogliamo fare sì che questa manifestazione abbia un maggior ritorno economico, di sviluppo, nel territorio in cui andiamo a organizzarla. Il quarto obiettivo è di dimostrare al Governo, che ringraziamo, che tra tutte le manifestazioni sportive che sono state finanziate nei prossimi in Italia, quella con la maggior redditività sarà proprio le ATP Finals, in termini di impatto economico“.

Segue Gaudenzi: “Questo evento è il più importante per l’ATP, e spesso incorona il numero 1 del mondo a fine anno, è tra i più prestigiosi obiettivi per un tennista. Il tennis è uno dei pochi sport globali, abbiamo un miliardo di appassionati tra i cinque continenti. Questo evento è una delle possibilità più grandi di marketing che abbiamo, insieme ai Masters 1000 e agli Slam. Vogliamo far vedere questo evento sperando di continuare a migliorare la distribuzione attraverso i media con spettacolo e intrattenimento di livello altissimo. Vogliamo continuare a crescere come sport in generale. Abbiamo lavorato con la campagna ‘This is tennis’, cercando di mostrare tutti gli aspetti unici del nostro sport, che ha tante caratteristiche che lo rendono unico“.

Ritorna Binaghi: “Al campo base eravamo col gruppo più debole ai nastri di partenza. Durante la scalata ci siamo rinforzati, abbiamo avuto al nostro fianco le più importanti istituzioni del Paese, ma eravamo la FIT con il supporto delle organizzazioni locali. Siamo arrivati in vetta con intesa, grandi sponsor italiani, con l’istituzione finanziaria più grande del nostro Paese. In cima alla vetta ora c’è l’Italia. Siamo convinti di fare un’edizione straordinaria di queste ATP Finals“.

Parla Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa San Paolo: “Con la sindaca abbiamo vissuto i momenti in cui con la giovane donna bisognava scalare l’Everest. Abbiamo deciso di fare gli sherpa, come parte della nostra missione. Crediamo che lo sport sia importante come formazione di carattere, di comportamento, di aderenza a principi di lealtà, trasparenza e impegno. Sono principi che vogliamo far trionfare. Lo abbiamo fatto nel 2006 con le Olimpiadi, e ci troviamo di nuovo a essere coprotagonisti di quest’avventura. L’anno prossimo avremo anche la Next Gen, i migliori Under 21. Ci troviamo a nostro agio in qualcosa in cui crediamo profondamente, ma anche nel sostenere Torino e il suo ruolo“.

Giuseppe Pierro, il capo del dipartimento dello sport, trasmette il messaggio del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora: “Purtroppo non posso essere con voi a Torino, sono convinto che questa manifestazione internazionale sarà per il nostro Paese importante per affrontare questa ripresa economica. Abbiamo bisogno di guardare con fiducia al domani. Una manifestazione come questa rappresenta la giusta direzione per orientarsi“. E poi le sue proprie parole: “La competizione è stata importante, l’abbiamo vinta e il Governo ha fatto una Legge Olimpica, con quattro articoli semplici. Finanziamenti, e abbiamo firmato il primo provvedimento con 18 milioni di euro agli organizzatori arrivati tempestivamente. Riconosciamo il lavoro della Federazione, di squadra, ma guidato con intelligenza e visione dalla FIT. La legge da alla Federazione il compito di guidare questo gruppo per andare avanti. Ci lascia il compito di valorizzare il Paese. In cinque anni abbiamo un compito importante. Quest’anno è stato di dolori e gioie, abbiamo ancora le ferite aperte degli eventi a porte chiuse. Stiamo ancora discutendo sulle riaperture, mi auguro si possa andare avanti. L’impegno è guardare a una ripartenza, abbiamo un momento storico per il tennis, un modello per la ripartenza del Paese. La sfida che ha lanciato il presidente noi la accettiamo. Quest’anno il Ministro Spadafora ha approvato finanziamenti per le Finals, gli Europei di nuoto, di atletica, i Mondiali a Cortina. Ringrazio i partner, perché la partnership pubblico-privato funziona“.

Interviene Fabrizio Ricca, assessore allo sport in Piemonte: “L’impatto sulla Regione è fortissimo. Il Piemonte è la casa dello sport, lavoriamo insieme al Comune a tanti eventi per il futuro. Ci aspettiamo di far conoscere al mondo la bellezza di Torino, del Piemonte, e di permettere di superare questa crisi devastante. Per noi è fondamentale dare la speranza. Ci sono persone che hanno comprato il biglietto dall’Australia, e sarebbe un peccato non far conoscere loro il territorio. Per noi è una vocazione importante: c’è tutto quel mondo che siamo molto bravi a gestire, vogliamo riaccendere quel motore. Quest’occasione potrebbe trasformare il nome di Torino nel mondo. Oggi negli USA pensano a Torino perché c’è Cristiano Ronaldo alla Juventus, speriamo di poter avere il primo italiano a vincere il torneo, incrociando le dita“.

La parola poi va a Chiara Appendino, che oltre a essere sindaca di Torino è anche vicepresidente federale. Dopo uno scherzo con Angelo Mangiante di Sky Sport (“Federer, Nadal, Murray e Djokovic? Scelgo anche Sinner e Berrettini“): “Confesso di essere un po’ emozionata. Ora raccontiamo una bella storia iniziata in un modo incredibile. Ricordo una telefonata in cui chiesi che probabilità di vittoria avevamo, ci risposero 1%. Risposi che quell’1% valeva la pena giocarselo. Abbiamo voluto vincere grazie a degli ingredienti in cui ciascuno ha fatto la sua parte. Senza molte persone oggi non parleremmo di Torino capitale del tennis. Ci sono stati momenti difficili, ma siamo andati avanti tutti insieme anche in un momento così complicato. Non ci sono stati solo istituzioni e FIT, ma anche aziende del nostro territorio al nostro fianco. Hanno creduto che fosse un’opportunità per raccontare quanto questa città sia capace. Senza di loro non ce l’avremmo fatta. Vorrei cedere la parola a Marco Lavazza, in rappresentanza di questo mondo“.

Marco Lavazza, vicepresidente dello storico gruppo: “Si è parlato di montagne da scalare. Lavazza ha 125 anni di storia, di percorsi lunghi siamo consapevoli. Abbiamo iniziato 10 anni fa nel mondo nel tennis, non proprio come dei vincenti. Lo facemmo approcciandoci a Wimbledon. Quest’anno festeggiamo 10 anni di vicinanza al tennis, siamo stati protagonisti in tutti i tornei del Grande Slam. Abbiamo cercato di portare la competenza italiana, ed è stata una scelta vincente. Hanno riconosciuto che i manager italiani ci sanno mettere il cuore, andando anche oltre a un normale rapporto di lavoro. Questo ci ha aiutato a vincere una sfida difficile, il fatto che ci abbiano richiamato a lavorare con loro è motivo di grande orgoglio. Speriamo che quest’evento possa avere una ricaduta positiva sul tessuto torinese, grazie a tutti gli sponsor che potranno essere vicini al mondo del tennis. Speriamo nella presenza del pubblico, è l’augurio più grande che si può fare, che le persone tornino a godere in pieno di una manifestazione sportiva. Siamo a disposizione, lo siamo sempre stati, per poter portare la nostra esperienza nei tornei più importanti al mondo. Speriamo che questo percorso che sta iniziando adesso possa portare per i prossimi 5 anni Torino alla ribalta mondiale, con l’aiuto della Regione e delle aziende che possono partecipare“.

Di nuovo Appendino: “Per città e FIT è l’occasione per costruire un evento innovativo, che sia coinvolgente per i tennisti, ma anche per chi verrà a conoscere Torino. Quando la città fa il giro del mondo, abbiamo il dovere di accogliere chi verrà per far conoscere le bellezze e le realtà sportive del nostro territorio. Abbiamo battuto città molto competitive, abbiamo bisogno di partner capaci per questo. Fondamentale è Sport e Salute, che ci ha accompagnato in tutto il percorso“.

Prende la parola Vito Cozzoli (presidente di Sport e Salute): “Cosa racconta un evento come le Finals? Sicuramente le gesta degli atleti, la passione e il calore del pubblico, ma anche la capacità degli organizzatori di essere all’altezza. Sport e Salute è già parte dell’organizzazione degli Internazionali di Roma e daremo il massimo anche in quest’occasione. C’è anche tutto ciò che si muove attorno. Torino, e la Regione Piemonte, hanno vinto una grande sfida, che rilancia la città, dandole futuro e sviluppo. Sapranno mettere in mostra le loro eccellenze culturali e turistiche, enogastronomiche, industriali, anche per il DNA della città nel suo core business. E se gli scienziati vedono giusto, e a novembre saremo più al riparo dalla pandemia, Sport e Salute conta sulle ATP Finals per riaccendere il fuoco sportivo dei praticanti ad ogni livello, per dimostrare come la ripartenza in sicurezza sia possibile e come le istituzioni sportive e politiche unite siano portatrici di spettacolo, interesse, aggregazione, sviluppo economico, vita. Oggi diamo dimostrazione di come il gioco di squadra può funzionare. Questo è un segnale di unità fondamentale in questa fase storica: possiamo essere modello di riferimento nella ripartenza del Paese. Sport e Salute ce la metterà tutta perché questo evento possa avere anche il significato della ripresa, con i campioni e con i praticanti. Sport e Salute ha supportato un settore che ha fatto e fa tanta fatica, ha gestito un miliardo di euro, facendo emergere una vocazione sociale. Il 2021 sarà l’anno dei grandi eventi sportivi, ma sarà soprattutto l’anno delle ATP Finals. L’augurio che ci facciamo è che possa essere un grande torneo, e lo sarà. Fuori dal campo tutti faremo la nostra parte. Saranno i campioni, i tennisti, a fare la loro parte“.

Ancora Appendino: “Quando abbiamo costruito il dossier per la candidatura, ci siamo chiesti come avremmo fatto a battere grandi città come Singapore e Tokyo, ad esempio. Abbiamo puntato sulla credibilità della città. L’obiettivo che abbiamo portato avanti è innovativo, sostenibile dal punto di vista ambientale, per migliorare la qualità dell’accoglienza della nostra città, mettendola al centro. La sfida che noi abbiamo sono 5 anni di Torino a livello mondiale, ma anche che non sia solo un evento che si apre e conclude, che si concentra in uno spazio, ma che vedrà tutta la città coinvolta, con le relazioni tra le nostre imprese e quelle mondiali“. Segue video sulla candidatura e i suoi punti cardine.

Marco Martinasso, direttore generale FIT: “Noi abbiamo voluto partire da una definizione semplice, ma essenziale: un progetto che supera i confini del tennis. Questo evento, dopo mezzo secolo in giro per il mondo, approda a Torino. Un luogo dove, storicamente, la tradizione riesce a sublimare l’innovazione. Questi sono Torino, il Piemonte, l’Italia. La grande sfida che abbiamo è quella di fare in modo che il mondo venga a Torino e che Torino possa andare nel mondo. Avete potuto vedere qualche suggestione visiva: una venue estesa, che di fatto è il nostro ecosistema, che nella sua dinamicità riesce a includere. Il fulcro è il PalaAlpitour, ma c’è anche il coinvolgimento di molte aree interne ed esterne che interagiranno con l’evento per guadagnare spazio e centralità. Dall’altra parte abbiamo un’inclusione temporale dell’evento, che dev’essere ‘always on’. Dobbiamo fare in modo che quelle 15 sessioni non siano un momento di picco, ma di continuità. Sappiamo bene che l’anima di qualsiasi evento sportivo è il pubblico: abbiamo lanciato il ticketing con un anno di anticipo. Oggi sono state vendute circa 40.000 unità. Oggi siamo in grado di presentare il programma che stiamo concependo per la clientela business ad alto valore, con il partner DAO, società official advisor per l’hospitality, con cui offriremo servizi ad alto valore per una società esigente. Il progetto è non facile, quello che stiamo portando avanti: far sì che l’evento sia promosso in abbinamento a servizi turistici. Chi ha il biglietto dell’evento può arricchire la propria esperienza con quelle ulteriori che possono essere fruite. Non ci siamo solo preoccupati del progetto dal punto di vista dello spazio, ma anche di affrontare questa sfida che dovremo saper vincere“.

Arrivano poi due messaggi. Il primo è di Daniil Medvedev (il russo ha vinto l’edizione 2020): “Ciao ragazzi, sono dispiaciuto di non poter essere presente alla cerimonia. Spero saranno grandi ATP Finals“.

Segue il numero 1 d’Italia, Matteo Berrettini: “So che oggi c’è la conferenza stampa, mi dispiace non essere presente, ma per impegni di calendario sto per partire per l’Australia quindi penso possiate capirmi. Le Finals sono una cosa grandissima per l’Italia e Torino, sono la cosa più bella mai successa a me su un campo da tennis insieme alla semifinale agli US Open. Spero di esserci, di qualificarmi. Non ho mai giocato in Piemonte o a Torino, sarebbe una prima volta molto emozionante e importante. Ce la metterò tutta, speriamo di vederci a fine anno“.

[sc name=”banner-dirette-live”]

Foto: LaPresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità