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America’s Cup, Luna Rossa e New Zealand: c’eravamo tanti amati. Gli attacchi dei Kiwi e la classe italiana
Luna Rossa e Team New Zealand andavano di comune accordo fino a qualche mese fa. Il sodalizio italiano è il Challenger of Record, ovvero il primo ad avere lanciato la sfida al Defender. In virtù di questa posizione, Team Prada Pirelli si è potuta sedere al tavolo con i Kiwi e definire le regole della 36ma America’s Cup, insieme hanno concordato l’utilizzo dei rivoluzionari AC75 e tutti i dettagli tecnici di queste barche estreme. Ai detentori del trofeo sportivo più antico al mondo è spettato il diritto di scegliere la località in cui difendere il titolo e il sodalizio del patron Matteo de Nora ha optato per la baia di Auckland.
Luna Rossa è dovuta passare dal torneo degli sfidanti, sobbarcandosi anche l’onere della sponsorizzazione vista la mancanza di alternative concrete, per guadagnarsi il diritto di fronteggiare i padroni di casa nel match race che assegnerà la Vecchia Brocca. James Spithill, Francesco Bruni e compagni hanno travolto prima gli statunitensi di American Magic (4-0) e poi i britannici di Ineos Uk (7-1). Nel frattempo, però, il rapporto con New Zealand è scemato e non è più idilliaco come ai bei tempi. Era normale che finisse così, visto che il team tricolore sta cercando di strappare la Coppa America ai neozelandesi. Si credeva, però, che la storia potesse finire in maniera meno brusca.
I padroni di casa sono invece stati eccessivamente duri con Luna Rossa. Una decina di giorni fa America’s Cup Events (ACE), l’organo che si occupa dell’organizzazione, ha tacciato Team Prada Pirelli di mancare di rispetto alla Nuova Zelanda e di essere senza onore semplicemente perché il sodalizio di patron Patrizio Bertelli si era rifiutato di posticipare la prosecuzione della Finale della Prada Cup in seguito al lockdown di livello 2 imposto ad Auckand. Anche oggi dalla stampa neozelandese non sono mancate parole di poca stima nei confronti di Luna Rossa.
Riprendiamo le parole rilasciate qualche giorno fa proprio dal signor Bertelli in un’intervista concessa al Corriere della Sera: “Li abbiamo aiutati a Bermuda, abbiamo concordato gli AC75, abbiamo sponsorizzato la Prada Cup. Cosa vogliono di più? Mi sembra tutto un po’ esasperato, eccessivo. Quando il capo dei Kiwi era Tom Schnackenberg veniva a mangiare gli spaghetti alla nostra base. Con Grant Dalton è tutto più difficile“.
Anche in vista di quello che sarà il futuro della America’s Cup non c’è più accordo. Se sarà Team New Zealand a vincere, allora è probabile che il prossimo Challenger of Record sia Ineos Uk e che la competizione possa magari andare in Medio Oriente, anche per motivi economici. Se sarà Luna Rossa a imporsi, allora la Coppa America sbarcherà in Italia (Finali a Cagliari) e il primo sfidante sarà Alinghi di Ernesto Bertatelli come Patrizio Bertelli ha già confermato. Team New Zealand e Luna Rossa s’erano tanto amate, giusto per citare il capolavoro cinematografico diretto da Ettore Scola. Ora, però, conta solo la lotta per la America’s Cup: dal 6 marzo tutti in acqua per un sogno enorme nel Golfo di Hauraki.
Foto: Luna Rossa Press