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America’s Cup, Luna Rossa in cantiere da tre giorni. Modifiche alla barca verso New Zealand

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Vasco Vascotto aveva avvertito i compagni di squadra: “Festeggiamo, ma un giorno al massimo. Da domani dobbiamo pensare ai neozelandesi“. Luna Rossa in effetti non ha perso tempo: il vero obiettivo non era la Prada Cup, bensì l’America’s Cup. Il patron Patrizio Bertelli continua ad inseguire il sogno di una vita: portare la Vecchia Brocca in Italia. Ci sta provando ormai da oltre due decadi e sogna che questa sia la volta buona.

Luna Rossa è una barca pensata, progettata e realizzata per eccellere con il vento leggero. Si sono svolti degli studi ed analizzati i dati statistici del passato con maniacalità. A marzo, sul finire dell’estate neozelandese, di solito è prevalente una brezza non così sostenuta. Anche se, come sostiene Tommaso Chieffi, ex-tattico del Moro di Venezia, “ad Auckland puoi trovare 12-13 nodi di media, ma molto spesso anche 6 o 20 nodi“. Diversi esperti sono concordi nel ritenere che Emirates Team New Zealand possa rivelarsi superiore con vento sostenuto, mentre la partita sarebbe molto più aperta sotto i 12 nodi, forse addirittura con una leggera prevalenza per il Team Prada Pirelli. E’ chiaro che l’esito dell’America’s Cup non possa dipendere esclusivamente dalle previsioni meteo. Per questo Luna Rossa ha compiuto dei passi avanti importanti nelle ultime settimane anche nelle regate con oltre 15 nodi, come hanno dimostrato i successi nei confronti di American Magic ed Ineos UK, barche che erano state progettate proprio per brillare in quelle condizioni. Il timore è che il rendimento espresso sinora dalla compagine italiana possa però non bastare al cospetto di Te Rehutai.

I neozelandesi hanno dato vita ad una barca estrema, che sta trovando svariati pareri di ammirazione (oggi l’ex-rugbista Dan Carter l’ha definita “strabiliante). In particolare fanno paura i foil piatti e più piccoli rispetto alla concorrenza, che potrebbero consentire di raggiungere velocità inavvicinabili dagli avversari. Peter Burling, skipper dei Defender, è stato chiaro: “Conta solo essere veloci. Se non sei veloce, come non lo era Ineos UK, non vinci“. Anche Ruggero Tita, fuoriclasse azzurro molto vicino al mondo di Luna Rossa, non ha usato giri di parole in un’intervista ad OA Sport: “New Zealand ha puntato tutto su velocità ed aerodinamica. E’ chiaro che non vogliono di certo vincere con le manovre…“.

Aleggia il timore che, come avviene in F1, la superiorità tecnica del mezzo possa di fatto azzerare le qualità umane di un equipaggio. In proposito è stato molto onesto Francesco Mongelli, marinaio di Luna Rossa: “E’ chiaro che se svilupperanno una velocità molto superiore alla nostra, sarà difficile contrastarli“. Emirates Team New Zealand fa tanta paura, soprattutto ricordando le sonore batoste del passato: nel Nuovo Millennio i maori hanno lasciato le briciole, aggiudicandosi ben 22 degli ultimi 24 confronti diretti! Va dunque esorcizzato il pericolo di un nuovo ‘cappotto’, che farebbe molto male dopo le convincenti prestazioni contro American Magic ed Ineos UK.

Conscia che occorrerà ulteriormente alzare l’asticella, Luna Rossa si sta giocando il tutto per tutto in fase di sviluppo. La barca è in cantiere da tre giorni. I tecnici e gli ingegneri stanno apportando delle modifiche che potrebbero migliorare il rendimento, secondo alcuni fino al 30%. Dall’Italia sono arrivati dei nuovi foil (di ispirazione neozelandese o semplicemente una versione rivisitata ed affinata di quelli utilizzati sinora?) e delle nuove vele. Occorre tempo per applicare tali aggiornamenti all’imbarcazione: da qui le febbrili ore di lavoro in cantiere.

Luna Rossa dovrebbe tornare in acqua domani (giovedì 25 febbraio) ed avrà a disposizione appena quattro giorni di tempo per testare le nuove soluzioni in vista delle operazioni di stazza previste per lunedì 1° marzo: da quel momento in avanti né gli italiani né i neozelandesi potranno più apportare modifiche strutturali alle barche (scafo, foil, albero, etc.), ad eccezione di vele e rande. Ad ogni modo, il poco tempo a disposizione non deve preoccupare. Lo sviluppo era già pianificato da tempo e tutti i nuovi pezzi sono già stati valutati positivamente al simulatore e con altri strumenti di misurazione. I prossimi allenamenti serviranno dunque per effettuare una messa a punto di tali novità.

L’auspicio (o forse la speranza) di Luna Rossa è di presentarsi il 6 marzo in condizioni tali da non dover pregare nel vento leggero, per citare Vasco Vascotto. Sin qui in effetti la flotta italiana ha potuto contare su un’imbarcazione eclettica e competitiva in ogni condizione. Gli ultimi aggiornamenti dovranno fare in modo che James Spithill e Francesco Bruni abbiano tra le mani un’arma per far sì che il fattore umano possa ancora una volta avere la meglio anche al cospetto dei temibili Kiwi.

Foto: Luna Rossa Press

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