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Atletica, Alex Schwazer alle Olimpiadi di Tokyo 2021: i vari scenari

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Se vogliamo guardare alla partecipazione di Alex Schwazer alle Olimpiadi di Tokyo, bisognerà fare molto presto istanza al Comitato Olimpico Internazionale che è ente supremo così potrà verificare tutta questa incredibile situazione”. Così aveva riferito (fonte: AGI) Gerhard Brandstaetter, avvocato bolzanino che sin dal 2012 difende Alex Schwazer, sulla strategia che verrà adottata dall’atleta azzurro per essere parte delle Olimpiadi di Tokyo 2021.

I Giochi potrebbero non essere una chimera e il ricorso alla Corte Federale svizzera contro la squalifica di 8 anni comminatagli dal TAS di Losanna con scadenza nel 2024 una possibilità. Non è escluso che Schwazer possa anche intentare una causa presso la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo . Una soluzione che lo stesso Brandstaetter ha annunciato: “In questi giorni stiamo valutando la strada da percorrere, presenteremo ancora istanza alla Corte federale svizzera e anche alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo dove, però, i tempi si prospettano lunghi. Il Comitato Olimpico Internazionale è ente supremo e per questo chiederemo un suo intervento”. Da capire la posizione del CIO, visto che da parte della World Athletics, l’ex federazione internazionale Iaaf, è arrivata una chiusura piuttosto netta: Il signor Schwazer non potrà partecipare a competizioni internazionali fino al 2024.  Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell’atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), sulla base di quelle che possono essere descritte solo come teorie di manipolazione inverosimili“.

Una situazione, quindi, che potrebbe ricordare come iter, quella della pluri-campionessa olimpica e mondiale degli 800 metri Caster Semenya. La 29enne sudafricana era stata esclusa da tutte le gare di distanza superiore ai 400 metri a causa dell’elevata quantità di testosterone nel proprio organismo, a meno di non ridurlo con l’assunzione di farmaci dagli effetti collaterali non trascurabili. Ai Mondiali di Doha 2019 non aveva potuto gareggiare proprio per le norme sullo sviluppo sessuale della IAAF e i ricorsi al TAS e alla Corte Suprema elvetica furono inutili. Semenya, per questo, si è rivolta alla Corte Europea citata per il suo caso.

Foto: LaPresse

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