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Australian Open 2021: Aslan Karatsev nella storia, mai prima d’ora in semifinale un giocatore al primo Slam

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Aslan Karatsev è già nella storia, dopo essersi issato dalle qualificazioni (di gennaio, non va dimenticato) fino alla semifinale degli Australian Open 2021. Il russo, che prima del torneo era numero 114 del mondo, balzerà in un sol colpo dentro i primi 50, ed esattamente al 42° posto (che può diventare 28° con la finale e 14° con il trionfo). Ma non è questo il motivo per cui lo troveremo nelle memorie del tennis dopo il successo su quel che è rimasto del bulgaro Grigor Dimitrov dopo i problemi fisici.

Karatsev, infatti, è diventato il primo giocatore a raggiungere la semifinale in un torneo del Grande Slam senza averne mai giocato uno in precedenza a livello di tabellone principale. Un risultato che nemmeno John McEnroe, nel 1977, riuscì a conseguire: quando raggiunse la semifinale a Wimbledon (persa contro Jimmy Connors), il più grande rivale di Bjorn Borg aveva infatti già giocato e perso al secondo turno del Roland Garros di poche settimane prima con l’australiano Phil Dent.

Di McEnroe parlando, non c’è solo lui a fargli compagnia in tema di semifinalisti Slam che arrivano dalle qualificazioni (in questa sede parleremo solo dei tabelloni maschili). Nel 2000, a Wimbledon, ci fu infatti la storia di Vladimir Voltchkov: il bielorusso, che all’epoca aveva 22 anni, si spinse fino al penultimo atto, solo per poi essere sconfitto in maniera netta da Pete Sampras, che poi vinse i suoi ultimi Championships in finale con Pat Rafter. Tre anni prima, invece, fu il belga Filip Dewulf ad arrivare in semifinale al Roland Garros, nell’edizione che fu poi vinta da Gustavo “Guga” Kuerten e segnò il primo momento di grandezza del brasiliano.

Altra nota statistica riguarda il fatto che erano quasi vent’anni che un giocatore tanto in basso nel ranking ATP non arrivava in semifinale in uno Slam. Peggio di Karatsev era posizionato Goran Ivanisevic, a Wimbledon 2001 (era 125°), quando ricevette la wild card che gli diede modo di scrivere una delle pagine di tennis più belle della storia di questo sport. Una pagina cui contribuirono due fattori: ancora Pat Rafter e la finale di lunedì, con un ambiente festoso praticamente inedito per i Championships.

Foto: LaPresse

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