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Australian Open 2021, il sorteggio di Matteo Berrettini. Esordio d’autore con Kevin Anderson, ma fino a Nadal la strada è dura
Per Matteo Berrettini non si può dire che il sorteggio degli Australian Open sia stato un particolare toccasana, considerando non solo tutte le prospettive, ma anche un esordio particolarmente complicato almeno per quel che riguarda il nome, uno dei più significativi degli ultimi anni di tennis.
Il debutto nel torneo del romano, infatti, arriverà contro il sudafricano Kevin Anderson, due finali Slam agli US Open 2017 e a Wimbledon 2018, ma anche un passato recente costellato di infortuni, che gli hanno fatto perdere quasi tutto il 2019. Nel 2020 si è un po’ ripreso con il terzo turno al Roland Garros e la semifinale a Vienna, e in entrambi i casi è stato fermato dal russo Andrey Rublev. Nel 2021 ha debuttato a Melbourne 1, finendo la corsa agli ottavi con un altro russo, Karen Khachanov.
L’eventuale secondo turno non dovrebbe presentare particolari criticità: sarà contro un qualificato, il ceco Tomas Machac o lo spagnolo Mario Vilella Martinez, entrambi senza scontri all’attivo con il numero 1 d’Italia. Ma è il terzo turno quello delle difficoltà, poiché riguarda proprio Khachanov, anche se i ricordi sono solo positivi, dato che Berrettini ci ha vinto tre volte in altrettante occasioni nel 2019, sia sul veloce che sulla terra.
Agli ottavi, poi, ci sarebbe Stefanos Tsitsipas. E con il greco i ricordi si rincorrono, ma in questo caso nell’altro senso, perché si ricordano tanto la battaglia nelle qualificazioni degli US Open 2017 persa in tre tie-break quanto il primo turno proprio in Australia nel 2019, anche questa senza gioia, ma in quattro. Per la prima volta, però, i due si affronterebbero sostanzialmente da pari a pari, con lo status di top players.
E infine, Rafael Nadal. Tutta questa strada porta a lui per i quarti di finale: lui, che sta cercando il ventunesimo Slam che lo proietterebbe come unico leader di questa particolare classifica. Berrettini giocò bene per due set nella semifinale degli US Open, quasi gliene tolse uno, ma è senz’altro più preparato ad affrontare oggi un simile avversario rispetto ad allora. Non significa che debba per forza arrivare il colpo di mano, ma significa che Matteo è evoluto. Dalla parte giusta.
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Foto: LaPresse