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Australian Open 2021: Jennifer Brady raggiunge Naomi Osaka in finale, Muchova sconfitta nel match della tensione
Jennifer Brady è la seconda finalista degli Australian Open 2021. L’americana, numero 25 del seeding, sconfigge la ceca Karolina Muchova con il punteggio di 6-4 3-6 6-4 in un’ora e 57 minuti, regalandosi così il più grande risultato della carriera comunque vada a finire tra due giorni. Una finale, questa, che assume ancora maggior valore se si pensa che Brady era stata costretta alla quarantena dura a Melbourne, senza potersi allenare in campo per due settimane a causa della positività di una persona nel suo aereo verso l’Australia. Ora c’è Naomi Osaka, con cui giocò una semifinale degli US Open da entrambe ricordata molto bene.
Nel primo set si comprende quasi subito che il livello di tensione, tra due giocatrici che aspirano alla prima finale Slam della loro vita, è molto alto. Il primo break è opera di Brady, a 15 nel secondo game, subito restituito a Muchova ai vantaggi. In generale è la ceca ad avere più occasioni, salendo per tre volte sul 15-30, ma non riuscendo in nessuna occasione a concretizzare e, anzi, lasciando che la nativa della Pennsylvania vinca i restanti punti. Sul 4-5 arriva un brutto game per Muchova con doppio fallo che consegna il parziale nelle mani di Brady.
La ceca, però, non ha particolare intenzione di mollare la presa, e lo dimostra subito togliendo la battuta a Brady a 15 nel game d’apertura del secondo set. Nessuna delle due si avvicina più a una qualsiasi soluzione che regali maggiore equilibrio, con un solo gioco, il terzo, che arriva a 30 (sul servizio dell’americana). Sul 5-3 si ritorna ai vantaggi, e questa volta è Brady a restituire il favore a Muchova, fallendo prima e seconda e consegnando nelle mani della ceca un match in grado di allungarsi.
Anche nel terzo set il parziale arriva presto, nel terzo game e a 15 a favore di Brady, che tramite gli schemi di servizio e dritto non concede praticamente nulla fino al 4-5. Sul 40-15 in suo favore, però, comincia un momento di particolare drammaticità sportiva, con due match point che se ne vanno (e sul secondo tutte e due pensano di aver vinto il punto, ma la “close call” sentenzia che pochi millimetri salvano Muchova. Di palle del 5-5 la ceca ne ha tre, ma è ogni volta tradita dalla tensione, a differenza di vari altri punti, palle match comprese, in cui riesce a tenere in mano la situazione con pazienza. Alla quinta chance, però, è Brady a prevalere e a finire a terra con la gioia nell’anima.
Il paradosso statistico del match riguarda il miglior rendimento sia con la prima che con la seconda di Muchova (67%-50% di prime in campo, 73%-69% di punti vinti sulla prima e 68%-58% sulla seconda), ma a fare la differenza è la maggior concretezza di Brady, in grado di sfruttare tutte le tre palle break a disposizione. Un’altra conferma che il tennis, a volte, sfugge ai numeri.
Foto: LaPresse