Senza categoria

Australian Open 2021: Novak Djokovic e Daniil Medvedev, una finale che segnerà la storia in ogni caso

Pubblicato

il

C’era un altro Medvedev, negli Anni ’90, che arrivava spesso vicino a vincere tornei del Grande Slam, senza mai riuscirci. E l’occasione più limpida la ebbe al Roland Garros 1999, in quella finale che Andre Agassi, in “Open”, racconta con dovizia di particolari. Quel Medvedev è Andrei, ed è ucraino. E nulla ha a che vedere con il Medvedev che, nella sera australiana (mattina italiana, ore 9:30), cercherà di fare un’impresa tra le più complicate del tennis moderno.

Il Medvedev attuale è russo, si chiama Daniil ed è per la seconda volta in finale in uno Slam. E il suo tentativo è quello di detronizzare l’uomo che, nelle otto occasioni in cui è giunto all’ultimo atto a Melbourne, ha sempre vinto il trofeo, in tre set (tre volte), in quattro (anche in questo caso tre volte) o in cinque (due volte). Novak Djokovic va alla caccia di un nono successo che lo porrebbe sempre più nel ruolo di dominatore della Rod Laver Arena, ora che ha ben salda la certezza di diventare anche recordman per quel che concerne le settimane al numero 1.

Un torneo, quello del serbo, che a un certo punto è sembrato finito, quando è stato colpito da un infortunio in pieno terzo set con l’americano Taylor Fritz, ma è riuscito a cavarsela e a capire, poi, che il problema era un po’ meno grave di quello che aveva temuto, dal momento che è riuscito a battere in quattro set Raonic e Zverev (il quale, va detto, ha giocato una partita ben al di sotto delle sue possibilità) e poi a chiudere, di esperienza, la corsa di Aslan Karatsev, l’uomo dalla storia più incredibile di questo Slam.

Il confronto diretto, peraltro, non aiuta a sbrogliare una matassa di incertezza che forse mai come questa volta è grande, quando si parla di un giocatore non all’interno della cerchia dei Big 3. I precedenti, infatti, dicono 4-3 per Djokovic, con Medvedev che ha vinto tre degli ultimi quattro, compreso quello delle ATP Finals di Londra dello scorso novembre. L’unico match giocato a Melbourne, nel 2019, vide il serbo spuntarla in quattro set.

Se da una parte Djokovic vuole aggiornare il proprio libro dei record (9 Slam a Melbourne, sui 18 totali che costituiscono il nuovo grido di rincorsa al duo Federer-Nadal), dall’altra Medvedev cerca quel trionfo che alla Russia manca da 16 anni, da quando cioè Marat Safin stroncò il sogno di Lleyton Hewitt di trionfare in casa. E accadrebbe anche qualcos’altro di non visto da 16 anni: un numero 2 del mondo diverso da Nadal, Djokovic, Federer e Murray. Anche in questo caso Hewitt fu l’ultimo della vecchia epoca.

Considerazioni numeriche, infine: Djokovic è rimasto in campo per 16 ore e 45 minuti, contro le 12 ore e 20 minuti di Medvedev. Una sola volta il russo è stato costretto a giocare oltre le tre ore, nella bizzarra sfida con un altro serbo, Filip Krajinovic; per quel che riguarda invece il numero 1 del mondo, due volte raggiunte le tre ore e mezza: oltre che con Zverev, nel secondo turno con l’americano Frances Tiafoe.

Foto: LaPresse

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version