Tennis
Australian Open: numeri, record e statistiche. Le partite più lunghe e le curiosità
Sono tanti i record degli Australian Open che si possono raccontare, così come le curiosità in tal senso che fanno parte della storia di uno Slam particolare per come si è evoluto nel tempo. Ed è per questo che i numeri parlano anche del fronte storico.
Si parla, infatti, di un torneo che, oltre all’aver cambiato più volte denominazione prima di giungere a quella attuale, si è spostato anche lungo tantissime sedi. E’ solo dal 1988, infatti, che si gioca a Melbourne Park. Dal 1972 al 1987 si è scesi in campo sull’erba del Kooyong, mentre prima ancora erano addirittura diverse le città: all’inizio dell’Era Open, per esempio, ci furono le edizioni (di scarso successo, per la verità) di Brisbane.
Da ricordare, inoltre, che questo Slam non è sempre stato il primo dell’anno. Per lungo tempo, infatti, è stato invece l’ultimo, collocato proprio alla fine. Fu il periodo 1977-1985 a essere caratterizzato da tale situazione: nel 1977 di Open se ne disputarono due, uno a gennaio e uno a dicembre. La revisione di tale decisione fece sì che nel 1986 gli Slam in calendario fossero tre e non quattro.
Il vincitore più prolifico nel singolare maschile è Novak Djokovic: l’attuale numero 1 del mondo ha vinto per 8 volte su 8 finali, ma c’è qualcuno che lo precede in numeri totali: si tratta di Adrian Quist, che prima dell’Era Open (e in un’altra epoca anche in numerosità dei tabelloni) vinse 10 volte in doppio e 3 in singolare. Al femminile la signora dei record è Margaret Court, con 11 successi in singolare, 8 in doppio e 4 in misto per un totale di 23, anche se due finali di queste (in misto) non sono state disputate e pertanto hanno avuto una doppia assegnazione del titolo.
Diversi sono stati i giocatori a vincere senza perdere un set, a partire da Don Budge, l’americano che per primo vinse tutti i quattro grandi tornei del mondo, in un tempo, quello del 1938, che più lontano dall’attuale è complesso da descrivere. Sono stati solo in cinque a farcela, tra gli uomini, e solo due in Era Open: Ken Rosewall nel 1971 e Roger Federer nel 2007. Vale la pena citare anche John Bromwich nel 1939 e soprattutto Roy Emerson nel 1964.
Nel femminile, invece, la situazione è molto più piena di casi, anche perché tanti di essi si sono verificati sia prima dell’Era Open che prima dell’istituzione dei sette incontri per vincere. In tempi recenti, troviamo il tris di Steffi Graf nel 1988, 1989 e 1994. L’ultima a farcela è stata Serena Williams nel 2017, ma la più dominante è risultata essere la tedesca con il 77.8% di game vinti nel 1989, avvicinato da Maria Sharapova nel 2008 (74.2% per la russa).
Lunga è la storia di chi ha salvato dei match point, e comprende alcuni nomi poi passati alla storia: Rod Laver (per due volte, nel 1960 con Neale Fraser in finale e nel 1962, nei quarti, con Martin Mulligan, che sarebbe poi passato a giocare per l’Italia nella seconda parte della sua carriera). Celebri anche il 1975 di John Newcombe (in semifinale con Tony Roche), il 1985 di Stefan Edberg (agli ottavi con l’aussie Wally Masur) e soprattutto il 2005 di Marat Safin. Il russo sconfisse in una semifinale rimasta storica Federer non consentendogli, nel quarto set, di andare in finale.
Diversi i casi anche nel femminile, anche se molto più circoscritti ai tempi recenti, e poche volte in finale (si ricordano Jennifer Capriati, nel 2002, a negare il ritorno alla gloria a Martina Hingis, e Serena Williams (prima con Kim Clijsters nella finale del 2003 e poi con Maria Sharapova nella semifinale del 2005; sia la belga che la russa avrebbero vinto in futuro il torneo). L’ultimo caso è quello di Caroline Wozniacki (2018, al 2° turno con la croata Jana Fett), ma il più clamoroso è quello di Angelique Kerber: la tedesca rischiò di uscire al primo turno nel 2016 con la giapponese Misaki Doi. E poi batté Serena in finale.
Al maschile, in termini di tempi, la partita più lunga mai giocata è la finale tra Novak Djokovic e Rafael Nadal del 2012: quei cinque set durarono 5 ore e 53 minuti, con entrambi costretti a chiedere le sedie stremati dallo sforzo durante la premiazione. Al femminile, invece, il record parla italiano, perché appartiene al 6-4 1-6 16-14 di Francesca Schiavone negli ottavi di finale (con sei match point salvati) contro la russa Svetlana Kuznetsova. Particolare curioso: esiste anche il record per la partita terminata più tardi in assoluto. Appartiene a Lleyton Hewitt e Marcos Baghdatis: l’australiano e il cipriota, nel 2008, finirono il loro match di terzo turno alle 4:43 della mattina.
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Foto: LaPresse / Olycom