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Biathlon, staffetta femminile Mondiali Pokljuka 2021. Italia da medaglia? Serve la gara perfetta!

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I Mondiali di Pokljuka 2021 arrivano al proprio gran finale. Alle ore 11.45 del 20 febbraio prenderà il via la staffetta femminile, che assegnerà il proprio XXX titolo iridato. Per quanto riguarda il gentil sesso, il format ha sempre fatto parte del programma della manifestazione, aperta alle donne a partire dal 1984.

STAGIONE 2020-2021
Nella stagione in corso si sono disputate 4 staffette, nelle quali si sono imposte quattro nazioni diverse e sono saliti sul podio sei differenti Paesi.

Le quattro gare sono state vinte da Svezia (Kontiolahti), Norvegia (Hochfilzen), Germania (Oberhof) e Russia (Anterselva). Situazione diametralmente opposta rispetto all’anno passato, quando si arrivò ai Mondiali con tutte le competizioni monopolizzate dalle norvegesi.

In tema di podi, si evince come tre entità nazionali abbiano raccolto 3 piazzamenti nella top-three. Si tratta di Germania (1-1-1), Svezia (1-0-2) e Francia (0-2-1). Le transalpine non hanno mai primeggiato, ma hanno comunque dimostrato grande solidità di rendimento. Al contrario, la Norvegia (1-0-0) e la Russia (1-0-0) sono entrate fra le prime tre solo ed esclusivamente quando hanno vinto. Infine, non va dimenticato la singola piazza d’onore della Bielorussia (0-1-0).

Dunque nessuna top-three per l’Italia, che ha incamerato come miglior risultato il 4° posto di Anterselva. A seguire vengono indicati i piazzamenti della compagine azzurra in ognuna delle quattro staffette stagionali, con relativa formazione schierata.

KONTIOLAHTI (6° posto): Vittozzi – Lardschneider – Wierer – Sanfilippo
HOCHFILZEN (5° posto): Vittozzi – Lardschneider – Wierer – Sanfilippo
OBERHOF (15° posto): Vittozzi – Lardschneider – Wierer – Sanfilippo
ANTERSELVA (4° posto): Vittozzi – Sanfilippo – Carrara – Wierer

STORIA
Va ricordato come la prova abbia più volte cambiato connotati nel corso degli anni. Originariamente si trattava di una 3×5 km, ovvero tre frazioniste percorrevano cinquemila metri a testa. Con l’innalzamento dei chilometraggi, avvenuto nell’inverno 1988-’89, la staffetta assunse la conformazione di 3×7.5 km. Nel 1992-’93 le frazioniste salirono a quattro, con relativa trasformazione della gara in 4×7.5 km, unico caso di competizione disputata sulla stessa distanza sia dagli uomini che dalle donne. Infine dal 2002-’03 si decise di ridurre a 6 i km di ogni frazione, conferendo alla staffetta la sua attuale struttura di 4×6 km.

Dal punto di vista storico si può identificare una netta spaccatura nelle gerarchie, coincidente con il crollo dell’Unione Sovietica. Infatti, sino a quando è esistita, l’Urss è risultata invincibile poiché ha conquistato tutti gli 8 titoli iridati messi in palio tra il 1984 e il 1991.
Dopo un estemporaneo successo della Repubblica Ceca, a partire dalla metà degli anni ‘90 il ruolo di nazione egemone è stato assunto dalla Germania. A seconda del periodo temporale le tedesche hanno però avuto una precisa antagonista. Sino al primo decennio del terzo millennio questa era la Russia, mentre a partire dagli anni ’10 del ventunesimo secolo la sfidante principale delle teutoniche è diventata la Norvegia.

Dunque solamente cinque nazioni sono salite sul gradino più alto del podio della staffetta iridata. La Germania vanta 10 titoli mondiali (1995, 1996, 1997, 1999, 2007, 2008, 2011, 2012, 2015, 2017). L’Unione Sovietica si è imposta 8 volte (1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, 1991). Hanno invece primeggiato in 5 occasioni sia la Russia (2000, 2001, 2003, 2005, 2009), che la Norvegia (2004, 2013, 2016, 2019, 2020). Infine ha festeggiato in 1 occasione anche la Repubblica Ceca (1993).
Chiaramente, i successi russi non possono essere assimilati a quelli sovietici poiché quasi sempre i terzetti dell’Urss comprendevano atlete di altre repubbliche, quali Estonia e Bielorussia.

Se i Paesi vincitori sono solo cinque (di cui uno oggi sparito dalle carte geografiche), l’elenco di quelli capaci di salire su uno degli altri due gradini del podio è decisamente più lungo. Infatti sono tredici le nazioni in grado di ottenere almeno una medaglia, come testimoniato dal medagliere complessivo:
19 (10-5-4) – GERMANIA
16 (5-6-5) – NORVEGIA
12 (0-8-4) – FRANCIA
9 (5-2-2) – RUSSIA
9 (0-4-5) – UCRAINA
8 (8-0-0) – URSS
4 (0-3-1) – SVEZIA
2 (1-0-1) – REP.CECA (Compresa Cecoslovacchia)
2 (0-0-2) – BIELORUSSIA
2 (0-0-2) – FINLANDIA
2 (0-0-2) – ITALIA
1 (0-1-0) – BULGARIA
1 (0-0-1) – STATI UNITI
Come si può notare, sulla Francia vige una sorta di maledizione. In ambito iridato le transalpine sono salite sul podio 12 volte, senza però mai calcare il gradino più alto! Un discorso simile può essere fatto anche per l’Ucraina, tra le cui nove medaglie non se ne conta neppure una del metallo più pregiato. Eppure, curiosamente, francesi e ucraine hanno saputo vincere un oro olimpico, rispettivamente nel 1992 e nel 2014.

Per quanto riguarda l’Italia, le due medaglie di bronzo sono molto recenti.
La prima è arrivata a Nove Mesto, il 15 febbraio 2013. Dorothea Wierer, Nicole Gontier, Michela Ponza e Karin Oberhofer conclusero alle spalle di Norvegia e Ucraina.
La seconda è invece stata ottenuta a Kontiolahti, il 13 marzo 2015. Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Nicole Gontier e Dorothea Wierer si piazzarono alle spalle di Germania e Francia.

Foto: La Presse

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