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Ciclismo, Gianni Bugno: “I ciclisti devono essere degli esempi. Il problema della super tuck è il rischio di emulazione”

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Il recente ban della posizione super tuck, quella che prevede che i corridori si appoggino al telaio della bicicletta col corpo proiettato in avanti, sta facendo discutere molto nel mondo del ciclismo. Diversi atleti, infatti, hanno criticato la decisione dell’UCI, sostenendo che non sia pericolosa. Il presidente del CPA (sindacato dei corridori) Gianni Bugno, però, comprende la decisione dell’Unione Ciclistica Internazionale e ha cercato di smorzare i toni in un’intervista rilasciata a Cyclingnews.com.

Queste le parole del vincitore del Giro d’Italia 1990: “I ciclisti sono frustrati per la scelta dell’UCI, ma bisogna far notare che, ora, l’Unione Ciclistica Internazionale ha deciso anche di sanzionare gli organizzatori che non rispettano le regole riguardanti la sicurezza degli atleti. Comprendo la decisione dell’UCI, peraltro, i professionisti hanno la responsabilità di essere dei modelli di riferimento per i giovani. Un corridore esperto sicuramente sa quello che fa quando assume la posizione super tuck, ma c’è il rischio che i ragazzini si mettano a emulare i grandi, magari mentre si allenano su strade trafficate, e che ciò finisca in tragedia. Dobbiamo fare tutti la nostra parte, sia i corridori che gli organizzatori. Non sono d’accordo con le lamentele degli atleti, bisogna accettare le nuove regole“.

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Foto: Lapresse

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