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Ciclismo, Patrick Lefevere: “Non mi indigno per il ban della super tuck. Il problema non sono i professionisti, ma i giovani che vogliono imitarli”

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La recente introduzione, da parte dell’UCI, della regola che impedisce ai corridori di adottare la posizione “super tuck” in discesa, sta facendo mugugnare diverse personalità di spicco del mondo del ciclismo. Tra essere, però, non vi è il team manager della Deceuninck-Quick Step, Patrick Lefevere, noto per essere, solitamente, uno dei personaggi più fumantini e polemici presenti nell’ambiente. “Non sono indignato per questa decisione dell’UCI” – spiega Lefevere a Het Nieuwsblad – “Non ho visto molti incidenti dovuti alla posizione “super tuck” e non voglio spiegare a un professionista come deve andare in bici. Tuttavia, dobbiamo considerare che ci sono tanti giovani che copiano quello che fanno i grandi e questo può portare a incidenti“.

Lefevere, invece, è stato particolarmente polemico per quanto concerne la decisione dell’UCI di concedere agli organizzatori dei grandi giri di assegnare una wild card in più. Queste le sue parole a riguardo: “Nel 2018 ci eravamo accordati con l’UCI per ridurre il numero di corridori in gruppo in modo da diminuire i rischi per gli atleti. Ora di questa regola se ne sono dimenticati solo perché ASO vuole invitare una squadra francese in più al Tour de France. Loro ne parlano come una regola dovuta al Covid, ma, in realtà, è solo un modo per tutelare il ciclismo transalpino“.

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Foto: LPS

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