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Prada Cup, come è nata la scelta del doppio timoniere su Luna Rossa. Il rapporto tra Bruni e Spithill

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Il doppio timoniere a bordo di Luna Rossa ha fatto particolarmente discutere prima della semifinale di Prada Cup contro American Magic. L’imbarcazione italiana era l’unica in mano a due uomini e a presentare l’assenza di un tattico a bordo. Il sodalizio del patron Patrizio Bertelli aveva scelto una strada diamentralmente opposta rispetto a quella degli avversari di turno: Ineos Uk in mano a Ben Ainslie, American Magic affidata a Dean Barker. In effetti la comunicazione non era stata delle migliori e c’erano stati diversi errori durante le regate preliminarI, ma poi nel testa a testa contro Patriot abbiamo assistito a una vera e propia trasformazione.

L’intesa tra Francesco Bruni e James Spithill è stata eccellente, Pietro Sibello è stato investito del ruolo di tattico, la comunicazione a bordo è stata più fluida e i risultati nella baia di Auckland sono stati tanto eclatanti. A soffermarsi su questo aspetto è stato Gabriele Bruni, fratello di Checco e suo compagno in 49er alle Olimpiadi di Sydney 2000, in un’intervista concessa a Sail2u, trasmissione di OA Sport condotta da Stefano Vegliani: “Da tanto tempo Bruni e Spithill vanno molto d’accordo, non si ricorda di litigi o di momenti difficili. La maggior parte degli errori non sono di valutazione, ma di comunicazione. È una valutazione temporale, a volte la comunicazione avviene con una frazione di ritardo di troppo. Per questo fare delle regate in più è stato un allenamento prezioso“.

Il ribattezzato Ganga ha difeso l’australiano: “Qualcuno dice che Spithill non è italiano e non è affezionato alla nostra sfida. Invece io vedo che sempre di più vuol vincere con Luna Rossa. In questo momento è come se si sentisse italiano. All’interno del team gli vogliono tutti bene, non è il classico straniero che si è venuto a prendere il ruolo di timoniere. È proprio parte integrante del team. Io mi ricordo di quando incontrai Spithill in un supermercato a Cagliari e pensai “ohi, ohi, problemi!“.

Il velista siciliano spiega anche come è nata la scelta del doppio timoniere: “Parlando con Checco, mi ha sempre detto che l’obiettivo è vincere la Coppa America. Checco ha sempre avuto il pallino di essere timoniere, ma sa che nel team avrebbe comunque avuto un ruolo di riferimento. È un professionista, per lui conta vincere. Questa cosa del doppio timoniere l’abbiamo saputa tardi in famiglia. La scelta Max Sirena l’ha fatta sin da subito, perché secondo lui era ideale per queste nuove barche. Sirena è un ottimo team-manager, tanto di cappello per le scelte che ha fatto“.

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Foto: Luna Rossa Press

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